"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...
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Stati Uniti d’America contro Unione europea<br />
Come chiamare il rapporto <strong>in</strong> corso tra gli<br />
Stati Uniti d’America e l’Unione europea?<br />
Stando alle valutazioni espresse nell’articolo<br />
di Gerard Baker e ai m<strong>in</strong>acciosi propositi<br />
di destabilizzanti <strong>in</strong>terferenze negli<br />
affari <strong>in</strong>terni europei, il term<strong>in</strong>e adeguato<br />
è conflitto. Gli Usa sono <strong>in</strong> una condizione<br />
di conflitto con l’Ue. Non tutti, naturalmente,<br />
sono d’accordo su una tale affermazione.<br />
Ad alcuni, il solo pensiero di un conflitto<br />
tra il vecchio cont<strong>in</strong>ente e l’America<br />
suscita brividi e <strong>in</strong>cubi. Per altri è <strong>in</strong>vece,<br />
piaccia o non piaccia, <strong>la</strong> condizione nel<strong>la</strong><br />
quale ci troviamo.<br />
Per Barbara Sp<strong>in</strong>elli questa condizione<br />
potrebbe essere positiva <strong>per</strong> il futuro dell’Europa.<br />
A questo proposito scrive: “Forse,<br />
se leggessero ‘The Weekly Standard’, i<br />
politici europei <strong>per</strong>derebbero quello che<br />
attualmente li consuma: <strong>la</strong> sfiducia ost<strong>in</strong>ata<br />
<strong>in</strong> se stessi, l’<strong>in</strong>credulità verso le proprie<br />
risorse, e quello speciale rifiuto di muoversi<br />
che è tipico dei c<strong>in</strong>ici, e che nasce dal<strong>la</strong><br />
paura di non arrivare, di non poter sopravvivere<br />
a parziali <strong>in</strong>successi. Ci sono forze<br />
niente affatto secondarie <strong>in</strong> America che<br />
vedono scaturire una potenza - dall’Europa<br />
- che l’Europa nemmeno sospetta” 3 .<br />
In realtà l’Europa non solo sospetta: l’Europa<br />
sa del<strong>la</strong> propria forza. Sorprendentemente,<br />
è dall’<strong>in</strong>terno degli amm<strong>in</strong>istratori<br />
d’impresa (una categoria che <strong>in</strong> genere non<br />
ha <strong>in</strong>teresse a manifestare troppo a<strong>per</strong>tamente<br />
il proprio punto di vista) che si vede<br />
e si dichiara <strong>la</strong> potenza dell’Europa. Ritenendo<br />
forse il luogo e il pubblico partico<strong>la</strong>rmente<br />
adeguato, Corrado Passera, amm<strong>in</strong>istratore<br />
delegato di Banca Intesa, tra i tre<br />
primi raggruppamenti bancari italiani,<br />
esprime con queste parole il proprio pen-<br />
siero: “L’Europa sta sfruttando solo <strong>in</strong> picco<strong>la</strong><br />
parte il proprio potenziale politico.<br />
Peso politico vuol dire <strong>in</strong>fluenza e crescita.<br />
Nel processo di globalizzazione - che è<br />
stata <strong>in</strong>ventata e avviata dall’Europa - vogliamo<br />
<strong>la</strong>sciare decidere tutto dagli Usa?<br />
[...] I nostri concorrenti sono più conv<strong>in</strong>ti<br />
di noi del<strong>la</strong> possibilità dell’Europa di diventare<br />
anche una potenza politica: basta<br />
leggere il ‘Weekly Standard’ di tre settimane<br />
fa. [...] <strong>la</strong> vera mol<strong>la</strong> che potrà far ripartire<br />
<strong>la</strong> crescita sarà soprattutto <strong>la</strong> politica -<br />
<strong>la</strong> grande politica - del<strong>la</strong> quale si vedono<br />
<strong>per</strong> ora pochi esempi” 4 .<br />
Quel<strong>la</strong> attuale è una fase confusa e di<br />
grande <strong>in</strong>decisione. Sono parecchi gli analisti<br />
che, come Barbara Sp<strong>in</strong>elli, hanno ormai<br />
diviso con grande determ<strong>in</strong>azione il<br />
campo, ritenendo che l’antagonismo tra<br />
Usa e Ue sia il motivo del confronto <strong>in</strong>ternazionale<br />
di oggi e del futuro. Sono tuttavia<br />
<strong>in</strong> numero ben maggiore gli osservatori,<br />
analisti e giornalisti, che sembrano non<br />
voler credere a quanto vedono i loro occhi<br />
e a quanto sentono le loro orecchie.<br />
Iniziato poco più di un anno fa, un confronto<br />
di tale portata tra le due sponde dell’At<strong>la</strong>ntico<br />
è troppo giovane e si è manifestato<br />
<strong>in</strong> modo del tutto <strong>in</strong>atteso <strong>per</strong> poter<br />
essere assimi<strong>la</strong>to da ceti dirigenti che si<br />
sono formati e hanno degnamente vissuto<br />
gran parte del<strong>la</strong> propria vita nel mondo bipo<strong>la</strong>re.<br />
Sebbene questo mondo sia f<strong>in</strong>ito da<br />
quattordici anni, è <strong>la</strong> seconda guerra mondiale<br />
(Sgm) e <strong>la</strong> spartizione del mondo <strong>in</strong><br />
sfere d’<strong>in</strong>fluenza, con re<strong>la</strong>tiva guerra fredda,<br />
<strong>la</strong> realtà mentale delle c<strong>la</strong>ssi politiche<br />
(con poche significative eccezioni) nei paesi<br />
dell’Europa occidentale. E ancora di più<br />
<strong>in</strong> quelli dell’Europa orientale. L’obiettivo<br />
3 Quest’Europa s’ha da fare, <strong>in</strong> “La Stampa”, 21 settembre 2003.<br />
4 Europa, più fiducia <strong>per</strong> <strong>la</strong> crescita, Parigi, <strong>in</strong>tervento all’associazione dei <strong>la</strong>ureati<br />
dell’École national d’adm<strong>in</strong>istration, <strong>in</strong> “Il Sole 24 Ore”, 8 ottobre 2003.<br />
a. XXIII, n. s., n. 2, dicembre 2003 7