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"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...

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una casa, imparare con difficoltà <strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua,<br />

adattarsi a una cultura diversa.<br />

Occuparsi di spostamenti di popo<strong>la</strong>zione<br />

significa studiare trasferimenti di risorse,<br />

con riferimento al<strong>la</strong> forza-<strong>la</strong>voro; qu<strong>in</strong>di<br />

l’uomo stesso, <strong>in</strong> questo caso, è una risorsa.<br />

Anche i veneti che abbandonarono <strong>la</strong><br />

loro terra <strong>per</strong> giungere <strong>in</strong> Piemonte agirono<br />

<strong>per</strong> motivi economici, cioè al<strong>la</strong> ricerca<br />

di compensi maggiori rispetto a quelli garantiti<br />

dal <strong>la</strong>voro nei loro paesi.<br />

Gli spostamenti, <strong>per</strong>ò, causano sempre <strong>la</strong><br />

rottura dei vecchi equilibri a spese del<strong>la</strong><br />

collettività. Il bisogno di assicurarsi i beni<br />

primari, il necessario <strong>per</strong> vivere, determ<strong>in</strong>ava<br />

le scelte dei diversi soggetti e i costi<br />

maggiori furono pagati dalle zone abbandonate,<br />

che <strong>per</strong>sero enormi capitali umani,<br />

soprattutto membri delle generazioni più<br />

giovani e attive.<br />

D’altra parte anche l’area di accoglienza<br />

subì mutamenti e ben presto si sentì <strong>la</strong> necessità<br />

di creare o migliorare le <strong>in</strong>frastrutture<br />

sul territorio, nonché i servizi, <strong>per</strong> accogliere<br />

al meglio i flussi <strong>in</strong> arrivo: ad esempio<br />

i collegamenti tra Biel<strong>la</strong> e Valle Mosso,<br />

con <strong>la</strong> costruzione del<strong>la</strong> ferrovia, il cui tratto<br />

ricopriva anche le valli del Ponzone e<br />

del Sessera 1 .<br />

In cambio il Biellese ricevette un nuovo<br />

apporto umano e culturale, <strong>in</strong>dispensabile<br />

<strong>per</strong> le valli chiuse e scarsamente popo<strong>la</strong>te.<br />

Non va trascurato l’arricchimento demografico<br />

assicurato dalle giovani venete - e<br />

friu<strong>la</strong>ne - spesso ricordate come ragazze partico<strong>la</strong>rmente<br />

robuste, mentre quelle del posto<br />

apparivano <strong>in</strong>debolite. Inoltre gli autoctoni<br />

poterono vedere migliorare <strong>la</strong> loro<br />

Maurizia Palestro<br />

posizione sociale, dato che gli immigrati<br />

ai loro occhi, e specialmente durante i primi<br />

tempi, erano considerati <strong>in</strong>feriori 2 .<br />

Un altro argomento che nel<strong>la</strong> <strong>storia</strong> delle<br />

emigrazioni ha ricevuto una sempre crescente<br />

attenzione e che <strong>in</strong> questo caso è<br />

riscontrabile a tutti gli effetti, è il tasso di<br />

attività femm<strong>in</strong>ile, costantemente su<strong>per</strong>iore<br />

al 50 <strong>per</strong> cento del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione, sia <strong>per</strong><br />

l’<strong>in</strong>fluenza del <strong>la</strong>voro a domicilio (le donne<br />

contribuivano al bi<strong>la</strong>ncio familiare curando<br />

l’orto, le bestie o utilizzando il te<strong>la</strong>io<br />

a mano), sia con l’impiego nelle <strong>in</strong>dustrie.<br />

Fattori espulsivi dell’area vicent<strong>in</strong>a<br />

L’area che fornì <strong>la</strong> maggior manodo<strong>per</strong>a<br />

al Biellese comprendeva alcuni comuni del<br />

Vicent<strong>in</strong>o, che vissero anni molto difficili<br />

a causa di un’economia che non decol<strong>la</strong>va<br />

e delle guerre che tanto martoriarono quel<strong>la</strong><br />

zona 3 .<br />

Ascoltando gli <strong>in</strong>tervistati si scopre che<br />

fattori espulsivi erano presenti sia nell’ambiente<br />

montano, sia <strong>in</strong> quello di pianura. I<br />

comuni del<strong>la</strong> costa meridionale dell’Altopiano,<br />

oltre ad essere segnati dal<strong>la</strong> guerra,<br />

non conoscevano alcuno sviluppo. Le attività<br />

erano legate all’allevamento - quasi tutti<br />

avevano <strong>la</strong> stal<strong>la</strong> con le bestie - e al taglio<br />

del legname, i cui prodotti, oltre ad essere<br />

consumati, erano venduti nei paesi più<br />

a valle. Ma il guadagno era scarso e il trasporto<br />

richiedeva difficili trasferte, soprattutto<br />

durante i mesi <strong>in</strong>vernali.<br />

Chi <strong>in</strong>vece viveva più <strong>in</strong> basso, nei centri<br />

maggiori come Marostica, Schio, Bassano<br />

e gli altri paesi del circondario, poteva con-<br />

1 MONICA BASSOTTO PALTÒ, Donne e <strong>la</strong>voro. Industria e immigrazione nel Biellese (1900-<br />

1930), <strong>in</strong> “l’impegno”, a. XVIII, n. 2, agosto 1998, p. 8.<br />

2 Ibidem.<br />

3 CATERINA CORRADIN, Emigrazione al femm<strong>in</strong>ile. Dal<strong>la</strong> montagna vicent<strong>in</strong>a alle val<strong>la</strong>te<br />

tessili biellesi, tesi di <strong>la</strong>urea, Università degli Studi di Verona, 1988, p. 46.<br />

58 l’impegno

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