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Amministrare GNU/Linux - Cia

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120 CAPITOLO 3. LA CONFIGURAZIONE DEI SERVIZI DI BASEmessaggi sono archiviati altrove. Infine si noti come le emergenze (ad esempio i messaggi diuscita di shutdown) vengano stampati su tutti i terminali attivi.3.3.4 Il sistema di rotazione dei file di logI file di log, la cui produzione è governata dal demone syslogd appena trattato, sono unadelle caratteristiche più utili di un sistema unix-like in quanto vi sono registrati i messaggi(errori, avvertimenti, notifiche, etc.) provenienti dai vari servizi, e per questo sono di importanzafondamentale per capire le ragioni di eventuali malfunzionamenti.Il problema con i file di log è che essi tendono a crescere di dimensione, per cui si rischiache finiscano fuori controllo, riempiendo la partizione su cui risiede la directory /var/log/in cui normalmente vengono memorizzati. Per risolvere questo problema esiste il programmalogrotate che, lanciato su base periodica, (al solito da crond) gestisce la rotazione dei file dilog specificati, con tanto di eventuale compressione, rimozione delle versioni troppo vecchie, ede-mail di avviso all’amministratore.Il comando deve essere lanciato specificando come argomento un file di configurazione chespecifica le modalità di rotazione. Se si usa l’opzione -v il comando stamperà una serie dimessaggi durante le operazioni di rotazione. L’opzione -d permette di eseguire il comando inmodalità di debug (ed implica -v), mentre -f forza il comando ad eseguire una rotazione anchequando questa non è in programma. Al solito per l’elenco completo delle opzioni si può fareriferimento alla pagina di manuale.Il formato del file di configurazione prevede la presenza di una direttiva per riga. Questepossono essere specificate direttamente nel file e vengono prese come impostazioni globali daapplicare in maniera generica a tutti i file. É poi possibile indicare delle opzioni specifiche perun singolo file scrivendo al posto di una direttiva il pathname assoluto di quest’ultimo seguitoda un blocco delimitato da parentesi graffe, contenente le direttive da applicargli, specificatesempre una per riga. Infine come per gli altri file di configurazione le linee vuote o che inizianoper # vengono ignorate.Una direttiva particolare è include che permette di includere altri file all’interno della configurazione.Il suo uso più interessante è però quello in cui viene usata per includere una directory;in tal caso infatti vengono inclusi tutti i file in essa contenuti 26 . Questo consente ad ogni servizioche gestisce autonomamente i suoi file di log, di usare un suo file di configurazione con delleimpostazioni personalizzate semplicemente scrivendolo in una directory comune.La rotazione può essere specificata sia per intervalli temporali (con le direttive daily, weeklye monthly) che sulla base del superamento di una certa dimensione (con la direttiva size);quando il comando viene invocato viene controllato se la condizione è soddisfatta e solo inquesto caso (a meno di non aver specificato l’opzione -f) la rotazione viene eseguita. Le altreprincipali direttive sono riportate in tab. 3.5, la descrizione completa di tutte le direttive e delloro significato si trova nella pagina di manuale del comando, acccessibile con man logrotate.Benché sia possibile lanciare il comando a mano, gran parte delle distribuzioni invocanologrotate fra le operazioni giornaliere eseguiti da crond. In quasi tutti i casi negli scriptviene usato come standard il file di configurazione /etc/logrotate.conf mentre ulteriori filedi configurazione di singoli servizi sono mantenuti nella directory /etc/logrotate.d/.In genere si mettono in logrotate.conf solo alcune opzioni generali, le opzioni specificheper ciascun servizio vengono messe nella directory /etc/logrotate.d/. In questo modo si fasi che ogni pacchetto che ha bisogno di produrre dei log e ruotarli, inserisca in questa directoryun opportuno file di configurazione per logrotate quando viene installato. Il contenuto delladirectory viene poi incluso dall’apposita direttiva presente in logrotate.conf così che non cisia necessità di modificare quest’ultimo ogni volta che si installa un altro pacchetto.26 a parte quelli con alcuni caratteri o con certe estensioni che li identificano come copie, definibili con la direttivatabooext (vedi tab. 3.5).

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