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Seminario su Gramsci - ART

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quattro membri bordighiani della Segreteria sono: Bordiga, Fortichiari<br />

(addetto al lavoro illegale), Grieco (alla propaganda), Repossi (al Sindacato).<br />

Il Segretario generale è Bordiga, e anche nel Comitato Centrale,<br />

che allora era solo di 15 membri, otto sono bordighisti, cinque sono<br />

massimalisti e solo due sono di provenienza dell’“Ordine Nuovo” (uno<br />

di loro è <strong>Gramsci</strong>). Quindi il gruppo dell’“Ordine Nuovo” è un gruppo<br />

assai minoritario dentro il primo PCd’I. A questo punto, però, bisogna<br />

fare un collegamento internazionale, perché la storia del PCd’I è intrecciata<br />

strettamente con la storia dell’Internazionale Comunista.<br />

L’Internazionale Comunista nasce nel 1919, quando diventa chiaro che<br />

la rivoluzione non si espande immediatamente ad Occidente, e in particolare<br />

che essa perde in Germania con la sconfitta degli “spartachisti”<br />

e l’assassinio di Rosa Luxemburg da parte dei socialdemocratici. È questo<br />

il punto di svolta fondamentale, un vero e proprio tornante della<br />

storia del movimento operaio (e non solo del movimento operaio) <strong>su</strong><br />

cui richiamo la vostra attenzione: tutto il gruppo dirigente comunista, a<br />

cominciare da Lenin, era convinto che dalla Russia la rivoluzione si sarebbe<br />

allargata nel cuore dell’Europa capitalista più sviluppata, dove era<br />

più forte il movimento operaio, ed anzitutto in Germania, si trattava<br />

(come aveva detto Lenin) di rompere in Russia «l’anello più debole della<br />

catena», ma non si dubitava che, dopo quella prima vittoria, sarebbero<br />

saltati ad uno ad uno anche gli altri anelli della catena capitalista; e<br />

invece il movimento spartachista venne sconfitto, la rivoluzione non si<br />

estese in Germania né altrove e l’Internazionale dovette rivedere il rapporto<br />

tra la Rivoluzione russa e la Rivoluzione mondiale, mi<strong>su</strong>rarsi cioè<br />

con una situazione non solo imprevista ma, per certi aspetti, as<strong>su</strong>rda: la<br />

vittoria della Rivoluzione in un solo paese, per giunta arretrato, semifeudale<br />

e contadino. In questa situazione (ripeto: del tutto imprevista e<br />

assai drammatica) nasce nel 1919 l’Internazionale Comunista, la cosiddetta<br />

III Internazionale (per distinguerla dalla II, quella socialdemocratica,<br />

che aveva fatto bancarotta in occasione della guerra mondiale).<br />

Nel 1920, al <strong>su</strong>o secondo Congresso, l’Internazionale formula i “21<br />

punti”, cioè le basi politiche comuni che devono costituire il tratto<br />

caratteristico per la fondazione di partiti comunisti in tutto il mondo.<br />

La storia del PCd’I è fortemente intrecciata con quella del partito russo,<br />

ma più in generale con quella dell’Internazionale Comunista.<br />

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