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"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...

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Aspettando <strong>la</strong> rivoluzione<br />

cali [...] che si possono osservare <strong>in</strong> diversi<br />

paesi [...] <strong>la</strong> III Internazionale ha oggi una<br />

grande lotta da condurre, una lotta contro<br />

le tendenze destre, contro quelle centriste,<br />

quelle semi-centriste e quelle opportuniste.<br />

Se dunque abbiamo espulso Levi dal Vkpd<br />

e negato l’accesso nel<strong>la</strong> III Internazionale<br />

al Psi e con lui a Serrati, non dobbiamo ancora<br />

credere che <strong>la</strong> III Internazionale si sia<br />

ormai liberata da tutte le tendenze centriste<br />

e da quelle opportuniste” 28 .<br />

L’<strong>in</strong>transigenza adottata nel<strong>la</strong> lotta contro<br />

le degenerazioni socialdemocratiche e<br />

centriste mal si conciliava con i possibili<br />

sviluppi del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> d’ord<strong>in</strong>e “alle masse”;<br />

nel suo discorso Terrac<strong>in</strong>i adombrava <strong>la</strong><br />

possibilità e il <strong>per</strong>icolo di un ritorno a quel<br />

pr<strong>in</strong>cipio democratico dal quale i partiti<br />

comunisti si erano faticosamente allontanati<br />

attraverso le scissioni dai socialisti. Del<br />

partito, espressione dell’avanguardia del<br />

proletariato, avrebbero dovuto <strong>in</strong>vece far<br />

parte esclusivamente gli elementi più attivi<br />

del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse o<strong>per</strong>aia, che solo lo sviluppo<br />

delle condizioni oggettive e l’<strong>in</strong>asprimento<br />

del<strong>la</strong> lotta di c<strong>la</strong>sse (di cui le agitazioni<br />

del dopoguerra erano le manifestazioni più<br />

evidenti) avrebbe sosp<strong>in</strong>to sul terreno del<strong>la</strong><br />

lotta comunista. La conv<strong>in</strong>zione del carattere<br />

ascendente del moto proletario non<br />

esimeva <strong>per</strong>ò i partiti comunisti dall’azione;<br />

anzi, li impegnava ad educare le masse<br />

<strong>per</strong> mezzo dell’azione, del<strong>la</strong> lotta sul campo,<br />

<strong>in</strong>dicando loro come, <strong>in</strong> una fase contraddist<strong>in</strong>ta<br />

dal<strong>la</strong> crisi def<strong>in</strong>itiva del capitalismo<br />

e dall’acutizzarsi degli scontri,<br />

<strong>la</strong> tattica offensiva fosse l’unica adottabile:<br />

“Quando si par<strong>la</strong> di teoria dell’offensiva<br />

[...] si vuole sottol<strong>in</strong>eare che una tendenza<br />

d<strong>in</strong>amica sostituirà quel<strong>la</strong> statica che f<strong>in</strong>ora<br />

aveva messo radice <strong>in</strong> quasi tutti i parti-<br />

28 Idem, p. 500.<br />

29 Idem, p. 508.<br />

ti comunisti del<strong>la</strong> III Internazionale. Con<br />

<strong>la</strong> formu<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Teoria dell’offensiva si contraddist<strong>in</strong>gue<br />

il trapasso dal <strong>per</strong>iodo dell’<strong>in</strong>attività<br />

a quello dell’attività” 29 .<br />

A ragione Paolo Spriano ricorda come il<br />

dissenso del Pcd’I con i vertici dell’Internazionale<br />

comunista fosse solo agli <strong>in</strong>izi,<br />

che nei mesi successivi avrebbe assunto<br />

dimensioni via via più drammatiche f<strong>in</strong>o<br />

a sfociare, nell’agosto 1922, <strong>in</strong> una vera e<br />

propria crisi del gruppo dirigente italiano.<br />

Lo scontro più evidente sarebbe avvenuto<br />

attorno al<strong>la</strong> possibilità di giungere al<strong>la</strong><br />

fusione tra il Pcd’I e il Psi, traduzione nazionale<br />

del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> d’ord<strong>in</strong>e “andare alle<br />

masse”: Mosca, <strong>in</strong>travista <strong>la</strong> possibilità di<br />

gettare un nuovo ponte tra socialisti e comunisti,<br />

non voleva sprecare l’occasione<br />

di dar vita ad una organizzazione di massa,<br />

su<strong>per</strong>ando gli esiti del congresso di Livorno;<br />

di contro il Pcd’I non avrebbe fatto mistero<br />

del<strong>la</strong> sua irritazione di fronte ad una<br />

<strong>in</strong>iziativa che rischiava di mettere <strong>in</strong> discussione<br />

lo stesso gruppo dirigente. A ben<br />

vedere, <strong>la</strong> “questione italiana” non era <strong>per</strong>ò<br />

che il riflesso più appariscente di un dissenso<br />

che riguardava <strong>la</strong> stessa prospettiva<br />

strategica del<strong>la</strong> rivoluzione. Le posizioni<br />

del Pcd’I sarebbero state cristallizzate def<strong>in</strong>itivamente<br />

al II Congresso del partito,<br />

nel marzo successivo, e tuttavia, anche su<br />

questo, nei mesi successivi le divergenze<br />

si sarebbero fatte sempre più evidenti.<br />

La seconda metà del 1921 fu contrassegnata<br />

da una generale <strong>in</strong>tensificazione dell’offensiva<br />

delle c<strong>la</strong>ssi dom<strong>in</strong>anti sia a livello<br />

politico che economico: “La crisi dell’<strong>in</strong>dustria<br />

e <strong>la</strong> disoccupazione, che facilitavano<br />

tra l’altro una ‘di<strong>la</strong>gante’ epurazione<br />

nelle fabbriche, avevano creato le condizioni<br />

più favorevoli <strong>per</strong> il padronato <strong>per</strong><br />

a. XXIII, n. s., n. 2, dicembre 2003 51

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