"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...
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Dal c<strong>in</strong>ema resistenziale al c<strong>in</strong>ema resistente<br />
Qu<strong>in</strong>dici anni più tardi D<strong>in</strong>o Risi, <strong>in</strong> “Una<br />
vita difficile”, riprende <strong>in</strong> chiave grottesca<br />
lo stesso tema, mostrando come l’euforia<br />
del<strong>la</strong> ricostruzione abbia rapidamente ceduto<br />
il posto all’amarezza del<strong>la</strong> disillusione<br />
<strong>in</strong> un paese dove, gattopardescamente, tutto<br />
è cambiato <strong>per</strong> rimanere come prima. Silvio<br />
Magnozzi - un memorabile Alberto Sordi -<br />
ex partigiano, col<strong>la</strong>boratore di un giornale<br />
di s<strong>in</strong>istra, condannato a tre anni di carcere<br />
<strong>per</strong> aver preso parte ai moti del luglio ’48,<br />
paga lo scotto di un problematico rigore politico<br />
f<strong>in</strong>endo <strong>in</strong> miseria e <strong>per</strong>dendo l’amore<br />
e il rispetto del<strong>la</strong> moglie. Falliti anche i<br />
suoi tentativi di far pubblicare un romanzo<br />
autobiografico, Magnozzi accetta allora di<br />
<strong>la</strong>vorare come segretario <strong>per</strong> un <strong>in</strong>dustriale,<br />
ma durante un ricevimento ha un’impennata<br />
di orgoglio. Schiaffeggia il datore<br />
di <strong>la</strong>voro che lo ha umiliato pubblicamente<br />
e se ne va <strong>per</strong> affrontare un’altra volta <strong>la</strong><br />
sua vita difficile ma coerente.<br />
Del 1946 è anche “Il sole sorge ancora”<br />
di Aldo Vergano, commissionato dall’Anpi<br />
e unico film marxista prodotto <strong>in</strong> Italia sul<strong>la</strong><br />
<strong>Resistenza</strong>, che <strong>in</strong>sieme al<strong>la</strong> guerra di liberazione<br />
focalizza lo scontro sociale che<br />
ne costituì una delle molle ideologiche.<br />
Mentre i soldati, travolti dal<strong>la</strong> confusione<br />
dell’8 settembre, abbandonano i loro reparti,<br />
Cesare fa ritorno al suo paese natale. Innamorato<br />
di Laura, proletaria e antifascista,<br />
f<strong>in</strong>isce <strong>per</strong>ò <strong>per</strong> cedere a Matilde, ricca padrona<br />
del forno locale. Quando i suoi compaesani<br />
impegnati nel<strong>la</strong> lotta antifascista<br />
giungono <strong>in</strong> cerca di viveri, Cesare prende<br />
con loro <strong>la</strong> via del<strong>la</strong> montagna. Nel frattempo<br />
i tedeschi compiono una razzia e fuci<strong>la</strong>no<br />
anche il parroco, provocando l’esas<strong>per</strong>azione<br />
degli abitanti, che si uniscono agli<br />
o<strong>per</strong>ai del<strong>la</strong> fornace e <strong>in</strong>sorgono contro di<br />
loro. Matilde, simbolo di una casta che ha<br />
ormai assistito al<strong>la</strong> propria sconfitta, muore<br />
nel<strong>la</strong> battaglia e Cesare torna fra le braccia<br />
di Laura, figlia del nuovo, vittorioso ceto<br />
sociale. Attraverso l’espediente c<strong>la</strong>ssico<br />
delle due figure femm<strong>in</strong>ili antitetiche, che<br />
si contendono l’amore di un uomo <strong>in</strong>deciso<br />
fra l’una e l’altra - fra <strong>la</strong> mollezza degli agi<br />
e il rigore dell’impegno, fra <strong>la</strong> seduzione<br />
del potere e il richiamo del dovere morale<br />
e civile - Vergano trova un buon equilibrio<br />
tra dimensione storica e visione epica,<br />
coniugando felicemente <strong>Resistenza</strong> e lotta<br />
di c<strong>la</strong>sse, un connubio che Francesco Maselli<br />
ha ben presente quando, nel 1955, gira<br />
“Gli sbandati”.<br />
Siamo nel ’43. Per sfuggire ai bombardamenti<br />
<strong>la</strong> contessa Luisa, con il figlio Andrea,<br />
il cug<strong>in</strong>o di questi, Carlo, e l’amico<br />
di famiglia Ferruccio, si rifugia <strong>in</strong> una vil<strong>la</strong><br />
nel mi<strong>la</strong>nese. Solo Carlo sembra consapevole<br />
del<strong>la</strong> tragedia che sta vivendo il paese,<br />
f<strong>in</strong>ché l’<strong>in</strong>contro con Lucia, giovane o<strong>per</strong>aia<br />
sfol<strong>la</strong>ta, fa aprire gli occhi anche ad Andrea,<br />
<strong>in</strong>ducendolo ad accogliere <strong>in</strong> casa, <strong>in</strong><br />
assenza del<strong>la</strong> madre, un gruppo di soldati<br />
sfuggiti ai tedeschi. Traditi da Ferruccio<br />
che li denuncia ai nazisti Lucia, Andrea e<br />
Carlo, <strong>in</strong>sieme ai soldati, stanno <strong>per</strong> riparare<br />
<strong>in</strong> montagna dove combattono i partigiani.<br />
Ma <strong>la</strong> contessa ritorna improvvisamente.<br />
Influenzato da lei, Andrea abbandona i compagni<br />
al loro dest<strong>in</strong>o e, al sicuro sull’auto<br />
tedesca che lo condurrà <strong>in</strong> Svizzera con <strong>la</strong><br />
madre, ode le raffiche di mitra sparate contro<br />
il camion su cui si trovano i suoi amici.<br />
Maselli evita il lieto f<strong>in</strong>e proletario di Vergano<br />
e pone l’accento sul ruolo giocato dal<strong>la</strong><br />
borghesia durante <strong>la</strong> <strong>Resistenza</strong>.<br />
A questo proposito, come sottol<strong>in</strong>ea Paolo<br />
Mereghetti 4 , si r<strong>in</strong>traccia una certa aff<strong>in</strong>ità<br />
fra “Gli sbandati” e “Senso” di Visconti,<br />
dell’anno precedente. L’ambigua figura<br />
4 PAOLO MEREGHETTI, Dizionario dei film, Tor<strong>in</strong>o, Bald<strong>in</strong>i & Castoldi, 1994, p. 1.039.<br />
a. XXIII, n. s., n. 2, dicembre 2003 31