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"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...

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L’<strong>in</strong>serimento dei veneti nelle val<strong>la</strong>te <strong>la</strong>niere biellesi<br />

stanzone, <strong>in</strong> dieci o dodici e dormivamo<br />

tutte <strong>in</strong> un letto unico, con dei materassi<br />

sopra le tavole. Quello che doveva andare<br />

a fare <strong>la</strong> pipì doveva attraversare tutti, e allora<br />

<strong>la</strong> sera dopo si spostava’, lo facevano<br />

<strong>per</strong>ché non avessero tutte le notti da attraversare<br />

tutta <strong>la</strong> fi<strong>la</strong>. Quando cambiavano<br />

le lenzuo<strong>la</strong> cambiavano posto” (testimonianza<br />

di L. Angel<strong>in</strong>o).<br />

“Arrivati su si dormiva tutti <strong>in</strong> una stanza,<br />

c<strong>in</strong>que o sei come abitano adesso i marocch<strong>in</strong>i;<br />

<strong>la</strong> casa <strong>la</strong> trovava mio papà chiedendo<br />

qualcosa tanto <strong>per</strong> ripiegarci almeno<br />

al<strong>la</strong> sera” (testimonianza di S. Rodighiero).<br />

È chiaro che si trattava di soluzioni temporanee,<br />

dovute all’esigenza di risparmiare<br />

<strong>per</strong> <strong>in</strong>viare i soldi al<strong>la</strong> famiglia <strong>in</strong> Veneto<br />

o <strong>per</strong> potersi <strong>per</strong>mettere più avanti un’abitazione<br />

migliore. Inoltre non bisogna credere<br />

che <strong>la</strong> casa fosse vissuta come oggi: allora<br />

essa costituiva solo un posto <strong>per</strong> mangiare<br />

e dormire, non era il foco<strong>la</strong>re domestico,<br />

<strong>per</strong>ché quello era stato <strong>la</strong>sciato <strong>in</strong> Veneto,<br />

con il resto del<strong>la</strong> famiglia.<br />

Per coloro che scelsero di partire <strong>in</strong> seguito<br />

alle es<strong>per</strong>ienze positive di altri compaesani,<br />

<strong>la</strong> ricerca del<strong>la</strong> casa era svolta proprio<br />

da questi ultimi che, tramite conoscenze,<br />

riuscivano a fornire le prime abitazioni, pur<br />

essendo costretti, come negli altri casi, ad<br />

accontentarsi del poco che si trovava.<br />

“È venuta <strong>la</strong> zia a prenderci e il primo<br />

giorno ci ha tenuti a casa sua, poi ci ha portati<br />

nel<strong>la</strong> nostra” (testimonianza di A. Frello).<br />

“Ci hanno trovato il posto a Persica e dopo<br />

abbiamo comprato una picco<strong>la</strong> casetta;<br />

quando i figli si sono sposati siamo andati<br />

a Pray e adesso sono qui a Quarona. Quando<br />

siamo venuti <strong>in</strong> Piemonte avevamo già<br />

<strong>la</strong> casa, ce l’hanno trovata i miei cognati”<br />

(testimonianza di C. Rizzolo).<br />

L’attesa di sistemazioni più adeguate poteva<br />

anche durare anni e nel Biellese, come<br />

altrove 23 , molti presero <strong>in</strong> affitto locali più<br />

o meno idonei (soffitti, sem<strong>in</strong>terrati o garage)<br />

oppure alloggi <strong>in</strong> stabili degradati.<br />

“E <strong>per</strong> dormire venivo a casa dal <strong>la</strong>voro<br />

e andavo nel<strong>la</strong> travà, fuori, dove si mette il<br />

fieno, vestito, come andavo a <strong>la</strong>vorare, co<strong>per</strong>te<br />

non ce n’era, <strong>in</strong> mezzo al fieno” (testimonianza<br />

di S. Rodighiero).<br />

La situazione poteva essere altrettanto<br />

disagevole anche quando gli immigrati<br />

avevano con sé <strong>la</strong> famiglia. Infatti, non coabitavano<br />

solo i colleghi di <strong>la</strong>voro, anche<br />

<strong>in</strong>teri nuclei familiari dovettero adattarsi a<br />

spazi angusti.<br />

“Abitavamo <strong>in</strong> una casa che era un salone<br />

e c’era una te<strong>la</strong> che lo divideva, mio papà<br />

ha pitturato e ha messo un cancelletto, ma<br />

tanme [come] i soma fai a sopravive? quand’<br />

an-gh era <strong>la</strong> bura [alluvione] e gniva l’ava<br />

an ca” (testimonianza di G. Zanel<strong>la</strong>).<br />

“Hanno trovato poi un affitto lì a Zuccaro<br />

dal Fava, uno sgabuzz<strong>in</strong>o. [...] Dopo abbiamo<br />

trovato una casa solo <strong>per</strong> noi <strong>per</strong>ché uno<br />

sgabuzz<strong>in</strong>o non si poteva” (testimonianza<br />

di G. Covolo).<br />

La condivisione dello stesso appartamento<br />

<strong>per</strong>metteva <strong>la</strong> suddivisione dei costi,<br />

che all’epoca erano molto elevati, a causa<br />

del<strong>la</strong> scarsità di locali disponibili. Gli<br />

affitti erano saliti raggiungendo livelli<br />

sproporzionati <strong>in</strong> confronto alle paghe <strong>per</strong>cepite<br />

dagli <strong>in</strong>quil<strong>in</strong>i e il sovraffol<strong>la</strong>mento<br />

divenne una vera piaga, poiché aumentava<br />

i rischi di ma<strong>la</strong>ttie dovute al<strong>la</strong> mancanza<br />

di servizi 24 .<br />

Non <strong>per</strong> i niente paesi più <strong>in</strong>dustrializ-<br />

23 A. SIGNORELLI, Movimenti di popo<strong>la</strong>zione e trasformazioni culturali, cit., pp. 616-626.<br />

24 TERESIO GAMACCIO, L’<strong>in</strong>dustria <strong>la</strong>niera tra espansionismo e grande crisi. Imprenditori,<br />

s<strong>in</strong>dacato fascista e o<strong>per</strong>ai nel Biellese (1926-1933), Borgosesia, Isrsc Vc, 1990, pp. 182-184.<br />

a. XXIII, n. s., n. 2, dicembre 2003 69

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