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"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...

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saggi<br />

MARIA FERRAGATTA - ORAZIO PAGGI<br />

Dal c<strong>in</strong>ema resistenziale al c<strong>in</strong>ema resistente<br />

Miti e poetiche filmiche dal dopoguerra a oggi<br />

I tedeschi hanno appena compiuto un rastrel<strong>la</strong>mento<br />

<strong>in</strong> un caseggiato popo<strong>la</strong>re romano.<br />

I sospetti sono stati caricati sul<strong>la</strong> camionetta,<br />

alcune donne attonite restano immobili<br />

contro il muro. All’improvviso una<br />

di loro si stacca dal gruppo, <strong>in</strong>segue i nazisti<br />

che si stanno portando via il suo uomo.<br />

Una breve corsa, un grido, poi una raffica<br />

<strong>la</strong> falcia, <strong>la</strong>sciando<strong>la</strong> al suolo. Di tante scene<br />

di film resistenziali questa di “Roma<br />

città a<strong>per</strong>ta”, con Anna Magnani riversa sul<br />

selciato, resta <strong>la</strong> più efficace ed emblematica<br />

nel riassumere da un <strong>la</strong>to l’orrore di una<br />

violenza metodicamente brutale, dall’altro<br />

l’eroismo oscuro e quotidiano con cui molti<br />

si sono opposti al<strong>la</strong> barbarie con il semplice<br />

e reciso “no” delle loro coscienze. Del<br />

resto se, come afferma Jean-Luc Godard,<br />

“Tous les chem<strong>in</strong>s mènent à Rome ville ouverte”<br />

1 , di tanti film sul<strong>la</strong> <strong>Resistenza</strong> questo<br />

è probabilmente il più <strong>in</strong>cisivo nel restituire<br />

lo spirito autentico del movimento<br />

di liberazione. Realizzato da Rossell<strong>in</strong>i nei<br />

primi mesi del ’45 e proiettato <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima<br />

volta nel<strong>la</strong> capitale nel settembre dello stesso<br />

anno, “Roma città a<strong>per</strong>ta” esprime l’urgenza<br />

di testimoniare “a caldo” un evento<br />

che ha cambiato <strong>la</strong> <strong>storia</strong>, <strong>in</strong>sieme al<strong>la</strong> vo-<br />

lontà di r<strong>in</strong>ascita e purificazione di un paese<br />

<strong>la</strong>cerato che cerca di ritrovare <strong>la</strong> propria<br />

dignità morale. È una dignità <strong>per</strong>duta ai<br />

propri occhi e agli occhi degli stessi nemici,<br />

come s<strong>in</strong>tetizza bene <strong>la</strong> scena <strong>in</strong> cui, sentendo<br />

le ur<strong>la</strong> di un prigioniero che giungono<br />

attraverso una porta chiusa, un ufficiale<br />

tedesco commenta ironicamente: “Quanto<br />

gridano questi italiani”. Parole denigratorie,<br />

sgradevolmente simili a quelle del colonnello<br />

nazista di “Dieci italiani <strong>per</strong> un<br />

tedesco” di Filippo Walter Ratti che, all’ipotesi<br />

di un’<strong>in</strong>surrezione popo<strong>la</strong>re provocata<br />

dalle rappresaglie tedesche ribatte: “I<br />

romani non faranno mai una rivoluzione.<br />

Sono troppo occupati a mangiare pastasciutta<br />

e a bere v<strong>in</strong>o dei Castelli”. Ma è una<br />

disistima <strong>in</strong>teriorizzata dagli stessi italiani.<br />

Non <strong>la</strong>scia dubbi <strong>in</strong> proposito l’affermazione<br />

del dottore che, <strong>in</strong> “Era notte a Roma”<br />

di Rossell<strong>in</strong>i, spiega a un ufficiale <strong>in</strong>glese<br />

come mai nel ’43 siano rimasti <strong>in</strong> pochi gli<br />

italiani a dichiararsi ancora fascisti. “Gli<br />

italiani sono come banderuole al vento.<br />

Quando tutto andava bene eravamo tutti fascisti.<br />

Adesso che le cose si sono messe<br />

male non è rimasto un solo fascista. Infatti<br />

sono tutti passati al<strong>la</strong> parte opposta”. Si ca-<br />

1 GIAN PIERO BRUNETTA (a cura di), Storia del c<strong>in</strong>ema mondiale, Tor<strong>in</strong>o, E<strong>in</strong>audi, 2000,<br />

volume III, tomo I, p. 588.<br />

l’impegno 25

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