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1 Stato dell’arte<br />
componentistica elettrica e meccanica, mentre inizialmente i tecnopolimeri erano quasi<br />
esclusivamente impiegati nel settore aeronautico e aerospaziale. In secondo luogo<br />
enormi progressi sono stati fatti nelle tecnologie <strong>di</strong> trasformazione delle materie plastiche<br />
in tutti i principali campi, dalla deposizione <strong>di</strong> film fino alla formatura e allo stampaggio.<br />
Un esempio tipico <strong>di</strong> questa nuova tendenza all’impiego massivo dei tecnopolimeri è<br />
fornito dallo stampaggio ad iniezione <strong>di</strong> componenti per auto, pompe, elettrodomestici e<br />
<strong>di</strong>spositivi elettrici e telefonici. La possibilità <strong>di</strong> avere processi sempre più spinti e<br />
controllati ha permesso <strong>di</strong> sfruttare al massimo le potenzialità <strong>di</strong> nuovi materiali<br />
termoplastici, a loro volta appositamente ideati per lo stampaggio ad iniezione. Dallo<br />
sviluppo combinato <strong>di</strong> materia prima e tecnologia <strong>di</strong> stampaggio risulta un enorme<br />
ritorno in termini economici, considerando che i componenti prodotti in tal modo<br />
sostituiscono <strong>di</strong>rettamente parti in metallo, riducendo significativamente costi e tempi <strong>di</strong><br />
produzione. Il vantaggio economico è particolarmente rilevante nelle applicazioni<br />
industriali <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a e alta produttività, in cui i processi <strong>di</strong> stampaggio e termoformatura<br />
non hanno praticamente rivali. Dal momento che tali tipologie <strong>di</strong> processo si applicano<br />
quasi esclusivamente a polimeri termoplastici, ne risulta che lo sviluppo più consistente<br />
nel settore dei tecnopolimeri si è avuto appunto in questa classe <strong>di</strong> materiali.<br />
La principale <strong>di</strong>fficoltà che attualmente si riscontra nel loro impiego in settori tipici dei<br />
metalli è soprattutto <strong>di</strong> tipo progettuale. La <strong>di</strong>versità nelle leggi che descrivono il loro<br />
comportamento, la maggiore sensibilità ai fenomeni ambientali, alla temperatura ed alle<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> processo fanno sì che non si possa progettare un componente in<br />
tecnopolimero sulla falsariga <strong>di</strong> come si progetterebbe un componente in metallo. A tale<br />
mancanza progettuale si preferisce sopperire con prove su prototipi che garantiscano il<br />
corretto comportamento dei pezzi in esercizio.<br />
Alcuni dei polimeri termoplastici che solo pochi anni fa erano in<strong>di</strong>cati come<br />
tecnopolimeri e a cui per primi è stato associato tale termine, sono oggigiorno talmente<br />
impiegati nella pratica dello stampaggio che a fatica si riconoscono ancora come tali.<br />
Questo è ad esempio il caso del policarbonato (in sigla PC), della poliammide (PA), del<br />
poliossimetilene (POM) e dell’ABS (la miscela polimerica <strong>di</strong> acrilonitrile-buta<strong>di</strong>ene-<br />
stirene), tutti materiali ormai <strong>di</strong> uso comune. Esiste per queste tipologie <strong>di</strong> polimeri una<br />
enorme varietà <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni. Ad esempio solo per le poliammi<strong>di</strong> si contano decine <strong>di</strong><br />
formulazioni speciali, molte delle quali definite soprattutto per la produzione <strong>di</strong> fibre forti<br />
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