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Seminario su Gramsci - ART

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te le <strong>su</strong>e articolazioni). Da questo as<strong>su</strong>nto discendono conseguenze significative<br />

in primo luogo <strong>su</strong>l versante di una teoria del potere. Potremmo<br />

dire, con una battuta, che c’è, nella concezione del potere rintracciabile<br />

nei Quaderni, molto più Foucault che Althusser, almeno per quanto<br />

concerne la sensibilità di <strong>Gramsci</strong> per la natura molecolare, diffusa, disseminata,<br />

delle relazioni di potere nella società contemporanea. In realtà,<br />

anche in questo caso conviene rifarsi a Marx e alla <strong>su</strong>a idea del capitale<br />

come rapporto sociale, nella quale si riflette la percezione della natura<br />

sistemica (anzi, olistica) della società borghese, del <strong>su</strong>o essere una totalità<br />

in sé coerente (benché contraddittoria e solcata da conflitti), costruita<br />

a immagine e somiglianza del rapporto di produzione capitalistico<br />

(essenzialmente asimmetrico, gerarchico) e, per ciò stesso, in tutte le <strong>su</strong>e<br />

complesse articolazioni coinvolta – sia pure in modo mediato – dalla<br />

logica di potere che informa di sé il modo di produzione.<br />

Ma torniamo alla teoria gramsciana del potere e al ri<strong>su</strong>ltato ormai acquisito<br />

che il potere del dominante è saldo se/finché egli è egemone<br />

(dirigente) in tutte le articolazioni della formazione sociale. Viceversa,<br />

se la <strong>su</strong>a capacità di direzione viene meno anche in un solo terreno tra i<br />

molti nei quali si esercita, si apre una «crisi di egemonia» che – ove non risolta<br />

– costituisce a <strong>su</strong>a volta l’avvio di un generale processo di crisi<br />

che investe l’intero sistema di potere. Ciò comporta, in secondo luogo,<br />

significative implicazioni per quanto attiene a una teoria delle crisi.<br />

Che cosa accade nel caso in cui l’egemonia del dominante in un ambito<br />

della relazione sociale o <strong>su</strong> un settore della popolazione incontra difficoltà<br />

o addirittura viene meno? Ci aiuta a trovare una risposta a questa<br />

domanda proprio la pagina della nota di apertura del quaderno 12 <strong>su</strong>lla<br />

quale ci siamo già ampiamente soffermati. Essa contiene osservazioni<br />

che dimostrano come <strong>Gramsci</strong> non perda mai di vista l’elemento coercizione<br />

(coazione «extra-economica», politica e/o militare), non scambi<br />

mai per eclisse del dominio la prevalenza della coazione immediatamente<br />

economica che caratterizza le fasi di vita normali della società capitalistica.<br />

Subito dopo essersi riferito ai «due grandi “piani” <strong>su</strong>perstrutturali»<br />

(«società civile» e «società politica») e avere chiarito la funzione in essi<br />

svolta dagli intellettuali in quanto «“commessi” del gruppo dominante<br />

per l’esercizio delle funzioni <strong>su</strong>balterne dell’egemonia sociale e del governo<br />

politico» [1519]), <strong>Gramsci</strong> introduce, come si ricorderà, una di-<br />

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