13.06.2013 Views

View/Open - DSpace - Tor Vergata - Università degli Studi di Roma ...

View/Open - DSpace - Tor Vergata - Università degli Studi di Roma ...

View/Open - DSpace - Tor Vergata - Università degli Studi di Roma ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

1 Stato dell’arte<br />

I polimeri della famiglia del PAEK si possono stampare o estrudere con temperature <strong>di</strong><br />

massa variabili tra i 350 ed i 420°C e temperature <strong>di</strong> stampo tra i 150 ed i 190°C (fino<br />

anche a 250°C nel caso <strong>di</strong> geometrie complesse). Il post-riscaldamento si può effettuare<br />

tra i 150 ed i 200°C per circa tre ore. Presentano una scarsa resistenza ai raggi UV per cui<br />

nel caso <strong>di</strong> uso prolungato in esterni si rende necessaria una pigmentazione o una<br />

verniciatura. Sfruttando la combinazione delle buone caratteristiche antincen<strong>di</strong>o con<br />

l’alta resistenza termica e chimica, sono impiegati nello stampaggio per l’industria<br />

automobilistica, aeronautica ed elettronica, nell’isolamento <strong>di</strong> cavi, per film, fibre, nastri e<br />

piastre.<br />

In termini <strong>di</strong> prestazioni, alla punta della piramide dei materiali plastici vi è<br />

sicuramente, insieme con il PAEK, la classe dei poliarilsolfuri (tra cui principalmente il<br />

polifenilensolfuro, PPS) e dei poliarilsolfoni aromatici (tra cui il polisolfone PSU, il<br />

polifenilensolfone PPSU, ed il polietersolfone PES). Entrambi tali famiglie <strong>di</strong> materiali sono<br />

meno recenti del PAEK e per questo hanno attualmente una maggiore <strong>di</strong>ffusione<br />

industriale. Il PPS è un polimero semicristallino in cui gli anelli aromatici sono collegati tra<br />

loro me<strong>di</strong>ante atomi <strong>di</strong> zolfo. Presenta un’elevata temperatura <strong>di</strong> deformazione al calore,<br />

un’elevata resistenza chimica e rigi<strong>di</strong>tà. Il PPS viene soprattutto stampato ad iniezione<br />

con temperatura <strong>di</strong> massa tra i 315 ed i 370°C e temperatura <strong>di</strong> stampo fino a 200°C. A<br />

basse temperature <strong>di</strong> stampo si pre<strong>di</strong>lige la tenacità (con un massimo a 40°C) mentre<br />

oltre i 120°C è possibile ottenere una superficie dei pezzi stampati liscia e lucente.<br />

Essendo molto poco viscoso, è possibile caricarlo senza gran<strong>di</strong> effetti sulla fase <strong>di</strong><br />

iniezione (ed anzi è una pratica quasi obbligata vista la sua alta fragilità a fine stampaggio)<br />

ed è inoltre possibile realizzare parti con piccolissimo spessore. In alterativa il PPS si può<br />

anche lavorare per stampaggio a compressione e sinterizzazione. Si impiega per il<br />

microstampaggio ad iniezione <strong>di</strong> precisione, l’incapsulamento <strong>di</strong> componenti elettronici,<br />

la componentistica elettrica (anche dell’auto), parti <strong>di</strong> pompe e piccoli <strong>di</strong>spositivi,<br />

manufatti espansi e film. I polisolfoni sono invece caratterizzati dalla presenza <strong>di</strong> gruppi<br />

<strong>di</strong>arilsolfone (costituiti da due anelli aromatici collegati me<strong>di</strong>ante un gruppo SO2). I vari<br />

elementi della famiglia si <strong>di</strong>stinguono per la presenza <strong>di</strong> ulteriori gruppi <strong>di</strong> collegamento<br />

tra gli anelli aromatici (tipo O, S e altri ponti) e per questo sono anche poliarilati. Il PSU, a<br />

causa della sua bassissima mobilità molecolare, è completamente amorfo e presenta<br />

anche una elevata viscosità in fase fusa che ne complica non poco la lavorazione. Il PSU<br />

13

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!