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1 Stato dell’arte<br />

proprio <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> lotti. Il ritorno economico potrebbe essere enorme visto che seppur si<br />

parla <strong>di</strong> 10-20 pezzi, ogni singolo pezzo può tranquillamente arrivare al valore del<br />

centinaio <strong>di</strong> euro.<br />

Le problematiche principali che si riscontrano nello sviluppo dell’idea progettuale<br />

riguardano l’impiego <strong>di</strong> una tecnologia <strong>di</strong> lavorazione che tutto sommato è ancora<br />

estranea alla trasformazione dei materiali polimerici. L’asportazione <strong>di</strong> truciolo si applica<br />

ai polimeri e tecnopolimeri il meno possibile, al massimo nel caso <strong>di</strong> qualche filettatura o<br />

alleggerimento. Infatti lo stampaggio è un processo pensato per ridurre tutte le<br />

lavorazioni secondarie a partire dall’asportazione <strong>di</strong> truciolo. Il massimo delle prestazioni<br />

dei componenti in tecnopolimero si ottiene quando questi sono stampati ed è da stu<strong>di</strong>are<br />

una via che renda equivalenti le prestazioni <strong>di</strong> componenti lavorati alla macchina con<br />

componenti stampati. Per riassumere le problematiche principali, i semilavorati<br />

<strong>di</strong>sponibili sul mercato, essendo caratterizzati da attributi <strong>di</strong>mensionali massivi, hanno<br />

prestazioni ridotte già all’inizio.<br />

Il semilavorato comunque è il termine <strong>di</strong> un precedente processo <strong>di</strong> fabbricazione e<br />

dal momento che i polimeri ne sono sensibili, si potrebbe lavorare alla macchina qualcosa<br />

che già <strong>di</strong> per se non ha caratteristiche sufficienti. Diventa dunque critica la qualificazione<br />

dei semilavorati in modo da poterne estrarre le massime caratteristiche ottenibili nel<br />

pezzo finale. Inoltre fattore critico è la <strong>di</strong>stribuzione delle proprietà nelle barre e piastre <strong>di</strong><br />

semilavorato, che in genere è tale nei polimeri da rendere molto scadente le proprietà dei<br />

pezzi ottenuti per asportazione <strong>di</strong> truciolo (si pensi ad esempio che in una piastra spessa<br />

<strong>di</strong> poliammide la cristallinità può variare anche del 50% dal bordo esterno al centro). Su<br />

questo aspetto si può intervenire con un trattamento termico, che però deve essere<br />

appositamente stu<strong>di</strong>ato per garantire un effettivo miglioramento delle prestazioni e una<br />

riduzione della variabilità dei semilavorati acquisiti, e tutto questo nel rispetto della<br />

stabilità <strong>di</strong>mensionale. Proprio l’aspetto <strong>di</strong>mensionale è il più critico dal momento che le<br />

forniture in tecnopolimero sono soggette ad attenti controlli <strong>di</strong>mensionali. Per questo è<br />

già critico comprendere se eventuali trattamenti termici andrebbero realizzati prima o<br />

dopo la lavorazione alla macchina.<br />

La problematica centrale è comunque il comportamento del tecnopolimero alla<br />

lavorazione alla macchina. La letteratura scientifica è del tutto carente a riguardo. Anche<br />

semplici considerazioni operative o in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> massima sono <strong>di</strong>fficili da trovare. Se poi<br />

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