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Appen<strong>di</strong>ce B. La termografia<br />

Con il termine termografia si in<strong>di</strong>ca quell’insieme <strong>di</strong> tecniche in grado <strong>di</strong> ricavare la<br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> temperatura presente sulla superficie <strong>di</strong> un campione in esame. Come<br />

sarà illustrato <strong>di</strong> seguito, tale informazione, oltre a permettere la caratterizzazione delle<br />

proprietà termofisiche del materiale ed in particolare la misura della <strong>di</strong>ffusività termica,<br />

consente <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare la presenza <strong>di</strong> eventuali <strong>di</strong>somogeneità o anomalie all’interno del<br />

campione in esame.<br />

Tra i vari approcci sperimentali della termografia, la termografia infrarossa (IR) è senza<br />

dubbio la tecnica più <strong>di</strong>ffusa. Questa tecnica ha infatti il pregio <strong>di</strong> essere remota, cioè non<br />

necessita <strong>di</strong> un contatto tra sensore e campione, ed inoltre è non <strong>di</strong>struttiva. Quest’ultima<br />

caratteristica implica che non richiede alcuna preparazione specifica dei campioni e può<br />

quin<strong>di</strong> essere applicata praticamente in tutti gli ambiti <strong>di</strong> interesse industriale.<br />

La termografia IR permette <strong>di</strong> risalire alla <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> temperatura superficiale<br />

attraverso la misura dell’energia raggiante emessa dal campione. Ciò risulta possibile in<br />

quanto tutti i corpi a temperatura <strong>di</strong>versa dallo zero assoluto emettono ed assorbono<br />

ra<strong>di</strong>azioni fino a raggiungere un proprio equilibrio termico. In particolare, per corpi aventi<br />

una temperatura prossima a quella ambiente ( ), l’emissione avviene<br />

principalmente nella regione dell’infrarosso ( ) in accordo con la legge <strong>di</strong><br />

Planck. Per caratterizzare il comportamento <strong>di</strong> una sorgente raggiante, viene introdotto il<br />

potere emissivo , definito come la quantità <strong>di</strong> energia che viene emessa per unità <strong>di</strong><br />

tempo e <strong>di</strong> superficie, che in accordo con la legge <strong>di</strong> Stefan Boltzmann è proporzionale<br />

alla quarta potenza della temperatura assoluta secondo la relazione dove è la<br />

costante <strong>di</strong> Stefan-Boltzmann ( ) mentre è l’emissività spettrale<br />

che, per semplicità viene assunta costante (corpo grigio).<br />

Il comportamento dei corpi nei confronti delle ra<strong>di</strong>azioni non è univoco: in particolare<br />

si passa da corpi con elevato potere assorbente a corpi che riflettono l’energia ra<strong>di</strong>ante<br />

nella quasi totalità. Quest’ultima con<strong>di</strong>zione si riscontra nello “specchio all’infrarosso”<br />

( ), contro la cui superficie le ra<strong>di</strong>azioni infrarosse incidenti si riflettono mutando<br />

<strong>di</strong>rezione; la con<strong>di</strong>zione opposta è invece concretizzata, con la massima evidenza, dal<br />

cosiddetto “corpo nero” ( ) il quale, una volta in equilibrio termico, irra<strong>di</strong>a energia<br />

ra<strong>di</strong>ante in quantità corrispondente a quella assorbita.<br />

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