Seminario su Gramsci - ART
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più difficile di quanto non sembrerebbe. Ho ricevuto qualche libro e in verità leggo<br />
molto (più di un volume al giorno, oltre i giornali), ma non è a questo che mi<br />
riferisco; intendo altro. Sono assillato, è questo fenomeno proprio dei carcerati,<br />
penso) da questa idea: che bisognerebbe far qualcosa “für ewig” [= per sempre,<br />
N.d.R.], secondo una complessa concezione di Goethe, che ricordo aver tormentato<br />
molto il nostro Pascoli. Insomma, vorrei, secondo un piano prestabilito occuparmi<br />
intensamente e sistematicamente di qualche soggetto che mi assorbisse e<br />
centralizzasse la mia vita interiore. Ho pensato a quattro soggetti finora...»<br />
E i quattro soggetti, come abbiamo già detto, sono di una novità, di<br />
un’originalità e di una spregiudicatezza assoluta e, almeno a prima vista,<br />
quasi pazzesca per un militante (anzi un Segretario generale!) del Partito<br />
comunista; li ripetiamo ancora: uno studio <strong>su</strong>gli intellettuali, uno studio<br />
di linguistica comparata, uno <strong>su</strong>l teatro di Pirandello e, infine, un altro<br />
<strong>su</strong>i romanzi d’appendice.<br />
Ma ancora più sorprendente è la chiosa che <strong>Gramsci</strong> fa a questo elenco:<br />
«In fondo, a chi bene osservi, tra questi quattro argomenti esiste<br />
omogeneità: lo spirito popolare creativo, nelle <strong>su</strong>e diverse fasi e gradi di<br />
sviluppo, è alla base di essi in mi<strong>su</strong>ra uguale.» 25<br />
Che cosa intende dire <strong>Gramsci</strong>? Come può interessargli cercare nelle<br />
<strong>su</strong>e manifestazioni più disparate, nascoste, spurie, contraddittorie “lo<br />
spirito popolare creativo”? E lui stesso a fornirci la risposta, almeno a<br />
indicarci dove cercarla; perché la stessa lettera così prosegue: «Ricordi il<br />
rapidissimo e <strong>su</strong>perficialissimo mio scritto <strong>su</strong>ll’Italia meridionale e <strong>su</strong>lla<br />
importanza di B.Croce? Ebbene vorrei svolgere ampiamente la tesi che<br />
avevo allora abbozzato.» 26<br />
<strong>Gramsci</strong> è qui davvero troppo modesto: il saggio di cui parla è in realtà<br />
un testo acutissimo e profondissimo (altro che «rapidissimo e <strong>su</strong>perficialissimo»!),<br />
a cui ancora occorre tornare per capire qualcosa del Sud<br />
del nostro paese. Ma ciò che ora importa è che <strong>Gramsci</strong> stesso ci <strong>su</strong>ggerisce<br />
non solo (per così dire) la “chiave” dei Quaderni, ma anche l’anello<br />
di congiunzione fra il <strong>Gramsci</strong> dirigente e il <strong>Gramsci</strong> del carcere;<br />
questa chiave è appunto il saggio intitolato Alcuni temi della quistione meridionale,<br />
uno scritto che <strong>Gramsci</strong> portava addosso inedito: al momento<br />
dell’arresto, e che riesce a passare nascosto dentro un giornale, in modo<br />
che la polizia non lo sequestri; verrà poi pubblicato all’estero <strong>su</strong> “Stato<br />
Operaio”, la rivista teorica del Pci in esilio, e sarà la prima cosa <strong>su</strong>a che<br />
viene ripubblicata in Italia da “Rinascita”, mentre ancora dura la guer-<br />
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