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Il fiume Fortore - Studi preliminari al piano di gestione dei SIC

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<strong>Il</strong> Fiu m e Fo r t o r e: s t u d i <strong>preliminari</strong> a l p ia n o d i g e s t io n e d e i <strong>SIC</strong><br />

In un antico <strong>al</strong>tare della chiesa è stato rinvenuto un<br />

reliquiario dell’XI secolo, con un’epigrafe che ricorda<br />

Eimeradus, vescovo <strong>di</strong> Dragonara, il qu<strong>al</strong>e nel 1045<br />

aveva consacrato la nuova chiesa <strong>di</strong> S. Maria a Mare <strong>di</strong><br />

nell’isola <strong>di</strong> S. Nicola <strong>di</strong> Tremiti. Sul pavimento si notano<br />

numerosi buchi.<br />

Dietro l’<strong>al</strong>tare princip<strong>al</strong>e una porta immette in una cella<br />

(forse la sagrestia o sacello funerario) che comunica<br />

con un’<strong>al</strong>tra stanza a<strong>di</strong>bita ad ossario, in cui si trovavano<br />

gli ultimi resti <strong>dei</strong> monaci, purtroppo saccheggiati.<br />

I miseri resti si rivengono sparpagliati un po’ ovunque:<br />

Gli scempi subiti d<strong>al</strong>l’Abbazia sono frutto della fantasia<br />

popolare, convinta dell’esistenza <strong>di</strong> un tesoro nascosto<br />

nelle fondamenta della chiesa.<br />

Contiguo ad essa c’è il chiostro, posto su due piani: il<br />

<strong>piano</strong> superiore destinato ai monaci, mentre quello inferiore,<br />

con caratteristiche volte a crociera, era a<strong>di</strong>bito<br />

a refettorio, cucine e magazzino.<br />

L’approvvigionamento idrico dell’abbazia era garantito<br />

da una sorgente perenne, tutt’ora esistente, anche se<br />

‘contemporaneamente’ manipolata.<br />

206<br />

Fonte -“… inoltre è ornato il luogo <strong>di</strong> S. Agata da un fresco<br />

e abbondantissimo fonte: il qu<strong>al</strong>e innaffia <strong>di</strong> continuo<br />

un grande e bellissimo giar<strong>di</strong>no d’herbaggi e piante.”<br />

(Benedetto Cocarella)<br />

<strong>Il</strong> Fraccacreta, nel suo “Teatro topografico, storicopoetico<br />

della Capitanata e degli <strong>al</strong>tri luoghi più memorabili<br />

e limitrofi della Puglia”, riporta che i monaci<br />

<strong>di</strong> Sant’Agata comunicavano con quelli <strong>di</strong> Tremiti e <strong>di</strong><br />

Rip<strong>al</strong>ta, <strong>di</strong> giorno con segn<strong>al</strong>i fumogeni, mentre <strong>di</strong> notte<br />

attraverso fuochi, che venivano accesi sulle torri più<br />

<strong>al</strong>te.

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