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Amministrare GNU/Linux - Cia

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206 CAPITOLO 5. AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA DEL SISTEMApartizione. Questo permette allora di concatenare più bootloader (in particolare questa è latecnica usata normalmente per lanciare il bootloader di Windows) in modo che il primo lanci ilsuccessivo, e così via.Infine si tenga conto che tutto questo si applica solo ai normali PC. <strong>Linux</strong> però gira su moltissimearchitetture hardware diverse, come Alpha, Sparc, HP-UX, PowerPC, ecc. In tal caso laprocedura di avvio è spesso gestita direttamente dall’equivalente del BIOS per quell’architettura,come SILO per la Sparc, MILO per le Alpha e OpenFirmware per i Mac, ognuno dei quali haun suo diverso meccanismo di funzionamento; non ci occuperemo di questi casi.Una volta avviato il kernel effettuerà una serie di operazioni preliminari, come le inizializzazionidelle infrastrutture generiche, e dei dispositivi il cui supporto è stato compilato direttamentenel kernel. Una volta completata l’inizializzazione dell’hardware tutto quello che resta da fare èsemplicemente montare il dispositivo su cui si trova la directory radice e lanciare il programmadi avvio del sistema, che di norma è /sbin/init. Le operazioni di avvio, per quanto riguardo ilkernel, si concludono con il lancio di init, tutto il resto verrà eseguito da quest’ultimo in userspace.La procedura con cui il BIOS carica in memoria il sistema dipende ovviamente dal supportoda cui lo prende, e questo deve ovviamente contenere i dati in un formato adeguato. Il casodel floppy è analogo a quello di un disco, il BIOS legge il primo settore del floppy ed esegue ilprogramma che c’è contenuto.Il vantaggio di questo metodo è che se si crea una immagine compressa del kernel (con laprocedura vista in sez. 5.1.3) viene automaticamente inserito nei primi 512 byte della stessaun programma di avvio che si limita a caricare il resto del contenuto del floppy in memoria,scompattarlo ed eseguirlo. Pertanto basta l’uso di dd per copiare direttamente l’immagine delkernel su un dischetto con un comando del tipo:dd if=bzImage of=/dev/fd0per ottenere un floppy di avvio.Il problema con un disco d’avvio fatto in questo modo è che non si possono fornire argomentiall’avvio. In particolare questo significa che il sistema userà come radice quella in uso quandoviene compilata l’immagine. In realtà alcuni argomenti di avvio in questo caso possono esseremodificati con il comando rdev.Se usato senza argomenti il comando si limita a stampare una riga in riporta quale è la partizioneimpostata come directory radice per il sistema corrente. Se si specifica un solo argomentoquesto deve essere un file contenente l’immagine di un kernel e allora stamperà la radice predispostaper quel kernel; se si specifica un secondo argomento questo dovrà essere il dispositivocontenente la nuova directory radice che andrà a sovrascrivere la precedente.Il comando permette anche di modificare anche altri due parametri che sono mantenutinell’immagine del kernel, la modalità video usando l’opzione -v, o invocandolo come vidmode,e la dimensione del RAM disk iniziale, usando l’opzione -r o invocandolo come ramsize. Per idettagli si faccia riferimento alla pagina di manuale.Nel caso di un CDROM il meccanismo di avvio è sostanzialmente lo stesso dei floppy, postoche il CDROM sia stato masterizzato con le opportune estensioni. In sostanza viene inserita nelCD l’immagine di un floppy e l’avvio viene eseguito alla stessa maniera. In questo caso peròdi solito non viene usata una immagine di un floppy contenente soltanto il kernel, ma vieneutilizzato il programma syslinux per creare una immagine di avvio contenuta in un filesystemFAT.In tal caso basterà copiare i file necessari (come l’immagine del kernel o del RAM disk iniziale)sul floppy 55 di destinazione e poi eseguire il programma, che prende come argomento il file del55 o su qualunque altro dispositivo si stia utilizzando; il vantaggio di utilizzare un filesystem consente, una voltache lo si è montato, di accedere direttamente ai contenuti.

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