"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...
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postazioni partigiane e sono morte tanto<br />
quanto gli uom<strong>in</strong>i. Ma sceneggiatori e registi<br />
hanno preferito mostrarcele <strong>per</strong> lo più<br />
mentre piangono <strong>per</strong> i mariti e i figli, sconfitte<br />
da eventi più grandi di loro.<br />
Basti pensare a “La ciociara” (1960) di<br />
Vittorio De Sica, tratto dal romanzo omonimo<br />
di Alberto Moravia. Sfol<strong>la</strong>ta da Roma<br />
<strong>in</strong> Ciociaria <strong>in</strong>sieme al<strong>la</strong> figlia tredicenne<br />
Rosetta, <strong>la</strong> giovane vedova Cesira vive il<br />
fascismo, <strong>la</strong> guerra, l’occupazione nazista<br />
come un problema strettamente <strong>in</strong>dividuale.<br />
Ci sono i bombardamenti alleati da sfuggire,<br />
il negozio di cui è proprietaria da <strong>la</strong>sciare<br />
a <strong>per</strong>sone fidate durante <strong>la</strong> sua assenza,<br />
c’è il problema del cibo che scarseggia.<br />
C’è soprattutto Rosetta da proteggere dai<br />
patimenti del conflitto.<br />
Quello di Cesira è il qualunquismo del<strong>la</strong><br />
gente comune tiepidamente favorevole a<br />
Mussol<strong>in</strong>i che si ribel<strong>la</strong> solo quando viene<br />
toccata nel suo “particu<strong>la</strong>re”, l’atavica <strong>in</strong>differenza<br />
contad<strong>in</strong>a disposta a sottomettersi<br />
a qualunque padrone pur di avere un<br />
m<strong>in</strong>imo benessere garantito. “Se non venivano<br />
a bombardare non andavamo poi male”<br />
è l’op<strong>in</strong>ione di Cesira, che <strong>in</strong> quelle campagne<br />
iso<strong>la</strong>te viene a contatto con un atteggiamento<br />
diametralmente opposto al suo<br />
quando conosce l’antifascista Michele.<br />
Idealista, unico acculturato <strong>in</strong> un paese<br />
di illetterati, Michele si <strong>in</strong>digna di fronte<br />
al<strong>la</strong> passività di chi lo circonda. Emblematica<br />
<strong>in</strong> questo senso è <strong>la</strong> scena <strong>in</strong> cui legge<br />
agli sfol<strong>la</strong>ti il brano evangelico del<strong>la</strong> resurrezione<br />
di Lazzaro e viene cont<strong>in</strong>uamente<br />
<strong>in</strong>terrotto dalle chiacchiere del suo disattento<br />
uditorio, preoccupato solo di essere<br />
derubato delle proprie riserve alimentari.<br />
Sono le stesse <strong>per</strong>sone, riunite a festeggiare<br />
un anniversario all’arrivo di Cesira, che<br />
hanno dichiarato di <strong>in</strong>fischiarsene di chi<br />
v<strong>in</strong>ca <strong>la</strong> guerra purché tutto f<strong>in</strong>isca presto,<br />
<strong>per</strong> poi <strong>in</strong>tonare <strong>in</strong> coro “Faccetta nera” non<br />
Maria Ferragatta - Orazio Paggi<br />
appena Michele se ne è andato. Come Lazzaro<br />
sono morti, non nel corpo ma nell’anima,<br />
e nemmeno Cristo può farli risorgere,<br />
commenta amareggiato Michele. Poi <strong>per</strong>ò,<br />
alludendo al<strong>la</strong> propria esitazione nel prendere<br />
una posizione netta si corregge: “Sono<br />
io il morto”. Quando f<strong>in</strong>almente si affranca<br />
dal<strong>la</strong> mancanza di coraggio e decide di<br />
raggiungere i partigiani <strong>in</strong> montagna è troppo<br />
tardi. Un gruppo di tedeschi <strong>in</strong> fuga lo<br />
costr<strong>in</strong>ge a guidarli attraverso i monti e qui<br />
trova <strong>la</strong> morte.<br />
Se l’<strong>in</strong>contro con Michele co<strong>in</strong>volge Cesira<br />
sul piano affettivo non serve <strong>per</strong>ò a risvegliare<br />
<strong>la</strong> sua coscienza civile. Il suo<br />
dramma di donna e di madre esplode quando,<br />
all’arrivo delle truppe alleate, mentre<br />
sta ritornando a Roma a piedi, viene violentata<br />
<strong>in</strong>sieme al<strong>la</strong> figlia <strong>in</strong> una chiesa diroccata<br />
da un gruppo di soldati marocch<strong>in</strong>i.<br />
La scena è agghiacciante, suggel<strong>la</strong>ta<br />
dallo sguardo colmo di orrore del<strong>la</strong> ragazz<strong>in</strong>a.<br />
E <strong>la</strong> pietosa tenerezza con cui Cesira,<br />
dopo lo stupro, le ravvia i capelli scomposti,<br />
ricorda dolorosamente l’immag<strong>in</strong>e di<br />
una Pietà. Per lei <strong>per</strong>ò queste restano disgrazie<br />
<strong>per</strong>sonali. Che al<strong>la</strong> loro orig<strong>in</strong>e, almeno<br />
<strong>in</strong>direttamente, vi sia stata una dittatura<br />
con le sue conseguenze e che molti, fra<br />
cui Michele, le abbiano opposto resistenza<br />
a proprio rischio e <strong>per</strong>icolo, <strong>in</strong> un certo<br />
senso non <strong>la</strong> tocca. Lo esprime bene <strong>la</strong> sequenza<br />
f<strong>in</strong>ale <strong>in</strong> cui, seduta su un letto,<br />
conso<strong>la</strong> <strong>la</strong> figlia s<strong>in</strong>ghiozzante che ha appena<br />
appreso <strong>la</strong> morte di Michele, ripetendole<br />
come una n<strong>in</strong>na-nanna (o come un esorcismo<br />
contro il male del<strong>la</strong> Storia): “Dormi<br />
Rosetta, dormi”, cioè non pensare, non ricordare,<br />
cancel<strong>la</strong> dal<strong>la</strong> mente tutto quello<br />
che è successo. La mdp fissa sull’<strong>in</strong>quadratura<br />
si allontana sempre di più, ribadendo<br />
visivamente <strong>la</strong> presa di distanza dallo<br />
scempio del<strong>la</strong> guerra.<br />
Diversa da Cesira è Mara de “La ragazza<br />
36 l’impegno