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Seminario su Gramsci - ART

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Hanno cominciato, giustamente, colpendoci nel nostro punto più tragicamente<br />

debole, cioè l’esperienza della costruzione del socialismo in<br />

Urss e lo stalinismo; da qui sono passati alla distruzione del valore dell’Ottobre<br />

sovietico, come di qualsiasi altra insorgenza rivoluzionaria<br />

magari notando (ohibò!) che le rivoluzioni sono state spesso costrette<br />

storicamente a utilizzare la violenza; poi sono state cancellate, quasi<br />

fossero state un incidente, la intera storia e l’esistenza stessa del PCI;<br />

poi si è lavorato (anche, o soprattutto, da parte del centro-sinistra e dell’allora<br />

PDS) ad attaccare il nesso Resistenza-Costituzione, il vero pilastro<br />

che reggeva tutto, la nostra narrazione non meno che la nostra democrazia,<br />

e lo si è fatto simultaneamente <strong>su</strong>l terreno delle idee e <strong>su</strong><br />

quello dei fatti: <strong>su</strong>l terreno delle idee, delegittimando anche la Resistenza<br />

e la vittoriosa guerra antifascista, con le operazioni revisionistiche à<br />

la Panza e à la Violante; <strong>su</strong>l terreno dei fatti, sopprimendo con la proporzionale<br />

la base stessa del sistema democratico disegnato dalla Costituzione,<br />

cioè la centralità di un Parlamento che fosse – come disse Togliatti<br />

– “specchio del Paese” (e personalmente ritengo che questa sia<br />

stata e sia la vera imperdonabile colpa storica del PDS-DS-PD e dei<br />

<strong>su</strong>oi dirigenti).<br />

Dell’attacco virulento alla rivoluzione cubana come a tutti gli altri tentativi<br />

rivoluzionari del mondo contemporaneo, non c’è da dire molto,<br />

tanto essi sono diffusi, sistematici, incontrastati. D’altra parte la dice<br />

lunga in merito alla nostra – chiamiamola così – debolezza, il fatto che<br />

questo lavoro di distruzione (ripeto, assolutamente intenzionale) operato<br />

dalla borghesia e dai <strong>su</strong>oi organi ideologici (primo fra tutti la pagine<br />

culturale del “Corriere della Sera”) sia stato accompagnato con entusiasmo<br />

anche da quelli che avrebbero dovuto funzionare invece come organi<br />

della autonomia politico-culturale dei proletari e dei comunisti, a<br />

cominciare dalla “Liberazione” dei pierisansonetti e delle angelenocioni.<br />

Al termine di questo processo, cioè di questo vero e proprio massacro politico-culturale,<br />

qualche filisteo si sorprende poi, con il sopracciglio alzato,<br />

che dei proletari, i quali sono stati sistematicamente deprivati di qualsiasi<br />

autonoma narrazione, di ogni traccia di storia collettiva, di qualsivoglia<br />

identità classista e organizzazione, finiscano per votare Lega o<br />

per astenersi!<br />

Ecco perché la ricostruzione, che non può non essere partecipata e col-<br />

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