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"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...

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precedenza) e dal<strong>la</strong> carenza di <strong>in</strong>vestimenti<br />

tangibili sul territorio americano” 23 .<br />

D’altra parte, <strong>la</strong> grande enfasi riservata da<br />

tutti i giornali italiani all’annuncio da parte<br />

di Bush del tasso trimestrale del pil americano,<br />

non fa che riflettere l’ossessione<br />

delle previsioni, dei tassi di crescita e di ogni<br />

<strong>per</strong>centuale congiunturale possibilmente<br />

diffusa con ritmo orario, una vera e<br />

propria ma<strong>la</strong>ttia mentale che ha reso possibile<br />

quel<strong>la</strong> follia f<strong>in</strong>anziaria di massa poi<br />

pagata a caro prezzo. Tutto questo ha avuto,<br />

tuttavia, un aspetto positivo: il disve<strong>la</strong>mento<br />

di una discipl<strong>in</strong>a economica che si pretendeva<br />

scientifica e non era che div<strong>in</strong>azione.<br />

Una div<strong>in</strong>azione strutturata <strong>in</strong> scientifica<br />

dittatura che ha nascosto sotto fantasmagoriche<br />

<strong>per</strong>centuali di crescita, barnum<br />

di acquisizioni e fusioni, <strong>la</strong> bancarotta di<br />

Worldcom, Enron, Conseco, Andersen, solo<br />

<strong>per</strong> citare le pr<strong>in</strong>cipali 24 ; portato al crollo<br />

delle borse; travolto <strong>in</strong>vestitori, risparmiatori,<br />

imprese e <strong>la</strong>voratori nel fallimento<br />

totale del<strong>la</strong> cosiddetta new economy.<br />

In realtà, dietro alle cifre del pil americano<br />

c’è un’economia mostruosamente <strong>in</strong>debitata,<br />

che ha bisogno del soccorso f<strong>in</strong>anziario<br />

del resto del mondo <strong>per</strong> comprare sui<br />

mercati esteri le merci di cui ha bisogno e<br />

che da tempo non riesce più a produrre.<br />

La sofferenza dell’economia statunitense<br />

è caratterizzata da un doppio deficit.<br />

Nedo Bocchio<br />

Il primo è il deficit del bi<strong>la</strong>ncio federale,<br />

che <strong>per</strong> l’esercizio 2003 (l’anno d’esercizio<br />

si chiude al 30 settembre), recu<strong>per</strong>ando<br />

sulle stime che lo davano oltre i 400 mld<br />

di dol<strong>la</strong>ri, si è chiuso, secondo i dati ufficiali,<br />

a 374,2 miliardi di dol<strong>la</strong>ri (circa 322,5<br />

mld di euro), cifra record due volte più importante<br />

del disequilibrio di 157,8 mld registrato<br />

nell’esercizio 2002. Il deficit 2003<br />

equivale, secondo l’amm<strong>in</strong>istrazione americana,<br />

al 3,5 <strong>per</strong> cento del pil, ma è <strong>in</strong> genere<br />

valutato dagli analisti su<strong>per</strong>iori al 4 <strong>per</strong><br />

cento. Deficit dest<strong>in</strong>ato a peggiorare <strong>per</strong> l’esercizio<br />

2004, attestandosi attorno ai 500<br />

mld di dol<strong>la</strong>ri.<br />

Il secondo, il deficit commerciale, vale a<br />

dire <strong>la</strong> differenza <strong>in</strong> valore tra importazioni e<br />

esportazioni di beni e servizi, nei primi sei<br />

mesi dell’anno (gennaio/giugno) si era già<br />

attestato a 209 mld di dol<strong>la</strong>ri con una previsione<br />

sull’anno tra i 450 e i 500 mld e, secondo<br />

le stime, nettamente su<strong>per</strong>iore al deficit<br />

del 2001 di 357 mld e del 2002 di 418<br />

mld. Il disequilibrio commerciale con le<br />

altre economie descrive un paese che consuma<br />

il 5 <strong>per</strong> cento <strong>in</strong> più di quello che produce.<br />

C’è poi l’<strong>in</strong>debitamento complessivo verso<br />

l’estero, che a giugno, secondo il dipartimento<br />

del Commercio, era di 2.600 mld di<br />

dol<strong>la</strong>ri (+130 <strong>per</strong> cento <strong>in</strong> tre anni e pari al<br />

25 <strong>per</strong> cento del pil), debiti che potrebbero<br />

arrivare ai 3.000 mld al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e dell’anno 25 .<br />

23 Recrudescenza del<strong>la</strong> Credit Bubble, <strong>in</strong> “Us Equity & Macro Lab”, 26 ottobre 2003,<br />

http://www.usem<strong>la</strong>b.com.<br />

24 Scrive “Us Equity & Macro Lab”, il 19 gennaio 2003,<strong>in</strong> Analisi 2003. I fallimenti.<br />

Dati Adm<strong>in</strong>istrative Office of the U.S. Courts, che negli Usa si sono registrati più casi di<br />

bancarotta nell’anno fiscale 2002 (ottobre 2001-settembre 2002) che <strong>in</strong> qualunque altro<br />

<strong>per</strong>iodo storico. I fallimenti totali sono aumentati <strong>in</strong> dodici mesi del 7,7 <strong>per</strong> cento; i fallimenti<br />

<strong>per</strong>sonali hanno registrato un nuovo record storico; le bancarotte societarie sono<br />

cresciute del 16,9 <strong>per</strong> cento; sette dei dodici fallimenti più grossi del<strong>la</strong> <strong>storia</strong> f<strong>in</strong>anziaria<br />

americana dal 1980 sono avvenuti negli ultimi due anni. Il solo fallimento Worldcom ha<br />

conteggiato debiti <strong>per</strong> 103,9 mld di dol<strong>la</strong>ri (circa 89,5 mld di euro).<br />

25 Dati secondo disponibilità da: “Il Sole 24 Ore”, “Le Monde”, “Le Monde diplomatique”,<br />

“il manifesto”, “Ansa”, “NouvelObs.com”.<br />

18 l’impegno

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