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Seminario su Gramsci - ART

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e “culturalista”; in realtà <strong>Gramsci</strong> fa politica anche quando fa cultura e<br />

fa cultura, come abbiamo visto, anche nel fuoco della lotta di fabbrica<br />

del 1919-20.<br />

Però per capire questa coerenza bisogna adesso soffermarsi <strong>su</strong> questa<br />

seconda fase, <strong>su</strong>l “punto di snodo”, cioè <strong>su</strong>l <strong>Gramsci</strong> dirigente politico<br />

comunista e dirigente del PCd’I. Dico “dirigente” e non “fondatore”<br />

del PCd’I, perché in effetti <strong>Gramsci</strong> non fu il fondatore del Partito Comunista<br />

d’Italia; il fondatore del PCd’I fu Amedeo Bordiga. Vedremo<br />

più avanti quali sono le differenze tra i due e come <strong>Gramsci</strong> a un certo<br />

punto “prenderà il potere”, per così dire, dentro il PCd’I sconfiggendo<br />

Bordiga. Ma procediamo con ordine.<br />

Siamo nel 1920, esiste una frazione comunista, bordighista, organizzata<br />

<strong>su</strong> tutto il territorio nazionale e si arriva al Congresso del PSI (è il XVII<br />

Congresso, che si tiene a Livorno); in quel Congresso si mi<strong>su</strong>rano tre<br />

posizioni: 1) una mozione comunista, rappresentata da Bordiga, e anche<br />

dal piccolo gruppo dell’“Ordine Nuovo”, che prende 58.000 voti;<br />

2) una posizione riformista (di tipo socialdemocratico), la cosiddetta<br />

“mozione di Reggio Emilia”, che prende 14.000 voti; 3) la posizione<br />

centrista, la mozione cosiddetta comunista-unitaria, rappresentata da<br />

Serrati, che prende 98.000 voti e che quindi diventa la corrente di maggioranza<br />

e l’ago della bilancia fra comunisti e socialdemocratici. Che<br />

cosa <strong>su</strong>ccede nel Congresso di Livorno? Dirà in seguito <strong>Gramsci</strong>: «I<br />

comunisti-unitari di Serrati scelgono di unirsi a 14.000 socialdemocratici<br />

invece che a 58.000 comunisti».<br />

Emerge insomma una maggioranza di centro-destra che isola i comunisti<br />

<strong>su</strong> alcune questioni fondamentali, una delle quali era l’adesione all’Internazionale<br />

e l’accettazione dei “21 punti” dell’Internazionale Comunista.<br />

Questo fa sì che i comunisti si separino e che nasca a Livorno,<br />

il 21 gennaio 1921, il Partito Comunista d’Italia - Sezione italiana dell’Internazionale<br />

Comunista (il nome intero, naturalmente, è molto significativo:<br />

il PC nasce come una “sezione” della III Internazionale).<br />

Nella prima Segreteria del PCd’I quattro membri <strong>su</strong> cinque sono bordighiani,<br />

il quinto è Umberto Terracini che appartiene al gruppo<br />

dell’“Ordine Nuovo” ma già allora questo straordinario compagno Terracini<br />

rappresentava la sinistra, la sinistra anche dell’“Ordine Nuovo” (e<br />

poi rimarrà comunista e di sinistra per tutta la vita, fino a cercare di opporsi,<br />

praticamente da solo, al compromesso storico di Berlinguer). I<br />

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