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Matematica curiosa - Martufi, Gabriele - Altervista

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cervello di ciascun allievo, la storia della matematica e delle sue<br />

motivazioni.<br />

Stanislas Dehaene<br />

Gli piacerebbe essere migliore, ma costa troppo.<br />

Elias Conette<br />

Come rispondere alla domanda:”Che cos’è un numero perché un uomo<br />

possa conoscerlo?”<br />

I matematici del nostro secolo sono divisi sul problema fondamentale<br />

della natura degli oggetti matematici.<br />

Per i platonici la realtà matematica esiste su un piano astratto e i suoi<br />

oggetti sono altrettanto reali di quelli della vita quotidiana. Questa era<br />

l’opinione di Hardy, Ramanujan e altri: Credo che la realtà matematica<br />

sia fuori di noi, che il nostro compito sia di scoprirla e di osservarla, e<br />

che i teoremi che noi dimostriamo, qualificandoli come nostre<br />

“creazioni”, siano semplicemente annotazioni delle nostre osservazioni.<br />

Anche il matematico C. Hermite fa una professione di fede:Credo che i<br />

numeri e le funzioni dell’Analisi non siano il prodotto arbitrario del<br />

nostro spirito. Penso che esistano fuori di noi e che noi li incontriamo o<br />

li scopriamo, e li studiamo … I matematici che seguono queste idee hanno<br />

veramente l’impressione di muoversi in un paesaggio di numeri e di figure<br />

indipendenti dalla loro persona.<br />

Tale posizione per alcuni è difficile da difendere: Se questi oggetti sono<br />

reali ma immateriali, per quale tramite extrasensoriale il matematico<br />

riesce a percepirli? Anche se l’introspezione del matematico lo persuade<br />

della realtà degli oggetti che studia, è probabile che questo sentimento sia<br />

soltanto un illusione. Certamente i più alti livelli in matematica si<br />

raggiungono solo formandosi un’immagine mentale molto nitida dei<br />

concetti che si manipolano. Questa immagine acquista allora la forza di<br />

un’illusione.<br />

S. Dehaene<br />

Perché si va all’università? Per diventare un morto di fame.<br />

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