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Matematica curiosa - Martufi, Gabriele - Altervista

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Guido Castelnuovo, 1912, intervento nella conferenza “La scuola nei suoi rapporti con<br />

la vita e la scienza moderna”.<br />

“… Noi vi insegnamo a diffidare dell’approssimazione, che è realtà, per adorare l’idolo di una<br />

perfezione che è illusoria. Noi vi rappresentiamo l’universo come un edificio, le cui linee hanno<br />

una perfezione geometrica e ci sembrano sfigurate ed annebbiate in causa del carattere<br />

grossolano dei nostri sensi, mentre dovremmo far comprendere che le forme incerte rivelateci dai<br />

sensi costituiscono la sola realtà accessibile, alla quale sostituiamo, per rispondere a certe<br />

esigenze del nostro spirito, una precisione ideale … non v’è modo migliore per raggiungere lo<br />

scopo che accostando ad ogni passo la teoria alla esperienza, la scienza alle applicazioni … le<br />

considerazioni che ho esposte sinora in favore di una riforma del nostro insegnamento prendevano<br />

di mira gli interessi dei giovani che aspirano alle libere professioni. Di questi soprattutto dobbiamo<br />

tener conto, sia perché costituiscono la grande maggioranza delle nostre scolaresche, sia perché su<br />

di essi deve fare affidamento il paese nel suo progressivo sviluppo. … Se noi non teniamo conto di<br />

queste esigenze, se noi per amore della cultura soffochiamo in questi discepoli il senso pratico e<br />

lo spirito di iniziativa, noi manchiamo al maggiore dei nostri doveri …”.<br />

Ancora Guido Castelnuovo, Parigi 1914, intervento alla “Conférence internazionale de<br />

l’enseignement mathématique”.<br />

“… Ci domandiamo talvolta se il tempo che dedichiamo alle questioni d’insegnamento non<br />

sarebbe meglio impiegato nella ricerca scientifica. Ebbene, rispondiamo che è un dovere sociale<br />

che ci obbliga a trattare questi problemi. Non basta in effetti produrre ricchezza (i contenuti !);<br />

occorre anche procurare che la sua distribuzione avvenga senza ritardi e dispersioni (il problema<br />

– metodi, strumenti, efficacia - della trasmissione dei contenuti). E non è forse la scienza una<br />

ricchezza, ..., non dobbiamo forse facilitare ai nostri simili l’acquisizione del sapere …?”<br />

La visione di un “logico-matematico”: <strong>Gabriele</strong> Lolli,<br />

professore di Locica <strong>Matematica</strong> (Università di Torino, autore di numerosi<br />

testi, anche di carattere divulgativo)<br />

Anche per <strong>Gabriele</strong> Lolli [G. Lolli, Capire la matematica, Il Mulino, 1996] nella comprensione della<br />

<strong>Matematica</strong>, trattandosi di un fenomeno intellettuale devono intervenire considerazioni<br />

- sugli aspetti psicologici (nel fare matematica si pensa e si intuisce – anche la<br />

percezione interviene oltre al pensiero);<br />

- sugli aspetti linguistici (nel fare matematica si parla e si scrive);<br />

- sugli aspetti pratici (la matematica si usa, quello che si ottiene si applica per<br />

costruire oggetti, macchine, ponti, previsioni);<br />

- oltre che sulle capacità logiche diverse da quelle linguistiche generali.<br />

Come pure è fondamentale capire come nascono e si sviluppano le sue prime manifestazioni: ciò<br />

dovrebbe aiutare sia l’insegnamento specifico che l’educazione generale; capire come funziona la<br />

matematica aiuta forse anche a farla meglio. …<br />

C’è da domandarsi con Lolli:<br />

- Come viene imparata ai primi livelli?<br />

- Come viene recepita anche da coloro che non la capiscono bene?<br />

- Perché non la si riesce a insegnare bene?

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