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Matematica curiosa - Martufi, Gabriele - Altervista

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Non è importante fare molto, l’importante è fare con amore.<br />

Madre Teresa di Calcutta<br />

La storia della probabilità è più antica della storia<br />

La probabilità, il caso e l’interesse dell’umanità per essi precedono i<br />

tempi storici: sono stati scoperti dadi, simili a quelli moderni, fatti con<br />

ossa di animali che risalgono all’epoca neolitica, oltre seimila anni fa.<br />

Questi primi dadi si chiamavano astragaloi ed erano ricavati da certe<br />

particolari falangi di pecore; avevano due facce arrotondate e quattro<br />

facce quadrate quasi uguali. Quando gli antichi giocavano con questi dadi<br />

scommettevano sui quattro esiti possibili corrispondenti alle facce<br />

quadrate. Questi dadi furono usati ancora dopo l’invenzione del dado a<br />

sei facce. Si giocava a dadi in Egitto, in Mesopotania e a Roma. Il<br />

misterioso popolo degli Etruschi, vissuto in Italia prima dell’avvento dei<br />

Romani, giocava con dei dodecaedri (dadi a dodici facce pentagonali)<br />

secoli prima della nascita di Gesù. Lo storico romano Svevo nella “Vita<br />

dei dodici Cesari”, scritta poco dopo il 100 d. C., racconta che<br />

l’imperatore Augusto (62 a.C-19 d.C.) era un accanito giocatore di dadi;<br />

il gioco prediletto dal sovrano consisteva nel lanciare quattro astragaloi e<br />

vinceva chi otteneva per primo una “Venere”, cioè quattro numeri<br />

diversi sulle facce. Svetonio racconta che anche l’imperatore Claudio (10<br />

a.C.-54 d.C.) era un abile giocatore di dadi tanto da scrivere un libro<br />

sull’argomento. I giochi di dadi erano popolarissimi pure in India e in<br />

Cina; nel poema epico indiano del 400 d.C. “Mahabbarata” il re<br />

Ripaturna, capace di stimare il numero delle foglie di un albero basandosi<br />

sul numero di quelle di un ramo scelto a caso, parla di probabilità con<br />

Nala, uomo posseduto dal demone del dado, e dice: Dei dadi possiedo la<br />

scienza, e per tal modo son bravo nei numeri. Anche i rabbini dei primi<br />

secoli dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme (70 d.C.)<br />

possedevano qualche nozione di probabilità: infatti nel “Talmud” si parla<br />

di argomenti probalistici. I seguaci del “Talmud” usavano anche regole di<br />

addizione e moltiplicazione delle probabilità. Stranamente gli antichi<br />

matematici greci non si occuparono di calcolo delle probabilità. Nel<br />

mondo antico i dadi erano usati come meccanismo di casualizzazione non<br />

solo dai giocatori d’azzardo ma anche per la divinazione. Quando re o<br />

generali volevano consigli dagli oracoli per affari di stato o per battaglie,<br />

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