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"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...

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fondamentalmente del<strong>la</strong> crisi dello stato<br />

sovrano e del contemporaneo emergere di<br />

altre entità (sub-nazionali, sovra-nazionali<br />

o addirittura non nazionali) dotate di una<br />

sovranità che, se talvolta non è giuridicamente<br />

formalizzata o accettata (si pensi al<br />

crim<strong>in</strong>e organizzato, ai pirati <strong>in</strong>formatici o<br />

ai grandi f<strong>in</strong>anzieri), è purtuttavia decisamente<br />

reale e <strong>in</strong> grado di imporre <strong>la</strong> propria<br />

volontà (essenza del<strong>la</strong> guerra) alle tradizionali<br />

forme del potere politico. La tesi non<br />

è nuova, certamente, ma quello che è affasc<strong>in</strong>ante<br />

(e qui sta l’<strong>in</strong>teresse dell’o<strong>per</strong>a) è<br />

veder<strong>la</strong> filtrata attraverso le categorie mentali<br />

del<strong>la</strong> cultura c<strong>in</strong>ese che sono pur sempre<br />

predom<strong>in</strong>anti anche <strong>in</strong> un o<strong>per</strong>a così<br />

“<strong>in</strong>ternazionale”. A parte alcune facili polemiche<br />

contro l’establishment americano<br />

accusato di essere troppo conservatore e di<br />

puntare <strong>in</strong> modo esclusivo sul<strong>la</strong> tecnologia<br />

militare, è molto <strong>in</strong>teressante accorgersi<br />

come, attraverso un modo di pensare che<br />

procede dialetticamente <strong>per</strong> coppie concettuali,<br />

emerga un quadro assai accurato del<strong>la</strong><br />

guerra presente e soprattutto futura. Una<br />

guerra che molto probabilmente non vedrà<br />

l’uso di mezzi militari, né lo spargimento di<br />

alcuna goccia di sangue, ma sarà egualmente<br />

cruenta e foriera di decisivi cambiamenti<br />

politici, <strong>per</strong>ché <strong>in</strong>ciderà sul patrimonio f<strong>in</strong>anziario,<br />

sulle reti <strong>in</strong>formatiche, sul<strong>la</strong> struttura<br />

sociale di <strong>in</strong>teri paesi. Allo stesso modo,<br />

è molto <strong>in</strong>teressante vedere come, nel<strong>la</strong><br />

cultura c<strong>in</strong>ese, <strong>la</strong> <strong>storia</strong> e <strong>la</strong> filosofia, anche<br />

di secoli addietro, siano tenute <strong>in</strong> grandissima<br />

considerazione, siano cose vive, <strong>per</strong>ché<br />

danno l’impronta al modo di pensare<br />

del c<strong>in</strong>ese contemporaneo. A noi occidentali<br />

poi, così abituati ad un eccessivo rigore<br />

analitico, risulta affasc<strong>in</strong>ante scoprire come<br />

l’<strong>in</strong>tuizione, l’analogia e <strong>per</strong>f<strong>in</strong>o l’uso di<br />

term<strong>in</strong>i poetici <strong>per</strong> illustrare e spiegare, siano<br />

strumenti abituali del<strong>la</strong> cultura c<strong>in</strong>ese.<br />

A molti americani questo libro è sembrato<br />

una teorizzazione e una giustificazione<br />

dei metodi non ortodossi di guerra, primo<br />

fra tutti il terrorismo; <strong>in</strong> realtà esso contiene<br />

una analisi affasc<strong>in</strong>ante dei modi <strong>in</strong> cui il<br />

conflitto può essere prima capito e poi con-<br />

<strong>in</strong> biblioteca<br />

dotto ed è, quest’o<strong>per</strong>a, soprattutto un affasc<strong>in</strong>ante<br />

esempio del<strong>la</strong> profondità e raff<strong>in</strong>atezza<br />

di una cultura millenaria che pare<br />

non aver risentito dello scorrere del tempo.<br />

Paolo Ceo<strong>la</strong><br />

Jacques R. Pauwels<br />

Il mito del<strong>la</strong> guerra buona<br />

Gli Usa e <strong>la</strong> Seconda Guerra Mondiale<br />

Roma, Datanews, 2003, pp. 253, € 14,46.<br />

Nell’odierno dibattito fra “filoamericani”<br />

e “antiamericani” il libro dello storico<br />

canadese si colloca con questi ultimi. Infatti,<br />

<strong>in</strong> quest’o<strong>per</strong>a di s<strong>in</strong>tesi, prodotta usando<br />

come fonti ricerche e studi di storici americani,<br />

<strong>in</strong>tende decostruire quello che è oggi<br />

un assunto di carattere comune e generale:<br />

tra tutte le guerre combattute dagli Stati Uniti,<br />

<strong>la</strong> partecipazione al<strong>la</strong> seconda guerra mondiale<br />

fu dettata da nobili, buoni e giusti motivi.<br />

La tesi sostenuta è che l’<strong>in</strong>tervento degli<br />

Stati Uniti nell’ultima guerra mondiale<br />

non fu dettato dall’altruismo, dall’amore <strong>per</strong><br />

<strong>la</strong> libertà vio<strong>la</strong>ta, dal disprezzo verso le dittature<br />

fascista e nazista, <strong>per</strong> porre f<strong>in</strong>e alle<br />

discrim<strong>in</strong>azioni razziali e al<strong>la</strong> <strong>per</strong>secuzione<br />

degli ebrei nell’Europa sotto il dom<strong>in</strong>io<br />

nazista e <strong>per</strong> contrastare l’autoritarismo militarista<br />

giapponese che di<strong>la</strong>gava nel Pacifico,<br />

ma da specifiche ragioni legate ad <strong>in</strong>teressi<br />

economici e politici dell’élite dirigente<br />

americana.<br />

Prima del conflitto l’establishment imprenditoriale<br />

americano e quello politico<br />

guardarono con <strong>in</strong>teresse e simpatia all’avvento<br />

dei fascismi <strong>in</strong> Italia e <strong>in</strong> Germania,<br />

<strong>in</strong> quanto erano più anticomunisti che antifascisti.<br />

Politicamente quei regimi erano<br />

una riposta forte e positiva al<strong>la</strong> m<strong>in</strong>accia<br />

bolscevica, riportavano l’ord<strong>in</strong>e padronale<br />

e imprenditoriale, erano un esempio, che<br />

agli imprenditori americani piaceva, di come<br />

si distruggevano gli <strong>in</strong>tralci che i s<strong>in</strong>dacati<br />

ponevano al libero sfruttamento e asservimento<br />

del<strong>la</strong> manodo<strong>per</strong>a. Molte imprese<br />

americane fecero buoni affari con questi<br />

regimi. Senza i veicoli a motore americani<br />

128 l’impegno

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