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"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...

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di questi paesi, e il compito che l’Europa<br />

ha loro dato, è di uscire dal mondo totalitario<br />

che li ha model<strong>la</strong>ti <strong>per</strong> approdare a un<br />

mondo a<strong>per</strong>to. È una strada dissem<strong>in</strong>ata di<br />

straord<strong>in</strong>arie as<strong>per</strong>ità, poiché quasi tutti gli<br />

uom<strong>in</strong>i che sono nei governi e siedono nei<br />

par<strong>la</strong>menti di questi paesi provengono dalle<br />

c<strong>la</strong>ssi dirigenti e spesso dal<strong>la</strong> stessa c<strong>la</strong>sse<br />

politica che già era al potere con i regimi<br />

comunisti. Bisogna ricordarlo costantemente:<br />

né gli Stati Uniti né il Vaticano né i<br />

dissidenti né i praticamente <strong>in</strong>esistenti oppositori<br />

ne ha determ<strong>in</strong>ato <strong>la</strong> caduta. Il loro<br />

è stato un processo di decomposizione<br />

naturale, come <strong>la</strong> caduta dall’albero dei<br />

frutti marci. Purtroppo <strong>per</strong> loro - e purtroppo<br />

<strong>per</strong> noi - dentro ai frutti c’era <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse<br />

dirigente, e questa c’è ancora 5 .<br />

Jean Daniel, cofondatore e direttore del<br />

“Nouvel Observateur”, è tra i più prestigiosi<br />

giornalisti europei e <strong>in</strong>carna bene l’<strong>in</strong>tellettuale<br />

che, sebbene francese e dunque,<br />

con i britannici, potenziale eccezione al<strong>la</strong><br />

mentalità “Sgm”, patisce il presente e soffre<br />

lo spegnersi, o detto altrimenti, il tradimento,<br />

dell’at<strong>la</strong>ntismo.<br />

Nel<strong>la</strong> ricorrenza degli attentati alle Torri<br />

gemelle, scrive: “La caduta del muro di Berl<strong>in</strong>o,<br />

nel novembre 1989, ha segnato una<br />

profonda rottura di civiltà. Non così gli attentati<br />

di Manhattan dell’11 settembre<br />

Nedo Bocchio<br />

2001. Prima del novembre 1989 non sapevamo<br />

nul<strong>la</strong> di ciò che sarebbe accaduto.<br />

Nul<strong>la</strong>. Prima del settembre 2001 sapevamo<br />

tutto. Tutto” 6 .<br />

La tesi di Daniel è che non sapevamo che<br />

gli Stati Uniti avrebbero potuto essere aggrediti<br />

nel<strong>la</strong> loro “ville debout”, non sapevamo<br />

cosa potesse nascere dall’<strong>in</strong>tensità di<br />

quel dramma, “ma sapevamo il resto”, e<br />

nessuno ha trovato da ridire sul fatto che<br />

l’“i<strong>per</strong>potenza” aggredita si ponesse al<strong>la</strong><br />

testa di questa guerra. “Era nell’<strong>in</strong>teresse<br />

di tutte le nazioni democratiche, era <strong>la</strong> condizione<br />

di sopravvivenza dell’Occidente”.<br />

Pochi hanno previsto che questa missione<br />

li avrebbe condotti a un <strong>in</strong>tervento preventivo,<br />

uni<strong>la</strong>terale e solitario <strong>in</strong> Iraq. Per Daniel<br />

è l’imprevedibilità <strong>la</strong> cifra del presente,<br />

<strong>per</strong>ché “tutto è cambiato dal 9 novembre<br />

1989”. Nul<strong>la</strong> di ciò che è successo negli<br />

ultimi quattordici anni è stato previsto,<br />

e “quanto all’implosione del sistema sovietico,<br />

nessuna previsione, nessun calcolo di<br />

probabilità, nessuna ipotesi aveva prospettato<br />

un sommovimento di quel<strong>la</strong> portata ai<br />

vertici del Creml<strong>in</strong>o”. Ma <strong>la</strong> cosa più grave,<br />

a suo avviso, è che “l’11 settembre è stato<br />

utilizzato da una manciata di emuli del dottor<br />

Stranamore <strong>per</strong> fare una guerra ‘preventiva’<br />

[che] ha cambiato <strong>la</strong> faccia dell’Occidente<br />

agli occhi del resto del mondo. Al<br />

5 Lo scrittore Andrzej Stasiuk, <strong>in</strong> occasione del referendum <strong>per</strong> l’adesione del<strong>la</strong> Polonia<br />

all’Ue, scrive: “Si possono contare i voti ma non i pensieri. Nessuno conterà quelli che<br />

hanno votato ‘sì’ con un gesto di pura dis<strong>per</strong>azione, poiché tutto sembrava loro più sopportabile<br />

del<strong>la</strong> situazione attuale, del<strong>la</strong> miseria, del<strong>la</strong> disoccupazione e del totale dissolvimento<br />

dello Stato. Le élites oggi al governo, le più corrotte, arroganti, <strong>in</strong>capaci e anche<br />

le più stupide nel<strong>la</strong> <strong>storia</strong> quattordicenne del<strong>la</strong> Polonia <strong>in</strong>dipendente, stanno già tentando<br />

di sm<strong>in</strong>uire il successo referendario, mettendolo al secondo posto dopo l’<strong>in</strong>tervento <strong>in</strong><br />

Iraq, successo epocale del<strong>la</strong> loro politica mozzafiato. [...] Sono voti che hanno espresso<br />

una fede dis<strong>per</strong>ata nel fatto che l’essere europei costr<strong>in</strong>ga i governi a essere onesti, responsabili,<br />

che renda loro il senso del<strong>la</strong> vergogna, completamente dimenticato. Se non di fronte<br />

ai loro propri cittad<strong>in</strong>i almeno agli occhi del<strong>la</strong> mitologizzata, lontana Europa”. Si veda<br />

Siamo <strong>in</strong> Europa, ma pochi <strong>la</strong> vedranno, <strong>in</strong> “L’Espresso”, 26 giugno 2003.<br />

6 Esiste ancora l’Occidente dopo l’11 settembre?, <strong>in</strong> “La Repubblica”, 11 settembre 2003.<br />

8 l’impegno

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