"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...
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Stati Uniti d’America contro Unione europea<br />
no dopo giorno è semplicemente tragico:<br />
<strong>in</strong> soldati caduti, <strong>in</strong> costi militari, <strong>in</strong> deficit<br />
del budget statale, <strong>in</strong> credibilità <strong>in</strong>ternazionale,<br />
<strong>in</strong> credibilità all’<strong>in</strong>terno del paese, <strong>in</strong><br />
coesione <strong>in</strong>terna al<strong>la</strong> stessa amm<strong>in</strong>istrazione.<br />
L’articolo del “Weekly Standard”, che<br />
ha un’<strong>in</strong>dubbia portata strategica, va altresì<br />
letto nel<strong>la</strong> sua valenza immediata: il riaprirsi<br />
di una lotta senza esclusione di colpi tra<br />
le due anime dell’amm<strong>in</strong>istrazione, i neoconservatori<br />
uni<strong>la</strong>teralisti e i vecchi repubblicani<br />
moderati e multi<strong>la</strong>teralisti.<br />
Tuttavia, sei mesi di polverosa palude irachena<br />
non sono stati sufficienti <strong>per</strong> <strong>in</strong>durre<br />
a guardare <strong>in</strong> modo più pacato, meno<br />
militante, ai mutamenti nel mondo. La risoluzione<br />
che gli Stati Uniti hanno presentato<br />
alle Nazioni unite <strong>per</strong> trasformare l’occupazione<br />
militare Usa dell’Iraq <strong>in</strong> occupazione<br />
provvisoria e missione di ricostruzio-<br />
ne sotto l’egida dell’Onu, ha dovuto sottostare<br />
a un lungo esame da parte dei membri<br />
del Consiglio di sicurezza. È stato un confronto<br />
forse troppo spettaco<strong>la</strong>rizzato, almeno<br />
secondo i canoni del<strong>la</strong> diplomazia. Ma<br />
era forse necessario salire sul palcoscenico<br />
<strong>per</strong>ché tutti vedessero come sette membri<br />
su qu<strong>in</strong>dici (Francia, Germania, Russia, C<strong>in</strong>a,<br />
Siria, Messico e Cile) più il segretario dell’Onu,<br />
Kofi Annan, tenevano <strong>per</strong> due mesi<br />
<strong>la</strong> potenza unica mondiale appesa a un <strong>la</strong>pidario<br />
“siamo delusi”. Tre membri <strong>per</strong>manenti,<br />
su c<strong>in</strong>que, che dicono “no”. La Francia<br />
che annuncia che non eserciterà il potere<br />
di veto <strong>per</strong>ché comunque non ce ne sarà<br />
bisogno. E il segretario di Stato Col<strong>in</strong> Powell<br />
<strong>in</strong>vitato a <strong>in</strong>tegrare, modificare, migliorare <strong>la</strong><br />
risoluzione aff<strong>in</strong>ché possa essere accettata.<br />
Poche settimane prima, il 23 settembre,<br />
all’Assemblea generale delle Nazioni uni-<br />
lisi, dal titolo estremamente significativo: Un eroico e patetico Re Lear. Il presidente francese<br />
ribadisce il disaccordo con Bush e resta iso<strong>la</strong>to, apparsa il 4 giugno 2003 (dunque<br />
con un certo aggio rispetto ai giorni del<strong>la</strong> guerra propriamente detta: siamo ai giorni del<strong>la</strong><br />
conferenza a Evian del G8) su “Il Sole 24 Ore”, a firma Adriana Cerretelli: “C<strong>la</strong>morosamente<br />
snobbato da Bush; mal sopportato dall’<strong>in</strong>glese Tony B<strong>la</strong>ir, sempre ansioso di compiacere<br />
l’amico americano con <strong>la</strong> propria fedeltà; tradito dal russo V<strong>la</strong>dimir Put<strong>in</strong>, che oggi sgomita<br />
<strong>per</strong> stare <strong>in</strong> prima fi<strong>la</strong> accanto al v<strong>in</strong>citore; abbandonato dal tedesco Gerhard Schröder,<br />
prostratosi <strong>in</strong> scuse <strong>per</strong> far dimenticare l’<strong>in</strong>cidente iracheno, Chirac ieri assomigliava al<br />
vecchio Re Lear senza più corona né regno. Senza Europa. Senza più amici né alleati. Nessuno”.<br />
Tutto sommato, l’esempio meno crudele circa <strong>la</strong> scarsa <strong>per</strong>spicacia dei media italiani<br />
<strong>in</strong> generale.<br />
Certo più curioso, e significativo, è lo sguardo a corta focale utilizzato da Lucio Caracciolo<br />
- il direttore del<strong>la</strong> rivista di geopolitica “Limes”: un autore, dunque, <strong>la</strong> cui prima<br />
qualità dovrebbe consistere nel sa<strong>per</strong> all<strong>in</strong>eare <strong>la</strong> cronaca politica quotidiana al<strong>la</strong> visuale<br />
del<strong>la</strong> media prospettiva - <strong>in</strong> una nota su “L’Espresso” del 15 maggio 2003, che, <strong>in</strong> Europa<br />
a due velocità, scrive: “[...] si possono <strong>in</strong>travedere le manovre di alcune potenze. In primo<br />
luogo <strong>la</strong> Francia, impegnata ‘pragmaticamente’ a riprendersi dal<strong>la</strong> sconfitta del<strong>la</strong> guerra.<br />
Solo fra qualche anno, forse, potremo misurare a pieno il senso del divorzio franco-americano,<br />
cioè del<strong>la</strong> rottura fra le uniche due nazioni al mondo che si attribuiscono, senza ironia,<br />
una missione universale. La non partecipazione francese al<strong>la</strong> vittoria americana comporta<br />
<strong>in</strong>evitabilmente un riall<strong>in</strong>eamento del<strong>la</strong> politica europea di Parigi. Dopo aver rimorchiato<br />
<strong>la</strong> nave tedesca nel porto delle nebbie, Chirac appare condannato a recu<strong>per</strong>are un<br />
decente rapporto con B<strong>la</strong>ir. Non <strong>in</strong>ganni a questo proposito l’<strong>in</strong>termezzo del vertice carol<strong>in</strong>gio<br />
a quattro (Francia, Germania, Lussemburgo, Belgio), dest<strong>in</strong>ato ad abortire un<br />
non-progetto di difesa europea”.<br />
a. XXIII, n. s., n. 2, dicembre 2003 11