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1 Stato dell’arte<br />
nel 1977, Roy e Basu analizzarono l’effetto della velocità <strong>di</strong> taglio e <strong>di</strong> avanzamento, della<br />
profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> passata e del raggio <strong>di</strong> raccordo dell’utensile sulla forza <strong>di</strong> taglio e la rugosità<br />
superficiale risultante dalla tornitura <strong>di</strong> Nylon e Teflon [45]. Essi proposero un approccio<br />
puramente sperimentale, basato sullo stu<strong>di</strong>o del comportamento dei termoplastici in<br />
lavorazione in analogia con i metalli. Essi affermarono che il processo <strong>di</strong> tornitura dei<br />
termoplastici non <strong>di</strong>fferisce enormemente dalla tornitura dei metalli. Si può comprendere<br />
perché fu fatta una tale affermazione solo se si considera il periodo in cui fu scritto il<br />
lavoro (oltre 30 anni fa). Al giorno d’oggi è risaputo che i materiali plastici si comportano<br />
in maniera <strong>di</strong>fferente rispetto ai metalli e che non è possibile impiegare per i polimeri i<br />
modelli <strong>di</strong> previsione delle forze vali<strong>di</strong> per i metalli; ci sono alcune evidenze che non<br />
possono essere trascurate per una corretta modellazione del comportamento dei<br />
polimeri, quali, ad esempio, il fatto che le loro proprietà dei siano tempo-<strong>di</strong>pendenti e il<br />
principio <strong>di</strong> sovrapposizione tempo-temperatura, come riportato nel libro <strong>di</strong> Ferry<br />
“Viscoelastic properties of polymers” [46]. Probabilmente quest’ultimo libro, la cui prima<br />
e<strong>di</strong>zione risale al 1961, non era stato considerato nei primi lavori sull’asportazione <strong>di</strong><br />
truciolo <strong>di</strong> polimeri esclusivamente per motivi temporali. È singolare, invece, che anche in<br />
lavori <strong>di</strong> molti anni dopo sia ritrovabile l’analogia tra metalli e plastiche.<br />
In molti stu<strong>di</strong> presenti in bibliografia è seguito un approccio sperimentale e si evita la<br />
definizione <strong>di</strong> qualsiasi modello. Ad esempio, nel 1995 Alaud<strong>di</strong>n et al. [47], considerando<br />
la foratura del polietilene, osservarono che era facile l’insorgere <strong>di</strong> un surriscaldamento<br />
del materiale, e per ovviare raccomandavano l’impiego <strong>di</strong> punte con ridotto angolo d’elica<br />
e con le superfici dei canali <strong>di</strong> evacuazione del truciolo ben levigate; tuttavia, senza un<br />
approccio teorico, tutte le osservazioni sono <strong>di</strong>fficilmente trasferibili da un polimero<br />
all’altro. Più recentemente, nel 2002, Xiao e Zhang [48] hanno mostrato in maniera<br />
qualitativa l’influenza delle proprietà tempo-<strong>di</strong>pendenti sulle forze <strong>di</strong> taglio, <strong>di</strong>scutendo<br />
ampiamente l’effetto della temperatura <strong>di</strong> transizione vetrosa sul risultato del processo <strong>di</strong><br />
asportazione <strong>di</strong> truciolo, stu<strong>di</strong>ando, però, il meccanismo <strong>di</strong> formazione del truciolo in<br />
analogia con i metalli. La temperatura <strong>di</strong> transizione vetrosa è solo una delle<br />
caratteristiche del materiale legate al comportamento viscoelastico dei polimeri, ma altri<br />
aspetti da considerare sono ad esempio il grado <strong>di</strong> cristallinità e l’orientazione<br />
molecolare.<br />
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