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Amministrare GNU/Linux - Cia

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1.2. L’ARCHITETTURA DEI FILE 13dell’utente che ha lanciato il comando, che risulterà anche il suo proprietario. Se si voglionopreservare invece le caratteristiche del file originale occorrerà usare l’opzione -p. 18OpzioneSignificato-f forza la sovrascrittura della destinazione se essa esistegià.-i richiede conferma in caso di sovrascrittura.-p preserva tempi, permessi e proprietari del file.-l crea degli hard link al posto delle copie.-s crea dei link simbolici al posto delle copie.-d copia il link simbolico invece del file da esso indicato.-r copia ricorsivamente tutto il contenuto di una directory.-R identico a -r.-a combina le opzioni -dpR.-L segue sempre i link simbolici.-b esegue un backup della destinazione se questa esiste già.-u esegue la copia solo se la destinazione è più vecchia dellasorgente (o non esiste).Tabella 1.6: Principali opzioni del comando cp.Si tenga presente poi che nel caso di link simbolici il comando copia il file indicato tramite illink, se invece si vuole copiare il link stesso occorrerà usare l’opzione -d. Il comando permetteinoltre di creare degli hard link invece che delle copie usando l’opzione -l e dei link simboliciusando l’opzione -s. Una lista delle principali opzioni è riportata in tab. 1.6, l’elenco completoè riportato nella pagina di manuale, accessibile attraverso il comando man cp.Fino ad ora nel descrivere gli argomenti da dare ai vari comandi che abbiamo trattato, siè parlato dei nomi dei file o delle directory senza entrare troppo nei dettagli su quale fosse ilformato in cui questi vengono espressi. Negli esempi infatti si sono specificati dei semplici nomi,ma questo dava per scontati alcuni concetti che in realtà non lo sono affatto.La convenzione usata in tutti i sistemi unix-like è che nomi dei file sono indicati con unpathname o percorso, che descrive il cammino che occorre fare nell’albero dei file per raggiungereil file passando attraverso le varie directory; i nomi delle directory sono separati da delle “/”. Ilpercorso può essere indicato (vedi tab. 1.7) in maniera assoluta, partendo dalla directory radice, 19ed indicando tutte le directory che si devono attraversare, o in maniera relativa, partendo dallacosiddetta directory di lavoro corrente. Nel primo caso il pathname inizierà con “/”, mentre nelsecondo no.Esempio/home/piccardi/gapil/gapil.texgapil/gapil.texFormatoassolutorelativoTabella 1.7: Formato dei pathname assoluti e relativi.Finora, specificando solo dei nomi semplici, abbiamo sempre fatto l’assunto di operare appuntonella directory di lavoro corrente. Questa directory è una proprietà specifica di ogni processo,che viene ereditata dal padre alla sua creazione (questo argomento è trattato in sez. 1.3.1) edindica appunto la directory a partire dalla quale vengono risolti, per quel processo, i pathnamerelativi. Questo vuol dire che si possono indicare i file presenti in quella directory direttamente,senza doverne specificare il pathname completo a partire dalla radice.Quando si entra nel sistema la directory di lavoro corrisponde alla home 20 dell’utente; essapuò essere cambiata con il comando cd (da Change Directory) seguito dal pathname della di-18 per poterlo fare però occorre eseguire il comando come amministratore.19 torneremo sulla struttura dell’albero e sul concetto di radice in sez. 1.2.120 ogni utente ha una sua directory personale nella quale può tenere i suoi file, che viene chiamata così, tratteremola questione più avanti in sez. 1.2.3.

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