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Il fiume Fortore - Studi preliminari al piano di gestione dei SIC

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Gio v a n n i Ru s s o - Maurizio Marrese<br />

QUADRO CONOSCITIVO SULLA FLORA E SULLA VEGETAZIONE<br />

Introduzione<br />

La flora e la vegetazione sono per loro natura in continuo<br />

movimento e spontaneamente si mo<strong>di</strong>ficano<br />

nel tempo. In questi ultimi decenni le mo<strong>di</strong>fiche avvengono<br />

molto più rapidamente e nella grande maggioranza<br />

<strong>dei</strong> casi come effetto delle attività umane. Le<br />

specie scomparse appartengono per massima parte<br />

<strong>al</strong>la flora degli ambienti umi<strong>di</strong>; la semplificazione degli<br />

habitat fluvi<strong>al</strong>i, l’eliminazione delle lanche, le rettificazioni<br />

hanno sottratto spazio e fatto scomparire molte<br />

piante. I nuovi arrivi sono un <strong>al</strong>tro aspetto che pure<br />

preoccupa; si tratta <strong>di</strong> piante che provengono da terre<br />

molto lontane, trasportate da aerei, navi, treni; <strong>al</strong>cune<br />

parti del territorio sono ormai dominate da specie<br />

‘esotiche’; non solo i territori con assetto determinato<br />

d<strong>al</strong>l’uomo (le città, i terreni agrari), ma anche luoghi<br />

‘natur<strong>al</strong>i’ come i fiumi. Continuamente si registrano<br />

nuovi rinvenimenti <strong>di</strong> piante che non appartengono <strong>al</strong><br />

patrimonio floristico originario.<br />

<strong>Il</strong> lavoro che qui vede la luce è stato svolto con questi intenti:<br />

dare conto della <strong>di</strong>versità floristico-vegetazion<strong>al</strong>e<br />

del bacino del <strong>fiume</strong> <strong>Fortore</strong>; un patrimonio <strong>di</strong> tutti<br />

che dobbiamo conoscere e rispettare; interpretarne il<br />

v<strong>al</strong>ore con l’in<strong>di</strong>viduazione delle specie <strong>di</strong> maggiore<br />

importanza e <strong>dei</strong> luoghi più qu<strong>al</strong>ificati. <strong>Il</strong> lavoro ivi presentato<br />

risulta per forza <strong>di</strong> cose incompleto e saranno<br />

necessari molti anni per giungere ad un risultato sommariamente<br />

completo e definitivo. Tuttavia è un lavoro<br />

utile, punto <strong>di</strong> arrivo, ma soprattutto <strong>di</strong> partenza.<br />

Caratteri gener<strong>al</strong>i dell’ambiente fisico<br />

<strong>Il</strong> <strong>fiume</strong> <strong>Fortore</strong> ha origine nel Sannio apulo–campano<br />

da territori la cui massima elevazione è a quota 1.000<br />

÷ 1.100 m s.m., la porzione v<strong>al</strong>liva del suo corso corre<br />

in prossimità del confine con la Regione Puglia fino a<br />

sfociare nei pressi del Comune <strong>di</strong> Lesina (FG). È lungo<br />

86 km, nasce in provincia <strong>di</strong> Benevento, entra nel territorio<br />

molisano in comune <strong>di</strong> Tufara e sfocia nel mare<br />

Adriatico, tra il lago <strong>di</strong> Lesina (Puglia) e Campomarino<br />

(Molise). Dopo 7 km il suo corso è stato sbarrato per<br />

re<strong>al</strong>izzare, nel 1980, il lago artifici<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Occhito, utilizzati<br />

soprattutto a scopi <strong>di</strong> irrigazione princip<strong>al</strong>mente<br />

nel Tavoliere. Dopo l’invaso, per 2 km scorre il territorio<br />

pugliese, poi per 20 km segna il confine tra le due regioni<br />

e poi scorre <strong>di</strong> nuovo in Puglia. Ha caratteristiche<br />

prev<strong>al</strong>entemente pluvi<strong>al</strong>i, con una portata me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

2,5mc/sec.<br />

Figura 1 – Rete idrografica del Bacino del Fiume <strong>Fortore</strong><br />

e i <strong>SIC</strong> interessati<br />

La vegetazione ripari<strong>al</strong>e è una presente in aree con f<strong>al</strong>de<br />

superfici<strong>al</strong>i e in con<strong>di</strong>zioni ecologiche speci<strong>al</strong>i per<br />

la costante umi<strong>di</strong>tà nel terreno, caratterizzata da una<br />

certa varietà <strong>di</strong> specie.<br />

Spesso le pianure sono attraversate da corsi d’acqua<br />

avvolti, in con<strong>di</strong>zioni natur<strong>al</strong>i, da fasce del bosco ripari<strong>al</strong>e,<br />

t<strong>al</strong>i boschi non essendo legati <strong>al</strong> clima (azon<strong>al</strong>i),<br />

compaiono anche nelle praterie e perfino nelle zone<br />

desertiche. Queste formazioni costituite, nei pressi <strong>dei</strong><br />

corsi d’acqua, sono costituite da una successione <strong>di</strong><br />

fasce vegetazion<strong>al</strong>i. Partendo, infatti, d<strong>al</strong>la zona golen<strong>al</strong>e<br />

si incontra una prima fascia a s<strong>al</strong>ici (S<strong>al</strong>ix purpurea<br />

e S<strong>al</strong>ix <strong>al</strong>ba), una seconda a pioppo bianco (Populus<br />

<strong>al</strong>ba), pioppo nero (Populus nigra), frassino (Fraxinus<br />

excelsior), orniello (Fraxinus ornus), olmo (Ulmus sp.),<br />

<strong>al</strong>lontanandosi d<strong>al</strong>l’acqua si incontra il raro bosco planizi<strong>al</strong>e<br />

con querce (Quercus sp.), roverella (Quercus pubescens),<br />

carpino (Carpinus sp.), frassino (Fraxinus sp.),<br />

acero (Acer sp.), ecc. (per l’elenco della flora vascolare<br />

preliminare si rimanda agli <strong>al</strong>legati). Di notevole interesse<br />

scientifico sono i cosiddetti c<strong>al</strong>anchi, che sono delle<br />

particolari “sculture” geologiche attuate in tempi molto<br />

lunghi dagli agenti atmosferici, in particolare sono<br />

le piogge che provocano, sui terreni argillosi denudati<br />

d<strong>al</strong>la loro originaria copertura veget<strong>al</strong>e, il processo erosivo.<br />

Gli “artefici “ delle forme c<strong>al</strong>anchive sono, quin<strong>di</strong>,<br />

le argille, la pioggia e sole. Essi si presentano come<br />

profon<strong>di</strong> e fitti solchi, separati da cresta sottili soggette<br />

a loro volte a rapida erosione, e formano pen<strong>di</strong>i spogli<br />

d’ogni vegetazione.<br />

Gli ambienti umi<strong>di</strong> sono caratterizzati da qu<strong>al</strong>ità ecologiche<br />

<strong>di</strong> grande importanza, essendo habitat fragili e<br />

rari. Sono fragili in quanto sono sufficienti mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

anche lievi delle caratteristiche fisiche, morfologiche<br />

o idrauliche per provocare la loro degradazione o <strong>di</strong>struzione;<br />

sono rari perché l’estensione are<strong>al</strong>e occupata<br />

è molto limitata, soprattutto se confrontata con la<br />

superficie originaria.<br />

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