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Acta Ordinis Fratrum Minorum - OFM

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EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 225Signore ci ha donato, con i loro doni, ma anchecon le loro debolezze.So che oggi la gestione di una Provinciacomporta molto lavoro amministrativo. Questo,però, non può fare venir meno la cura el’accompagnamento “materno” del fratello.L’amministrazione si può delegare, ma non lacura del fratello. Non si possono sacrificare lepersone per mantenere le molte, a volte troppe,attività di vario tipo; è invece insito nel cuoredel nostro servizio accompagnare, curare, sostenerele persone dei nostri Frati, particolarmentedi quelli in difficoltà.I Frati in difficoltà non sono solo quelli chesoffrono di qualche tipo di problema affettivoe di dipendenza (cf. alcolismo, “computerismo”).Frati in difficoltà sono anche quelli chesi sentono soli, che rifiutano qualsiasi discorso– in teoria e in pratica – sulla vita fraterna,vivendo stabili nell’individualismo, nel mutismo,in un’aggressività sistematica, in assolutaautonomia nella gestione del tempo, dei benie delle attività. Frati in difficoltà sono quelliche non si interessano delle cose comuni; cherifiutano progetti di rinnovamento, per giustificarei propri atteggiamenti o comportamenti;che scelgono le proprie relazioni dentro e fuoridella Fraternità solo per la propria convenienza;che giudicano e condannano tutto ancoraprima di provarlo… In tutti questi casi il Ministronon può “incrociare le braccia”, deve averil coraggio di chiamare le cose con il proprionome e prendere le decisioni opportune, anchese non sono sempre popolari. Al Ministro, inqueste situazioni, si chiede la massima disponibilità– pazienza, dialogo, offerta a questiFrati di qualsiasi tipo di aiuto umano e spirituale–, ma anche un intervento deciso, per farechiarezza, anche se questo gli dovesse costare.C’è troppa rassegnazione tra di noi, c’è moltastanchezza. Diventa urgente infondere animusnel cuore dei nostri confratelli, e questoesige metterli al primo posto, essere tutto pertutti, dedicare tempo all’ascolto, e quando sianecessario correggerli fraternamente, sempremossi dall’amore (cf. Lettera a un Ministro).La persona del Frate è la struttura fondamentaledell’Ordine. Se la struttura della personadel Frate si indebolisce o soffre, si indeboliscee soffre l’Ordine.La rifondazione della personaVi è ormai una comune convinzione: nonsi può rinnovare, rifondare un’Entità se non sirinnovano e rifondano le persone che la compongono.Il rinnovamento, come la rifondazione,non è una strategia, pur importanti chepossano essere le strategie, è piuttosto una determinataforma e stile di vita. E questo esigeuna rifondazione e un rinnovamento delle persone.Ecco un impegno fondamentale di chi haaccettato il servizio dell’autorità.Questa rifondazione mira a garantire unacerta qualità evangelica di vita in fraternità.Ciò significa, prima di tutto, vivere le esigenzedella Regola e delle Costituzioni generali.Secondo quanto ci dicono le relazioni dei Visitatorie quanto io stesso posso conoscere, sembrache siano piuttosto rare le Fraternità chevivono con serenità, impegno e in pienezza ciòche abbiamo professato, a causa dei troppi impegnio attività dei singoli Frati, della mancanzadi un progetto fraterno di vita e missione, eanche di un disamore per la Fraternità. Spesso,noi Frati siamo bravissimi all’esterno, difficiliall’interno delle Fraternità. Si constata spessoche pochissime sono oggi le Fraternità che vivonoil dettato delle Costituzioni, per cui ciòche dovrebbe essere “ordinario”, è diventato“straordinario”.Da notare che questo produce un “vuotospirituale” nelle Fraternità, creando frustrazionecontinua. Da tener presente, anche, chespesso questo “vuoto” è all’origine della mancanzadel senso di appartenenza e delle defezionidei giovani Frati. È necessario, quindi,puntare sulla qualità evangelica di vita in fraternitàche, oltre a quanto detto prima, esigeripartire dal Vangelo, mettere il Vangelo e lesue esigenze più radicali a fondamento dellanostra vita quotidiana e come criterio primo edultimo del nostro agire. Abbiamo bisogno difuoco nuovo e d’iniettare linfa nuova, se norischiamo di morir di freddo e morire atrofizzati.Ma questo fuoco nuovo, questa linfa nuova,ci può venire solo da un ritorno al Vangelo,nucleo fondamentale e fondante della nostraforma di vita (cf. Rb 1,1).La qualità di vita della quale stiamo parlandosi sostiene, come è stato più volte ribaditoin questi anni, su tre grandi pilastri: la vita spirituale,la vita fraterna in comunità e la missione.– La vita spirituale appare sempre più comeun’esigenza della consacrazione religiosa enello stesso tempo una richiesta della societàattuale, bisognosa forse come mai, diuna vera spiritualità e di una autentica testimonianzadi trascendenza. La nostra società,particolarmente quella occidentale, vive

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