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"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...

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ste ultime più combattive <strong>in</strong> quanto consapevoli<br />

del<strong>la</strong> necessità e dell’<strong>in</strong>evitabilità<br />

dell’uso del<strong>la</strong> forza quale unico mezzo <strong>per</strong><br />

affrontare <strong>la</strong> reazione, caddero di fronte ai<br />

fascisti; dove questi <strong>in</strong>contravano resistenza<br />

<strong>in</strong>tervenne <strong>in</strong> aiuto <strong>la</strong> forza pubblica.<br />

Il Pcd’I, nei suoi documenti ufficiali, rimase<br />

fermo nell’idea che il fenomeno fascista<br />

non possedesse alcuna autonomia<br />

politica e non rappresentasse una peculiarità<br />

nazionale. La reazione italiana venne<br />

assimi<strong>la</strong>ta a quel<strong>la</strong> europea; il fascismo identificato<br />

“come uno dei mezzi più caratteristici<br />

del<strong>la</strong> presente reazione borghese”<br />

13 e conseguentemente accostato ai movimenti<br />

sorti <strong>in</strong> funzione antiproletaria <strong>in</strong><br />

F<strong>in</strong><strong>la</strong>ndia, Baviera, Ungheria e, più <strong>in</strong> generale,<br />

alle “guardie bianche”.<br />

Bordiga, il dirigente più <strong>in</strong>fluente del<br />

Federico Caneparo<br />

partito nei suoi primi anni di vita, sviluppò<br />

f<strong>in</strong>o alle estreme conseguenze questa posizione,<br />

<strong>in</strong>dividuando nel fascismo un elemento<br />

<strong>in</strong>tegratore dello stato democratico<br />

borghese e <strong>per</strong>ciò non antitetico 14 ad esso.<br />

Il dirigente napoletano fonda <strong>la</strong> sua analisi<br />

sul fascismo partendo dall’identificazione<br />

del<strong>la</strong> dittatura capitalistica con <strong>la</strong> democrazia,<br />

def<strong>in</strong>ita con toni sprezzanti quale<br />

“ottimo sfiatatoio del<strong>la</strong> pressione del suo<br />

[del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse o<strong>per</strong>aia, nda] meccanismo<br />

economico”; e non esita a spendere parole<br />

che, a tratti, paiono <strong>in</strong>dicare ammirazione<br />

<strong>per</strong> l’efficienza di c<strong>la</strong>sse del<strong>la</strong> democrazia.<br />

Successivamente riesce evidente al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse<br />

dom<strong>in</strong>ante che il regime democratico<br />

serve anche contro il proletariato come ottimo<br />

“sfiatatoio” del<strong>la</strong> eccessiva pressione<br />

del suo malcontento economico, e <strong>la</strong> bor-<br />

13 ANTONIO GRAZIADEI, Le es<strong>per</strong>ienze del fascismo, <strong>in</strong> “Ord<strong>in</strong>e Nuovo”, 23 maggio 1921.<br />

14 Il giudizio sul fenomeno fascista e sul<strong>la</strong> sua natura non fu univoco all’<strong>in</strong>terno del partito.<br />

Gramsci dedicò a questo tema buona parte dei suoi articoli, giungendo a conclusioni<br />

<strong>in</strong> parte autonome. Congiuntamente ad <strong>in</strong>terpretazioni che tendevano a contestualizzare<br />

il fenomeno fascista all’<strong>in</strong>terno di un orizzonte non prettamente nazionale, considerandolo<br />

fenomeno <strong>in</strong>ternazionale generato dalle conseguenze del conflitto e dal<strong>la</strong> <strong>in</strong>cipiente<br />

crisi del sistema capitalista (cfr. A. GRAMSCI, Italia e Spagna, cit.), coesisteva un tentativo<br />

di analizzare il fascismo a partire dal peculiare svilupparsi del processo di unificazione<br />

dello stato italiano e del<strong>la</strong> predisposizione psicologica delle c<strong>la</strong>ssi borghesi (cfr. ID, Forze<br />

elementari, <strong>in</strong> “Ord<strong>in</strong>e Nuovo”, 26 aprile 1921; ID, I due fascismi, <strong>in</strong> “Ord<strong>in</strong>e Nuovo”, 25<br />

agosto 1921). Le sue componenti sociali erano ravvisate nel<strong>la</strong> picco<strong>la</strong> borghesia urbana,<br />

uscita dal conflitto svuotata del potere decisionale e desiderosa di riappropriarsene (cfr.<br />

ID, Il popolo delle scimmie, <strong>in</strong> “Ord<strong>in</strong>e Nuovo”, 2 gennaio 1921) e <strong>la</strong> borghesia agraria,<br />

desiderosa di riacquisire il completo controllo sulle campagne. Lo sviluppo impetuoso<br />

del movimento nei primi mesi del 1921 contribuì a sviluppare <strong>in</strong> Gramsci l’idea del<strong>la</strong><br />

possibilità di un eventuale colpo di stato da parte dei fascisti (cfr. ID, Socialisti e fascisti,<br />

<strong>in</strong> “Ord<strong>in</strong>e Nuovo”, 11 giugno 1921; ID, Colpo di stato, <strong>in</strong> “Ord<strong>in</strong>e Nuovo”, 27 luglio 1921).<br />

Questa prospettiva era <strong>in</strong> contrasto con quel<strong>la</strong> paventata dal<strong>la</strong> maggior parte dei dirigenti<br />

del Pcd’I <strong>per</strong>ché ammetteva che il fascismo, lungi dall’essere esclusivamente uno strumento<br />

nelle mani delle c<strong>la</strong>ssi dirigenti potesse, <strong>in</strong> nome delle esigenze produttive del<strong>la</strong> borghesia<br />

media ed agraria, conquistare il potere ed abolire <strong>la</strong> legalità, <strong>in</strong>staurando un regime esplicitamente<br />

reazionario. Il distacco dalle concezioni bordighiane (l’esponente più <strong>in</strong>fluente<br />

nel partito) tende a scemare quando si prende <strong>in</strong> considerazione l’atteggiamento di Gramsci<br />

rispetto al Psi. Dopo <strong>la</strong> conclusione del patto di pacificazione e <strong>la</strong> nom<strong>in</strong>a dell’ex socialista<br />

Bonomi a capo del governo, anche <strong>per</strong> il nostro sembrò che si stesse <strong>per</strong> aprire una stagione<br />

socialdemocratica (cfr. ID, Bonomi, <strong>in</strong> “Ord<strong>in</strong>e Nuovo”, 5 luglio 1921)<br />

46 l’impegno

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