Seminario su Gramsci - ART
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duzione del lavoro umano a capitale) almeno post-borghese del capitalismo.<br />
Domandiamoci anzi: è ancora propriamente borghese il berlusconismo?<br />
Può essere definito ancora Silvio Berlusconi come un’espressione<br />
diretta della borghesia vera e propria? (E non mi riferisco soltanto al<br />
fatto che alcuni settori della borghesia italiana abbiano a lungo manifestato<br />
e manifestino un leggero disgusto per Berlusconi). Oppure ci troviamo<br />
di fronte in Italia, ancora una volta, a una configurazione sociale<br />
relativamente inedita, e tuttavia realissima, che riesce a unire in sé il<br />
peggio che proviene dal capitalismo con il peggio che proviene dall’assenza<br />
di una borghesia degna di questo nome?<br />
Non vorrei urtare, dicendo questo, qualche ortodossia. Semmai mi ricollego<br />
alla parte più originale dell’analisi togliattiana (e gramsciana) del<br />
fascismo, che a <strong>su</strong>a volta è in diretta linea di prosecuzione con l’analisi<br />
gramsciana in merito alla borghesia italiana, e alla <strong>su</strong>a storica, in<strong>su</strong>perabile<br />
e in<strong>su</strong>perata, debolezza. Mi sembra significativo a questo proposito<br />
che la nostra sedicente borghesia non solo trascorre disinvoltamente<br />
dal capitale industriale a quello finanziario (e non compie mai il percorso<br />
inverso), ma che essa, soprattutto da quando si è liberata del sostegno-ingessatura<br />
dell’industria di Stato, ha dato luogo a una vera e propria<br />
dismissione generalizzata dell’industria del Paese, prima rinunciando<br />
all’industria farmaceutica, poi a quella informatica con la chiu<strong>su</strong>ra dell’Olivetti,<br />
poi a quella chimica e petrolchimica, poi a quella della siderurgia<br />
(Taranto, Bagnoli, etc.), poi anche a quella alimentare, infine al<br />
trasporto aereo, e ora, a quanto sembra, perfino alle telecomunicazioni,<br />
che pure aveva ricevuto praticamente in regalo dalla mano pubblica; e<br />
poco c’è mancato (o poco ci manca?) che la dismissione riguardi pure il<br />
residuo settore dell’auto.<br />
Da questo punto di vista mi sembra che significhi pure qualcosa il fatto<br />
che la classe di cui parliamo mandi sempre più a studiare, e a vivere, i<br />
<strong>su</strong>oi figli all’estero, e anche che un leader della pre<strong>su</strong>nta borghesia italiana<br />
come De Benedetti (per tanti aspetti esemplare e significativo) abbia<br />
addirittura rinunciato alla cittadinanza italiana per diventare svizzero.<br />
La nostra cosiddetta borghesia somiglia insomma sempre di più a<br />
una borghesia compradora dell’America Latina.<br />
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