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Matematica curiosa - Martufi, Gabriele - Altervista

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alle pubbliche relazioni. Sono loro che offuscano il fondo d’inutilità della<br />

guerra e a impedire così all’opinione pubblica del mondo di prendere una<br />

posizione morale e creativa in proposito. La verità sulla guerra è che ha<br />

bisogno di essere “gestita”, di essere oggetto di un’astuta campagna di<br />

marketing. Così è il nostro mondo: la pubblicità ha preso il posto della<br />

letteratura e gli slogan ci colpiscono più della poesia e dei suoi versi.<br />

L’attuale, diffusa indifferenza verso quel che sta succedendo nel mondo,<br />

anche a noi stessi, ha radici profonde. Anni di sfrenato materialismo<br />

hanno ridotto e marginalizzato il ruolo della morale nella vita della gente,<br />

facendo di valori come il denaro, il successo e il tornaconto personale il<br />

solo metro di giudizio.<br />

Senza tempo per fermarsi a riflettere, preso sempre più dall’ingranaggio<br />

di una vita altamente competitiva che lascia sempre meno spazio al<br />

privato, l’uomo del benessere e dei consumi ha come perso la sua<br />

capacità di commuoversi e di indignarsi. E’ tutto concentrato su di sé,<br />

non ha occhi né cuore per quel che gli succede intorno. E’ questo nuovo<br />

tipo di uomo occidentale, cinico e insensibile, egoista e politicamente<br />

corretto, prodotto della nostra società di sviluppo e di ricchezza, che oggi<br />

fa paura quanto l’uomo con il mitra e l’aria da grande tagliagole.<br />

Sono esempi diversi dello stesso fenomeno: quello dell’uomo che<br />

dimentica di avere una coscienza, che non ha chiaro il suo ruolo<br />

nell’universo (non è forse questa una delle cause del calo di giovani che si<br />

dedicano allo studio della matematica, disciplina che notoriamente non<br />

porta ricchezze) e diventa il più distruttivo di tutti gli esseri viventi, ora<br />

inquinando le acque della terra, ora tagliandone le foreste, uccidendone<br />

gli animali ed usando sempre più sofisticate forme di varia violenza contro<br />

i suoi simili.<br />

L’India è un paese povero, ma ha ancora una sua e profonda cultura di<br />

stampo spirituale, capace di resistere in parte all’ondata materialistica<br />

della globalizzazione che appiattisce ogni identità e ingenera ovunque un<br />

soffocante conformismo. L’India avrebbe potuto in questo momento fare<br />

l’elogio della diversità, avrebbe potuto ricordare che il mondo ha bisogno<br />

di una coalizione contro la povertà, contro lo sfruttamento, contro<br />

l’intolleranza. Ma l’India appartiene ai paesi sottosviluppati e con ciò<br />

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