Seminario su Gramsci - ART
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Bibliografia minima e orientamenti pratici per la lettura<br />
di <strong>Gramsci</strong><br />
1. Una premessa importante<br />
Una premessa, che può sembrare banale ma non lo è affatto: occorre<br />
leggere i Quaderni del carcere, una delle opere fondamentali della cultura<br />
comunista e, più in generale, una delle opere fondamentali del Novecento<br />
italiano ed europeo.<br />
Occorre leggerli tutti, leggerli direttamente, leggerli con curiosità e atteggiamento<br />
creativo, non solo per vedere cosa <strong>Gramsci</strong> scrive ma anche<br />
per capire come ragiona, come organizza la <strong>su</strong>a ricerca, come formula<br />
e cerca di risolvere i <strong>su</strong>oi problemi, che sono per tanta parte anche<br />
i nostri problemi, cioè i problemi della rivoluzione in Italia. (Sia<br />
detto fra parentesi: per questo motivo parleremo qui soprattutto dei<br />
Quaderni, anche se, naturalmente sono assai importanti anche le altre<br />
opere di <strong>Gramsci</strong>, del <strong>Gramsci</strong> dell’“Ordine Nuovo” e poi del <strong>Gramsci</strong><br />
fondatore, o piuttosto “ri-fondatore” del PCd’I, di cui varrà la pena<br />
parlare in qualche altra occasione).<br />
Se tu, mio giovane Lettore o mia giovane Lettrice, non condividi questa<br />
premessa, evita di leggere quello che segue, perderesti solo il tuo tempo inutilmente.<br />
2. Una lettura “difficile” ma ne vale la pena<br />
Se invece sei d’accordo con la premessa, allora sappi che ti accingi a<br />
fare una cosa difficile, ma molto importante, forse decisiva nella tua storia<br />
personale e nella tua formazione di comunista. D’altronde diceva<br />
Orazio (chi era costui?) che nihil sine magno labore vita dedit mortalibus, o<br />
qualcosa di simile, cioè che la vita non concede ai mortali nulla che non<br />
costi grande fatica. Sia chiaro: quando dico “difficile” non mi riferisco<br />
tanto alle difficoltà propriamente intellettuali e culturali: se non sei laureato/a<br />
e magari neppure diplomato/a, non ti devi assolutamente preoccupare,<br />
pensa anzi che <strong>Gramsci</strong> quando scriveva pensava soprattutto<br />
a te e a quelli come te, cioè all’avanguardia cosciente (in via di formazione)<br />
della classe operaia e del popolo, e che per costoro soprattutto<br />
scriveva e pensava, per metterli in grado di governare il mondo; ciò è<br />
tanto vero che ad un certo punto della <strong>su</strong>a scrittura carceraria <strong>Gramsci</strong><br />
confesserà che la mancanza del contatto diretto e personale con i<br />
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