"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...
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zati erano afflitti da un alto tasso di mortalità<br />
<strong>in</strong>fantile e di rachitismo 25 .<br />
Il fatto che molte case fossero <strong>in</strong> pessime<br />
condizioni è spiegato nell’articolo già citato,<br />
che proseguiva accusando <strong>la</strong> cattiva<br />
igiene e <strong>la</strong> necessità di porvi un rimedio<br />
concreto: “Purtroppo <strong>in</strong> Biel<strong>la</strong> si contano<br />
a cent<strong>in</strong>aia e cent<strong>in</strong>aia le abitazioni con<br />
scarsa illum<strong>in</strong>azione, con camere prive di<br />
f<strong>in</strong>estre verso l’esterno, con <strong>in</strong>sufficiente<br />
cubatura, <strong>in</strong> condizioni cioè contrarie al<br />
vivere collettivo. [...] Scompariranno le cause<br />
pr<strong>in</strong>cipali di tante ma<strong>la</strong>ttie che ancora<br />
f<strong>la</strong>gel<strong>la</strong>no l’umanità, prima e più temibile:<br />
<strong>la</strong> tubercolosi. Non è necessario essere<br />
ricchi <strong>per</strong> avere un’abitazione pulita. Bisogna<br />
che sia compresa questa necessità: prima<br />
dai proprietari di case, che devono sentire<br />
il dovere di fornire ai propri <strong>in</strong>quil<strong>in</strong>i<br />
alloggi rispondenti ai giusti criteri dell’igiene<br />
<strong>per</strong> non lucrare al danno del<strong>la</strong> loro salute;<br />
e poi dagli <strong>in</strong>quil<strong>in</strong>i che devono, <strong>in</strong> ogni<br />
tempo mantenerli salubri, <strong>per</strong>ché curando<br />
<strong>la</strong> casa si cura se stessi e tanto più le abitazioni<br />
sono tenute con ord<strong>in</strong>e e pulizia tanto<br />
maggiore è il grado di civiltà raggiunto”.<br />
Si trattava di provvedimenti basati sul<br />
concetto di igiene sociale, che erano stati<br />
assunti <strong>in</strong> tutte le nazioni più co<strong>in</strong>volte dallo<br />
sviluppo <strong>in</strong>dustriale e dal conseguente<br />
<strong>in</strong>urbamento. Anche nel Biellese l’idea dell’abitazione<br />
o<strong>per</strong>aia si trasformò, seguendo<br />
<strong>in</strong> parte il modello dei “familisteri” francesi,<br />
ideati da Fourier, <strong>per</strong> un controllo diretto<br />
dell’azienda anche nell’ambito privato.<br />
Inizialmente, dunque, prevalse <strong>la</strong> coabitazione<br />
<strong>in</strong> alloggi di parenti e amici, anche<br />
Maurizia Palestro<br />
<strong>per</strong>ché l’accesso alle case popo<strong>la</strong>ri non fu<br />
né facile né immediato, essendo queste costruite<br />
da coo<strong>per</strong>ative e cantieri edilizi improvvisati,<br />
con l’arruo<strong>la</strong>mento di manovali<br />
pagati pochissimo 26 . E anche una volta<br />
ottenuto un alloggio le condizioni restavano<br />
precarie.<br />
Come raccontava una testimone ascoltata<br />
da Cater<strong>in</strong>a Corrad<strong>in</strong>, “nel<strong>la</strong> zona Valsessera,<br />
da Pray a Coggio<strong>la</strong> a Crevacuore, erano<br />
istituite le case o<strong>per</strong>aie che erano né più<br />
né meno dormitori. Quattro <strong>per</strong>sone <strong>per</strong><br />
stanza, c’erano quattro letti, un guardaroba<br />
- armadio con una tenda, una stufa, una tavo<strong>la</strong>,<br />
due panche”.<br />
Col tempo i vil<strong>la</strong>ggi o<strong>per</strong>ai o le case furono<br />
fatti costruire anche dagli imprenditori<br />
biellesi, anche se qui si riscontrarono<br />
gli stessi pregiudizi manifestati dagli o<strong>per</strong>ai<br />
parig<strong>in</strong>i: a fondamento di tali progetti<br />
edilizi, <strong>in</strong>fatti, si <strong>per</strong>cepiva il concetto dell’o<strong>per</strong>aio<br />
come un essere <strong>in</strong>feriore. I padroni,<br />
seppur <strong>in</strong> forma paternalistica, avrebbero<br />
avuto un controllo diretto a tempo cont<strong>in</strong>uato,<br />
dentro e fuori <strong>la</strong> fabbrica 27 .<br />
Nel circondario biellese sorsero così due<br />
vil<strong>la</strong>ggi o<strong>per</strong>ai (presso <strong>la</strong> Fi<strong>la</strong>tura di Tollegno<br />
e <strong>la</strong> Pett<strong>in</strong>atura di Vigliano), dove ogni<br />
abitazione era accuratamente separata dalle<br />
altre, con <strong>in</strong>gresso proprio o, se <strong>in</strong> comune<br />
con altri, a<strong>per</strong>to e <strong>in</strong> piena luce verso <strong>la</strong><br />
strada. Ogni famiglia aveva un proprio orto<br />
e il solo punto di riferimento era l’azienda.<br />
Nei centri delle val<strong>la</strong>te <strong>la</strong>niere sorsero poi<br />
numerose case o<strong>per</strong>aie, <strong>in</strong>tegrandosi agli<br />
<strong>in</strong>sediamenti preesistenti e rispettando gli<br />
stessi rigorosi pr<strong>in</strong>cipi di convivenza. I gio-<br />
25 GIOVANNA COVA, Problematiche sociali nell’<strong>in</strong>dustrializzazione biellese. Il vil<strong>la</strong>ggio<br />
o<strong>per</strong>aio del<strong>la</strong> fi<strong>la</strong>tura di Tollegno, <strong>in</strong> “l’impegno”, a. V, n. 3, settembre 1985 e a. V, n. 4,<br />
dicembre 1985.<br />
26 Si veda <strong>in</strong>oltre VALERIO CASTRONOVO, Una nuova realtà umana e sociale, <strong>in</strong> ID (a cura<br />
di), Storia d’Italia <strong>per</strong> regioni. Il Piemonte, Tor<strong>in</strong>o, E<strong>in</strong>audi, 1978.<br />
27 G. COVA, art. cit., p. 2.<br />
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