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Amministrare GNU/Linux - Cia

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6.1. L’UTILIZZO DEL RAID 241Una volta creato un array lo si può attivare con raidstart o si lo può disattivare 4 conraidstop; entrambi i comandi vogliono come argomento il dispositivo da attivare (come identificatoin /etc/raidtab) oppure si può usare l’opzione -a per operare su tutti gli array definiti.Anche per questi comandi si può utilizzare un file di configurazione alternativo specificabile conl’opzione -c; per tutti i dettagli si faccia al solito riferimento alla pagina di manuale.Una volta che si è creato ed attivato un array se ne può controllare lo stato sul file /proc/mdstatche riporta tutte le informazioni relative ai dispositivi RAID presenti nel sistema; un esempio diquesto file è il seguente:davis:~# cat /proc/mdstatPersonalities : [raid1]read_ahead 1024 sectorsmd0 : active raid1 hdc1[1] hda1[0]116214080 blocks [2/2] [UU]unused devices: in cui è presente un solo array in RAID-1, sincronizzato e attivo; quando invece si ha il caso diun array in cui alcuni dischi non sono attivi e devono essere sincronizzati si avrà un risultato deltipo:server:~# cat /proc/mdstatPersonalities : [raid1]read_ahead 1024 sectorsmd0 : active raid1 hdc1[0] hda1[1]5855552 blocks [2/2] [UU]md1 : active raid1 hdc2[2] hda2[1]69336448 blocks [2/1] [_U][>....................] recovery = 0.8% (581632/69336448) finish=183.7min speed=6232K/secmd2 : active raid1 hdc3[2] hda3[1]4490048 blocks [2/1] [_U]dove si hanno tre array RAID-1 costruiti con le prime tre partizioni di due dischi, in cui èattivo solo il secondo disco (/dev/hda), e si vede come il primo array sia integro, il sistema stiaprovvedendo alla ricostruzione del secondo, ed il terzo abbia un solo disco attivo.Una delle funzionalità più interessanti dell’uso di tecnologie RAID che supportano la ridondanza(come RAID-1 e RAID-5) è quella per cui è possibile continuare ad utilizzare il sistemaanche senza utilizzare uno dei dischi. In genere un disco diventa inutilizzabile in caso di problemihardware, però fintanto che fa parte dell’array sarà possibile sostituirlo. Per questo esiste ilcomando raidhotremove che permette di forzare l’uscita di un disco dall’array (ovviamente ilcomando funziona solo se i restanti dischi sono sufficienti a mantenere attivo l’array). Il comandoprende come argomenti il dispositivo dell’array seguito da quello del disco da rimuovere.L’uso di questo comando può servire ad esempio quando si vuole sostituire un disco, unavolta tolto il disco dall’array infatti lo si potrà rimuovere (anche senza riavviare, se il dispositivoè hot-pluggable) senza problemi, e senza dover fermare l’array (cosa che ad esempio non sarebbepossibile se su di esso si è posta la directory radice). In sostanza l’effetto è lo stesso che si sarebbeottenuto creando l’array con la direttiva failed-disk, ma può essere ottenuto in qualunquemomento.Cosi come si può rimuovere un disco da un array, è possibile aggiungerne uno usando ilcomando raidhotadd; in questo caso un disco non attivo (perché rimosso in precedenza o perchémarcato failed-disk quando si è creato l’array) può essere inserito a caldo nell’array, questopermetterà ad esempio di sostituire un disco mettendone uno nuovo, e non appena esso sarà4 ovviamente l’array non deve essere in uso.

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