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Seminario su Gramsci - ART

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po’ sbrigativo) pronti <strong>su</strong>l ciglio della storia, gli intellettuali che le classi<br />

precedenti hanno prodotto, esattamente come è accaduto per la borghesia<br />

con gli intellettuali del feudalesimo.<br />

Il compito di una classe che costruisce gli strumenti della propria egemonia<br />

è dunque duplice: da una parte bisogna produrre i propri intellettuali<br />

organici, dall’altra parte occorre anche assimilare gli intellettuali<br />

tradizionali. Quindi spetta anche alla classe operaia e al <strong>su</strong>o Partito un<br />

doppio compito: da un lato la produzione di <strong>su</strong>oi intellettuali di classe,<br />

legati alla classe, alla produzione; dall’altro l’egemonia politica <strong>su</strong>gli intellettuali<br />

tradizionali, che sono parecchi e importanti nella nostra società.<br />

E nota <strong>Gramsci</strong> (il passaggio è fondamentale) che sarà tanto più<br />

efficace il lavoro di assimilazione degli intellettuali tradizionali quanto<br />

più sarà sviluppato il lavoro di creazione di intellettuali organici del<br />

proletariato. Cioè quanto più tu avrai i tuoi intellettuali tanto più recupererai,<br />

per cosi dire, gli intellettuali tradizionali.<br />

Apriamo una parentesi: l’intellettuale organico di cui parla <strong>Gramsci</strong> è<br />

esattamente il contrario del firmatario dei manifesti o dell’artista compagno<br />

che ti dà il quadro per la festa di “Liberazione” o che ti firma l’appello<br />

per la liberazione di qualcuno. Quello è semmai l’intellettuale tradizionale,<br />

che si schiera con la classe operaia senza, a ben vedere, mettere in<br />

questione il proprio essere intellettuale tradizionale. L’intellettuale organico<br />

è invece quello che bisogna creare, ed è appunto l’organizzatore<br />

della classe, il quadro nato nella classe stessa, possibilmente inserito nel<br />

lavoro produttivo (questo è lo scandalo che rende <strong>Gramsci</strong> incomprensibile<br />

per la cultura comunista degli anni del dopoguerra, e forse anche<br />

per noi), è uno inserito nel ciclo produttivo, che lavora, che produce (con<br />

le mani o con il cervello, anzi: sempre con tutt’e due), ma che svolge anche<br />

funzioni intellettuali rispetto alla <strong>su</strong>a classe.<br />

La questione degli intellettuali è, come vedete, molto complessa, ma<br />

è anche (nell’impostazione gramsciana del problema della rivoluzione)<br />

assolutamente decisiva; tale questione è ricca di conseguenze<br />

importantissime anche per la scrittura dei Quaderni; perché? che<br />

cosa comporta questa impostazione del problema degli intellettuali<br />

che abbiamo tentato di descrivere sommariamente? Comporta che<br />

<strong>Gramsci</strong> in carcere si sforza di ricostruire una storia d’Italia che assolva<br />

ai due compiti che abbiamo appena ora individuato: da un lato<br />

produrre, favorire la crescita, la nascita, l’organizzazione, la diffusio-<br />

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