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"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...

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ecensioni e segna<strong>la</strong>zioni<br />

o<strong>per</strong>ata sugli eventi storici, che ne evidenzia<br />

alcuni <strong>per</strong> metterne <strong>in</strong> ombra altri, il<br />

mezzo con cui stabilizzare o trasformare <strong>la</strong><br />

società.<br />

I saggi contenuti <strong>in</strong> questo secondo numero<br />

dunque sviluppano e analizzano il complesso<br />

rapporto tra guerra, <strong>storia</strong> e memoria,<br />

soffermandosi sulle conseguenze drammatiche<br />

dei conflitti bellici così come sono<br />

<strong>per</strong>cepite e ricordate dal<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione civile;<br />

sulle nuove concezioni storiografiche<br />

nazionaliste serbe e croate e sul loro impatto<br />

sull’op<strong>in</strong>ione pubblica; sul modo con<br />

cui i manuali di <strong>storia</strong> delle scuole medie<br />

su<strong>per</strong>iori affrontano l’argomento del<strong>la</strong> prima<br />

guerra mondiale; sull’uso politico del<strong>la</strong><br />

<strong>storia</strong> nel<strong>la</strong> seconda guerra del Golfo e su<br />

molto altro ancora.<br />

Pietro Ramel<strong>la</strong><br />

La retirada<br />

L’odissea di 500.000 repubblicani spagnoli<br />

esuli dopo <strong>la</strong> guerra civile (1939-1945)<br />

Mi<strong>la</strong>no, Lampi di Stampa, 2003, pp. 238, €<br />

15.<br />

Esistono sconfitte militari che non si f<strong>in</strong>isce<br />

mai di scontare <strong>per</strong> l’<strong>in</strong>tera vita. Le<br />

bufere del<strong>la</strong> <strong>storia</strong> a volte sembrano veramente<br />

accanirsi contro alcune popo<strong>la</strong>zioni<br />

o generazioni di <strong>in</strong>dividui, tanto che <strong>per</strong><br />

queste <strong>per</strong>sone <strong>la</strong> vita non è che una lunga<br />

odissea, un cont<strong>in</strong>uare ad essere sbattuti e<br />

f<strong>la</strong>gel<strong>la</strong>ti, come quei detriti sulle spiagge<br />

che restano lì <strong>per</strong> anni senza che il mare se<br />

li riprenda o li scaraventi una volta <strong>per</strong> tutte<br />

un poch<strong>in</strong>o più su, f<strong>in</strong>almente all’asciutto.<br />

Nascono così quelle esistenze, quelle biografie<br />

che sembrano romanzi d’avventura<br />

e che <strong>per</strong>ò, se sembrano all’osservatore esterno<br />

“affasc<strong>in</strong>anti” a loro modo, contengono<br />

un carico di sofferenze e rabbia talmente<br />

grande che si stenta a credere si possa sopravvivere<br />

f<strong>in</strong>o ad <strong>in</strong>vecchiare. Per storie di<br />

questo tipo occorre sempre un cantore, qualcuno<br />

che con umiltà, precisione e partecipazione<br />

si prenda <strong>la</strong> briga di narrarle, di eternarle<br />

<strong>in</strong> forma scritta.<br />

Pietro Ramel<strong>la</strong> ha scritto questo libro proprio<br />

con umiltà, precisione e partecipazione:<br />

le prime due caratteristiche sono forse<br />

da far risalire al fatto che questa, <strong>in</strong> orig<strong>in</strong>e,<br />

era <strong>la</strong> sua tesi di seconda <strong>la</strong>urea, conseguita<br />

all’età di sessantatré anni all’Università di<br />

Pavia; <strong>la</strong> partecipazione, che si sente ad<br />

ogni riga come le altre due caratteristiche,<br />

nasce dal suo essere un antifascista senza<br />

remore e tentennamenti. D’altra parte, solo<br />

essendo ciò che è Pietro Ramel<strong>la</strong>, si poteva<br />

pensare di seguire passo <strong>per</strong> passo le vicende<br />

degli sconfitti del<strong>la</strong> terribile guerra civile<br />

spagno<strong>la</strong>; <strong>per</strong>sone sconfitte <strong>per</strong> tutta <strong>la</strong> vita,<br />

e <strong>per</strong> questo <strong>per</strong>sone che non meriterebbero,<br />

come <strong>in</strong>vece accade <strong>in</strong> questi tempi disgraziati,<br />

<strong>la</strong> sconfitta peggiore, ossia l’oblio, che<br />

<strong>per</strong>altro sta avvolgendo quello stesso terribile<br />

conflitto.<br />

Il libro dunque com<strong>in</strong>cia dove si arresta<br />

il c<strong>la</strong>more delle armi; <strong>la</strong> ribellione di Franco<br />

v<strong>in</strong>ce il confronto, il fascismo <strong>in</strong>ternazionale<br />

si prepara ad <strong>in</strong>goiare <strong>la</strong> sua prima grossa<br />

vittima, tra l’atteggiamento miserevolmente<br />

di vista corta, oscil<strong>la</strong>nte tra l’<strong>in</strong>differenza<br />

e il tifo reazionario, delle cosiddette democrazie.<br />

I combattenti repubblicani, spagnoli<br />

e stranieri accorsi <strong>in</strong> loro aiuto, sono<br />

sconfitti, umiliati e <strong>in</strong> fuga. Certo, lo schieramento<br />

antifascista ha commesso errori<br />

macroscopici: troppe divisioni <strong>in</strong>terne, troppa<br />

miopia politica, troppe <strong>in</strong>utili crudeltà.<br />

I reazionari sapranno utilizzare queste manchevolezze<br />

con molta abilità <strong>per</strong> coprire i<br />

loro delitti, diretti e <strong>in</strong>diretti.<br />

Mezzo milione di <strong>per</strong>sone, spagnoli e stranieri,<br />

militari e civili, sono dunque <strong>in</strong> fuga<br />

dal<strong>la</strong> Spagna sotto l’<strong>in</strong>calzare dei franchisti,<br />

che hanno già dimostrato ad abundantiam<br />

di non voler avere nessuna pietà degli<br />

sconfitti, di voler chiudere con loro tutti i<br />

conti. La prima tappa dell’odissea è naturalmente<br />

<strong>la</strong> Francia: <strong>la</strong> Francia delle libertà<br />

rivoluzionarie certo, ma anche <strong>la</strong> nazione<br />

del<strong>la</strong> xenofobia più accesa, dell’antisemitismo<br />

sempre <strong>in</strong> agguato e anche del<strong>la</strong> furbizia<br />

politica che cerca di tenersi buoni i<br />

nuovi totalitarismi europei <strong>per</strong> evitarsi guai<br />

maggiori. Così, se i francesi progressisti cer-<br />

a. XXIII, n. s., n. 2, dicembre 2003 131

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