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Amministrare GNU/Linux - Cia

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3.4. L’X WINDOW SYSTEM 131file apposito che in fase di installazione viene posto in una directory comune (di default vieneusata /usr/X11R6/lib/X11/app-defaults/) con il nome stesso della risorsa; i singoli utentiperò possono cambiare a piacere questi valori tramite l’uso del file .Xresources nella propriahome directory, nel quale specificare i valori che all’avvio del server andranno a soprassederequelli di default. Se poi si vogliono cambiare gli stessi valori una volta avviato il server si puòusare il comando xrdb che prende come argomento il file in cui sono stati scritti i nuovi valoriche saranno caricati immediatamente. Un esempio di un file di configurazione delle risorse puòessere il seguente:...emacs*Background: DarkSlateGrayemacs*Foreground: Wheatemacs*pointerColor: LightSteelBlueemacs*cursorColor: LightSteelBlueemacs*bitmapIcon: on!emacs*font: fixedemacs*font: -misc-fixed-*-*-*-*-15-*-75-75-*-*-iso8859-*emacs.geometry: 80x28emacs*BorderColor: DarkSlateGrayemacs*fringe.Background: DarkSlateGray...in cui si modificano le impostazioni dei colori di sfondo e primo piano, si specifica la geometriainiziale ecc. Si noti come la sintassi preveda una riga in cui si specifica il nome della risorsaterminato da “:”, cui segue la stringa che assegna il valore. Si noti anche come il nome dellarisorsa possa contenere il carattere jolly “*” che assume lo stesso significato che avrebbe se sispecificasse un pathname. 34 Infine si tenga presente che il carattere “!” serve ad introdurre unariga di commento.Se le risorse permettono di controllare i vari parametri interni delle singole applicazioni, quelloche contraddistingue una interfaccia grafica è la capacità di poter eseguire vari programmi incontemporanea, ciascuno nella sua finestra. Come però ci si potrà rendere conto ad esempiolanciando xinit a mano con una serie di programmi qualsiasi, questi ultimi, seguendo la solitafilosofia per cui ognuno si cura di eseguire un suo compito ben preciso, si limitano solo a disegnareil contenuto delle rispettive finestre.Il posizionamento delle stesse, il loro spostamento, il passaggio dall’una all’altra, ecc. devonoessere invece gestiti a parte e non sono compito dei singoli programmi. Per questo per poterusare davvero un’interfaccia grafica è necessario avere almeno un’altro programma che eseguaquesti compiti specifici: quello che viene chiamato un window manager, e che assume un po’quello che è il ruolo della shell nella riga di comando (lanciare altri comandi e passare dall’unoall’altro).Senza un window manager infatti si avrebbe la grafica ma non la possibilità di spostare,nascondere, ridimensionare le finestre, o di passare dall’una all’altra. È il window manager chesi cura di tutti questi compiti, del disegno degli elementi grafici di contorno, e della gestione ilmouse per gestire lo spostamento, la ridimensionamento e la selezione delle finestre. Un compitofondamentale infatti, quando si hanno più finestre da gestire, è appunto quello della selezione diquella che viene messa a fuoco, quella cioè cui verranno inviati tutti gli eventi in ingresso (adesempio quello che si scrive sulla tastiera), che è un po’ l’equivalente del processo in foregroundvisto in sez. 1.3.4.Per usare con profitto una sessione grafica tutto quello che serve è un window manager,molti di questi infatti gestiscono anche la presenza di un menù o di una barra direttamentesullo schermo (o eventuali altri elementi di contorno), usando i quali è possibile lanciare altre34 cioè applica il valore a tutte le risorse che corrispondono alla stringa in cui nella gerarchia l’asterisco è sostituitoda un nome qualunque.

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