"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...
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saggi<br />
ANGELA REGIS<br />
Il dopoguerra <strong>in</strong> una comunità valsesiana:<br />
scelte politiche e amm<strong>in</strong>istrative<br />
Alcuni anni or sono, nelle pag<strong>in</strong>e di questa<br />
rivista, è stata pubblicata parte di una<br />
mia ricerca dal titolo “Boccioleto nel<strong>la</strong> seconda<br />
guerra mondiale: <strong>la</strong> memoria dei militari”<br />
1 , che, partendo dal rapporto tra fascismo<br />
e comunità, metteva <strong>in</strong> luce, oltre ad<br />
altri aspetti, il rapporto che vi è stato tra <strong>la</strong><br />
seconda guerra mondiale e <strong>la</strong> picco<strong>la</strong> comunità<br />
del<strong>la</strong> val Sermenza (valle <strong>la</strong>terale<br />
dell’alta Valsesia).<br />
Dalle testimonianze è emerso che il fascismo<br />
venne accettato dal<strong>la</strong> comunità<br />
<strong>per</strong>ché era impossibile opporvisi, tanto che<br />
non si ribel<strong>la</strong>rono neppure coloro che avevano<br />
una fede politica contraria: i vecchi<br />
socialisti del paese, <strong>in</strong>fatti, rimasero sempre<br />
iso<strong>la</strong>ti ed impotenti. Il fascismo <strong>per</strong>ò<br />
venne accettato non <strong>in</strong> quanto sistema politico,<br />
ma <strong>per</strong>ché rappresentava l’autorità<br />
costituita, che, <strong>in</strong> quanto tale, deteneva il<br />
potere. E coloro che detenevano il potere<br />
erano <strong>in</strong>dividui che avevano un ruolo da<br />
tutti riconosciuto e rispettato all’<strong>in</strong>terno<br />
del<strong>la</strong> comunità, non <strong>in</strong> quanto rappresentanti<br />
del governo fascista, ma <strong>in</strong> quanto elementi<br />
portanti del<strong>la</strong> compag<strong>in</strong>e sociale del<br />
paese. Il fascismo restò sempre <strong>in</strong> su<strong>per</strong>ficie<br />
e non penetrò mai nel profondo del tessuto<br />
sociale, <strong>per</strong>ché questo aveva una struttura<br />
solida, ma e<strong>la</strong>stica, capace di assorbire<br />
le sollecitazioni provenienti dall’esterno<br />
senza doversi modificare più di tanto. Furono<br />
pochi i fascisti conv<strong>in</strong>ti: molti di coloro<br />
che tali si dichiaravano, <strong>in</strong> realtà non facevano<br />
nient’altro che usare il fascismo <strong>per</strong><br />
mantenere, o <strong>per</strong> ottenere, i posti di potere.<br />
Se il rapporto tra comunità e fascismo si<br />
basava sull’accettazione dell’autorità costituita,<br />
grazie a coloro che ne erano i rappresentanti,<br />
allo stesso modo il rapporto tra<br />
guerra e comunità si basava sull’accettazione,<br />
da parte del<strong>la</strong> maggioranza degli <strong>in</strong>dividui,<br />
di ciò che l’autorità costituita imponeva:<br />
furono accettate le partenze del<strong>la</strong> prima<br />
fase del<strong>la</strong> guerra (1940-1943) e furono<br />
accettate, <strong>in</strong> <strong>la</strong>rga parte, anche le partenze<br />
del<strong>la</strong> seconda fase (1943-1945), sebbene <strong>la</strong><br />
realtà avesse assunto caratteri ben diversi.<br />
Quando i reduci tornarono a casa, con il<br />
loro bagaglio di dolore, di rabbia, di delusione,<br />
di amarezza e di sensi di colpa, trovarono<br />
ad attenderli una comunità che non<br />
1 Si vedano i seguenti articoli <strong>in</strong> “l’impegno”: Es<strong>per</strong>ienze al marg<strong>in</strong>e del<strong>la</strong> guerra, a.<br />
XV, n. 3, dicembre 1995; La <strong>per</strong>cezione del<strong>la</strong> guerra e i racconti dei soldati di Boccioleto,<br />
a. XVI, n. 2, agosto 1996; Una guerra mai dimenticata: storie di sconfitti, a. XVI, n. 3,<br />
dicembre 1996.<br />
a. XXIII, n. s., n. 2, dicembre 2003 105