Seminario su Gramsci - ART
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(di cui abbiamo parlato nel capitolo 2.7), ciò permette di sapere in quale<br />
preciso luogo si trovava effettivamente nei Quaderni manoscritti da<br />
<strong>Gramsci</strong> ogni brano che la prima edizione ha invece raggruppato per<br />
argomento, e permette anche di controllare se ci sono state modifiche e<br />
quali (il controllo l’ho già fatto io e ti posso assicurare che, tranne qualche<br />
isolato paragrafo non essenziale, praticamente non ci sono state<br />
cen<strong>su</strong>re, checché ne dicano certi anticomunisti; ma se vuoi controllare<br />
anche tu di persona sappi che questo è un lavoro sempre interessante<br />
ed utile).<br />
Abbiamo fatto cenno alle note: la loro lettura non può essere (io penso)<br />
saltata, perché <strong>Gramsci</strong> cita cose, fatti e persone che spesso non<br />
conosciamo e dunque la lettura delle note è utilissima, per non dire indispensabile,<br />
e lo è tanto più quanto meno specialista è il Lettore/Lettrice.<br />
E qui c’è un’altra, seria, difficoltà: intanto perché le note stanno in<br />
un volume diverso dal testo a cui si riferiscono, così che bisogna tenere<br />
aperti <strong>su</strong>l tavolo due libri contemporaneamente. Ma c’è di peggio: poiché<br />
la nota viene messa in corrispondenza della prima ste<strong>su</strong>ra di <strong>Gramsci</strong>,<br />
<strong>su</strong>ccede che se noi stiamo leggendo una <strong>su</strong>a riscrittura (cioè un “testo<br />
C”) allora dobbiamo risalire da quel “testo C” alla prima ste<strong>su</strong>ra<br />
(“testo A”) e da questo alla <strong>su</strong>a nota, cioè dobbiamo tenere aperti ben<br />
tre luoghi diversi dei nostri volumi! Se questo ti sembra ancora troppo<br />
poco, allora sappi che il rinvio interno fra i testi non è fatto con il normale<br />
numero della pagina dell’edizione, quella insomma che si trova<br />
stampata in alto <strong>su</strong> ciascuna pagina (sarebbe troppo facile!), bensì <strong>su</strong>lla<br />
base della pagina del “Quaderno” originale di <strong>Gramsci</strong>, cioè di un numeretto<br />
che viene riportato, in carattere più piccolo, <strong>su</strong>i margini esterni<br />
delle pagine dell’edizione. Può essere davvero un po’ scomodo, ma con<br />
un sapiente uso di cartoline segnalibro (e molta... santa pazienza) neppure<br />
questo è un lavoro impossibile. (Certo è, benigni Lettore e Lettrice,<br />
che alla vostra generazione dedita agli ipertesti informatici verrebbe<br />
davvero voglia di avere a disposizione un’edizione di <strong>Gramsci</strong> “ipertestuale”,<br />
che permetta di “cliccare” da qualsiasi luogo verso la ste<strong>su</strong>ra<br />
precedente o verso la nota che ci serve, o la riproduzione dell’autografo,<br />
o quant’altro; ma l’edizione informatica dei Quaderni, annunziata da<br />
tempo, mentre scrivo ancora non ha visto la luce...La farai tu che ora<br />
mi leggi?).<br />
In quale ordine, con quale <strong>su</strong>ccessione, leggere i Quaderni? Qui le pro-<br />
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