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Amministrare GNU/Linux - Cia

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8.2. I PROTOCOLLI RARP, BOOTP E DHCP 309definite nell’RFC 951 e pure le estensioni dei successivi RFC 1532 e RFC 1533. In genere ilservizio viene avviato tramite inetd, ma può essere eseguito anche in modalità standalone.Il comando prevede come argomento il file da cui leggere le impostazioni, che può essereomesso nel qual caso verrà utilizzato il default che è /etc/bootptab; quest’ultimo contienetutte le definizione dei vari parametri da usare per ciascun client nella forma:hostname:tg=value... :tg=value... :tg=value. ...dove hostname indica il nome associato ad un client cui seguono le assegnazioni dei parametriche sono identificati da una etichetta di due caratteri, separata con l’uso del carattere “:”.TagbfdndsgwhahdhniprpsasmtdDescrizionefile di avvio.nome del dominio.lista dei server DNS.lista dei gateway.indirizzo fisico (MAC address) della macchina.home directory per il file di avvio.hostname da inviare al client.IP da assegnare.pathname della directory da montare come radice.indirizzi del server TFTP da usare.maschera di rete della macchina.directory radice per il server TFTP.Tabella 8.3: Etichette dei parametri assegnabili in bootptab.Un elenco delle etichette dei principali parametri usati da bootptab è riportato in tab. 8.3,al solito l’elenco completo e tutti i dettagli sono nella pagina di manuale.8.2.3 Il protocollo e la configurazione di un server DHCPIl protocollo DHCP, sigla che sta per Dynamic Host Configuration Protocol, è un protocolloper la configurazione automatica delle reti; il protocollo prevede la possibilità da parte di unasingola stazione di effettuare delle richieste in broadcast sulla rete locale, alla ricerca di un serveral quale chiedere quale indirizzo IP utilizzare. In questo modo l’indirizzo IP può essere assegnatodinamicamente, evitando di doverlo specificare con la procedura vista in sez. 7.3 per ciascunadelle macchine.Si può così centralizzare l’assegnazione dei numeri IP, ed inserire anche dei limitati meccanismidi controllo sulle macchine presenti in rete, sulla base dei MAC address delle varie schede. Sitenga comunque presente che è sempre possibile assegnare un IP anche senza passare dal serverDHCP, e che è possibile falsificare i MAC address, quindi il controllo effettuabile è relativo.Oltre però al servizio di assegnazione dinamica degli indirizzi IP il protocollo provvede anchei servizi previsti dal precedente BOOTP, del quale implementa, in manierà compatibile all’indietro,tutte le funzionalita. La descrizione completa del protocollo è ottenibile nell’RFC 2131che ne definisce tutte le caratteristiche.Dal lato server il protocolle DHCP viene implementato da un apposito demone, il programmadhcpd, che si incarica di ascoltare le richieste e fornire le risposte. Il server è controllato da unfile di configurazione che di norma è /etc/dhcpd.conf; un esempio è il seguente:## Sample configuration file for ISC dhcpd for Debian## option definitions common to all supported networks...option domain-name "earthsea.ea";

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