Seminario su Gramsci - ART
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mobilitazioni ma anche orientandole ad hoc ovvero limitandone la possibile<br />
portata politica di messa in crisi del quadro generale. Terzo dato:<br />
l’assegnazione “strategica” della rivoluzione in Italia anche alla crescita<br />
delle condizioni materiali di esistenza delle popolazioni, delle economie<br />
e della stessa forza militare del “campo socialista” condotto dall’Unione<br />
Sovietica, dunque allo sblocco da parte di questo “campo” della situazione<br />
di stallo dell’Europa. Si tratta qui, com’è di per sé chiaro, del<br />
dato della posizione del PCI che si rileverà fallimentare: quindi, a mio<br />
avviso, del momento concreto di partenza di processi eterogenei di ripensamento<br />
strategico che, in congiuntura ad altri fattori, apriranno il<br />
lungo processo di indebolimento egemonico, che poi diverrà involutivo,<br />
di questo partito (il primo episodio di quest’indebolimento sarà l’allentamento<br />
e poi la dissoluzione dei rapporti di “unità d’azione” con il<br />
PSI, a partire dal 1956, cioè dal XX Congresso del PCUS, con la <strong>su</strong>a<br />
denuncia kruscioviana dei “crimini” di Stalin, e dalla <strong>su</strong>ccessiva rivolta<br />
popolare ungherese contro lo stalinismo).<br />
Tutto questo, quindi, non significa che il tentativo di Togliatti di collocare<br />
il più possibile il PCI <strong>su</strong> una linea a base gramsciana sia stato debole<br />
o abbia avuto ri<strong>su</strong>ltati sostanzialmente effimeri. I <strong>su</strong>oi ri<strong>su</strong>ltati invece<br />
furono, e per un periodo non breve, di grande portata. Ho accennato<br />
alla grande espansione egemonica del dopoguerra: il PCI diventerà<br />
rapidamente il più grande partito comunista dell’Occidente e uno dei<br />
più grandi in assoluto. Esso parimenti condizionerà vigorosamente in<br />
senso tutto positivo il processo politico della società italiana e la condizione<br />
materiale delle classi <strong>su</strong>balterne. Inoltre le precondizioni di questi<br />
ri<strong>su</strong>ltati e di questa grande capacità di mobilitazione sono nelle grandi<br />
scelte <strong>su</strong> base gramsciana avviate nel 1944. Nell’aprile di quest’anno<br />
Togliatti, che era appena giunto in Italia, propone, a Salerno, che la Resistenza<br />
si dia una conduzione unitaria comprensiva persino dei partigiani<br />
diretti da ufficiali monarchici (essi d’altronde erano la seconda<br />
forza militare della Resistenza, cioè <strong>su</strong>bito dopo quella comunista),<br />
dunque che la Resistenza as<strong>su</strong>ma consapevolmente e totalmente il carattere<br />
di una guerra di popolo contro i fascisti e gli occupanti tedeschi<br />
e orientata alla conquista della democrazia. La forma dello stato, a partire<br />
dalla <strong>su</strong>a base sociale, e, quindi, la qualità della democrazia debbono<br />
quindi essere consegnate al periodo immediatamente <strong>su</strong>ccessivo alla<br />
guerra. Ciò consentirà il referendum che deciderà il passaggio alla repub-<br />
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