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"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...

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di Andrea può essere letta come <strong>la</strong> versione<br />

maschile e specu<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> contessa Livia<br />

Serpieri. Dalle simpatie risorgimentali quest’ultima<br />

passa al<strong>la</strong> connivenza con gli austriaci<br />

sotto <strong>la</strong> sp<strong>in</strong>ta del<strong>la</strong> passione <strong>per</strong> il<br />

tenente Franz Mahler, al quale consegna i<br />

soldi dest<strong>in</strong>ati ai patrioti italiani <strong>per</strong> non<br />

farlo andare al fronte, salvo poi denunciarlo<br />

<strong>per</strong> diserzione agli stessi austriaci vendicandosi<br />

del suo tradimento. A sua volta Andrea,<br />

dall’<strong>in</strong>differenza al<strong>la</strong> causa libertaria,<br />

si converte ad essa <strong>per</strong> amore di Lucia. Ma<br />

l’egoismo e l’opportunismo borghesi tornano<br />

a gal<strong>la</strong> nel momento del <strong>per</strong>icolo, facendolo<br />

retrocedere vigliaccamente sui<br />

suoi passi. E gli spari che uccidono <strong>la</strong> ragazza,<br />

come gli spari che abbattono Mahler<br />

nel<strong>la</strong> celebre scena <strong>in</strong> cui Livia si aggira<br />

scarmigliata e folle <strong>per</strong> Venezia, sanciscono<br />

non solo <strong>la</strong> f<strong>in</strong>e di un amore, ma anche<br />

il crollo morale di un ceto che si è estraniato<br />

dal progresso storico.<br />

Al<strong>la</strong> parte avuta nel<strong>la</strong> <strong>Resistenza</strong> dal<strong>la</strong><br />

c<strong>la</strong>sse <strong>la</strong>voratrice si <strong>in</strong>teressa anche Lizzani<br />

che, ispirandosi a un episodio autentico,<br />

nel 1951 realizza “Achtung! Banditi!”. Lizzani<br />

vuole tener viva <strong>la</strong> memoria del<strong>la</strong> <strong>Resistenza</strong>,<br />

evitando <strong>per</strong>ò che essa divenga un<br />

monumento a se stessa e, seguendo <strong>la</strong> lezione<br />

del primo Rossell<strong>in</strong>i, realizza un film<br />

corale che, all’approfondimento delle vicende<br />

di pochi protagonisti, preferisce una<br />

prospettiva più ampia e più idonea a cogliere<br />

nel suo <strong>in</strong>sieme <strong>la</strong> dimensione dell’evento<br />

resistenziale.<br />

Un gruppo di partigiani <strong>in</strong>caricati di prelevare<br />

armi da una fabbrica di Genova trova<br />

uccisa <strong>la</strong> staffetta da cui dovrebbe ricevere<br />

istruzioni. Gli uom<strong>in</strong>i tentano ugualmente<br />

di compiere l’impresa ma, raggiunta<br />

<strong>la</strong> fabbrica, <strong>la</strong> trovano occupata dai tedeschi<br />

venuti <strong>per</strong> smontare i macch<strong>in</strong>ari e<br />

spedirli <strong>in</strong> Germania. Per aiutarli, gli o<strong>per</strong>ai<br />

e l’<strong>in</strong>gegnere capo <strong>in</strong>iziano l’ostruzioni-<br />

Maria Ferragatta - Orazio Paggi<br />

smo contro i nazisti. Quando questi ultimi<br />

li attaccano e stanno <strong>per</strong> sopraffarli arrivano<br />

alcuni reparti di alp<strong>in</strong>i che costr<strong>in</strong>gono i<br />

tedeschi al<strong>la</strong> ritirata. I partigiani allora ritornano<br />

<strong>in</strong> coll<strong>in</strong>a.<br />

In quest’o<strong>per</strong>a antiretorica, significativa<br />

nel panorama c<strong>in</strong>ematografico italiano del<br />

dopoguerra, Lizzani su<strong>per</strong>a i presupposti<br />

del<strong>la</strong> lotta di c<strong>la</strong>sse facendo alleare <strong>per</strong> una<br />

causa comune il “padrone” (nel<strong>la</strong> figura<br />

dell’<strong>in</strong>gegnere) e i <strong>la</strong>voratori, che si schierano<br />

tutti dal<strong>la</strong> parte dei partigiani contro gli<br />

oppressori. Il che non significa che il ceto<br />

alto venga completamente assolto dalle<br />

proprie responsabilità ideologiche. A rappresentare<br />

l’<strong>in</strong>ettitud<strong>in</strong>e borghese c’è il diplomatico<br />

che vive nel<strong>la</strong> vil<strong>la</strong> dove i partigiani<br />

si <strong>in</strong>stal<strong>la</strong>no <strong>in</strong> attesa di attuare <strong>la</strong> loro<br />

missione. Verboso, <strong>in</strong>utilmente cordiale,<br />

fastidiosamente espansivo, cerca <strong>in</strong> tutti i<br />

modi di mediare fra di loro e un nazista di<br />

sua conoscenza, e <strong>la</strong> logorrea con cui frastorna<br />

gli uom<strong>in</strong>i accampati <strong>in</strong> casa, il tergiversare<br />

tenendo il piede <strong>in</strong> due staffe, riassume<br />

tutta <strong>la</strong> vacuità del suo sentire politico.<br />

Ben diverso è l’atteggiamento del<strong>la</strong> gente<br />

del popolo fra cui i partigiani si muovono.<br />

Sono rapporti <strong>in</strong>tensi e fugaci, <strong>in</strong>calzati<br />

dal<strong>la</strong> fretta di agire, oppressi dal senso di<br />

<strong>per</strong>icolo <strong>in</strong>combente. I gesti di chi offre cibo<br />

o riparo sono misurati, le parole essenziali,<br />

gli sguardi carichi di tacita comprensione.<br />

Si <strong>in</strong>tuiscono amori appena sfiorati,<br />

come <strong>in</strong> una delle sequenze <strong>in</strong>iziali <strong>in</strong> cui<br />

una giovane contad<strong>in</strong>a nasconde i partigiani<br />

nel<strong>la</strong> sua casa e scambia poche frasi con<br />

uno di loro. Tutto sarebbe andato diversamente<br />

se non ci fosse stata <strong>la</strong> guerra. Ma<br />

ora non c’è tempo. Un sorriso, un’occhiata,<br />

una promessa sott<strong>in</strong>tesa di rivedersi, forse,<br />

e poi bisogna ripartire. I sentimenti verranno<br />

dopo, <strong>per</strong> chi sarà ancora vivo, quando<br />

l’Italia sarà liberata.<br />

32 l’impegno

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