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Seminario su Gramsci - ART

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molteplici dimensioni: il più delle volte alla dimensione culturale (dove<br />

«egemonia» è sinonimo di influenza ideologica e di capacità di orientamento);<br />

talora alla <strong>su</strong>a dimensione politica (secondo l’accezione leniniana<br />

e terzinternazionalista del termine – relativa al tema delle alleanze<br />

tra le classi – che connota la prima comparsa del termine nelle pagine<br />

del carcere [41] e la <strong>su</strong>a stessa irruzione nel lessico gramsciano dei primi<br />

anni Venti) 51 .<br />

Spesso tali analisi tendono ad attribuire proprio a <strong>Gramsci</strong> la responsabilità<br />

della frammentazione. Ma le cose (l’abbiamo visto discutendo i<br />

problemi metodologici posti dalla particolare situazione testuale dei<br />

Quaderni) non stanno così. E anche a proposito della riflessione gramsciana<br />

<strong>su</strong>ll’egemonia appare possibile produrre un resoconto che le restituisca<br />

unitarietà. Proveremo a mostrarlo affrontando in particolare<br />

un aspetto della questione: l’egemonia esercitata dalla classe dominante<br />

nella «società moderna» (nell’Occidente capitalistico). Si tratta del resto<br />

del caso più interessante. Che, nell’investire il nesso egemonia/coercizione,<br />

coinvolge in pieno il tema della crisi del moderno e della <strong>su</strong>a ambivalenza,<br />

tra regressione autoritaria e prospettive di trasformazione.<br />

Egemonia come «direzione intellettuale e morale»<br />

Dai numerosi luoghi dei Quaderni in cui <strong>Gramsci</strong> fornisce elementi utili<br />

a una definizione del concetto di egemonia parrebbero a prima vista<br />

emergere due impostazioni distinte e tra loro in apparenza incompatibili del<br />

problema. Il che parrebbe deporre a favore delle critiche mosse da Perry<br />

Anderson, secondo il quale la riflessione gramsciana <strong>su</strong>ll’egemonia è<br />

contraddittoria e caratterizzata da indeterminatezza e ambiguità 52 .<br />

51 Cfr. L. Gruppi, Il concetto di egemonia in <strong>Gramsci</strong>, Editori Riuniti, Roma 1972, cap. I; Buci-<br />

Glucksmann, <strong>Gramsci</strong> e lo Stato, cit., pp. 186 ss.; Gerratana, <strong>Gramsci</strong>. Problemi di metodo, cit.,<br />

cap. VI.<br />

52 Come si ricorderà, Anderson (Ambiguità di <strong>Gramsci</strong> [1977], Laterza, Roma-Bari 1978) si<br />

spinge sino a sostenere che le «diverse versioni» della teoria dell’egemonia presenti nei Quaderni<br />

formano nel loro insieme un «mosaico enigmatico» (pp. 39-40). Nell’ambito della vasta<br />

letteratura <strong>su</strong>l concetto gramsciano di egemonia si vedano, per in inquadramento generale,<br />

Gruppi, Il concetto di egemonia in <strong>Gramsci</strong>, cit.; C. Buci-Glucksmann, Egemonia e teoria dello<br />

Stato in <strong>Gramsci</strong>, in Attualità di <strong>Gramsci</strong>. L’egemonia, lo Stato, la cultura, il metodo, il partito, a cura<br />

di N. Badaloni (e altri), il Saggiatore, Milano 1977; F. Lo Piparo, Lingua intellettuali egemonia<br />

in <strong>Gramsci</strong>, Laterza, Roma-Bari 1979, pp. 103-51; G. Cospito, Egemonia, in Le parole di <strong>Gramsci</strong>,<br />

a cura di Frosini e Liguori, cit.; P. Ives, Language and Hegemony in <strong>Gramsci</strong>, Pluto Press,<br />

London 2004.<br />

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