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Seminario su Gramsci - ART

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Sono così giunto alla concezione sviluppata da <strong>Gramsci</strong> nei Quaderni<br />

del carcere <strong>su</strong>l tema della lotta di classe per il socialismo nelle condizioni<br />

dell’Occidente. Essa ha in premessa analitica che la società capitalistica<br />

sviluppata è caratterizzata da una grande complessità, non solo per via<br />

della <strong>su</strong>a composizione in più classi, frazioni di classi, ceti di varia natura,<br />

ecc. ma anche in sede “sovrastrutturale”: disponendo infatti in questa<br />

sede di una configurazione assai ricca e articolata di istituzioni della<br />

“società civile” (intesa da <strong>Gramsci</strong>, non marxianamente, come il complesso<br />

delle istituzioni formative degli orientamenti culturali in seno<br />

alla società, quindi delle istituzioni a cui la borghesia principalmente affida<br />

il ruolo dell’affermazione e della riproduzione della <strong>su</strong>a egemonia).<br />

Tutto questo, sottolinea <strong>Gramsci</strong>, differenzia radicalmente l’Occidente<br />

dai paesi arretrati, quindi dalla Russia prerivoluzionaria: paesi nei quali<br />

la società ri<strong>su</strong>lta attraversata da conflitti elementari, la “società civile” è<br />

pochissimo sviluppata e la conduzione della società da parte delle classi<br />

dominanti è affidata essenzialmente alla forza e alla violenza. La lotta di<br />

classe per il socialismo deve perciò as<strong>su</strong>mere in Occidente forma dominante<br />

di “guerra di posizione, non già forma di “guerra di movimento”,<br />

com’era stato in Russia. Infatti la lotta di classe deve in Occidente<br />

primariamente contendere alla borghesia il controllo di una quantità di<br />

“fortezze” e “casematte” produttrici di ideologia, di consenso e di egemonia,<br />

mentre in Russia la questione primaria era stata quella dell’accumulazione<br />

di forze e poi della disgregazione e della distruzione tramite<br />

urto frontale della forza avversaria. Il primato in Occidente della “guerra<br />

di posizione”, giova sottolineare, non significa in <strong>Gramsci</strong> una prospettiva<br />

gradualista: la società capitalistica tende a crisi “organiche”,<br />

cioè globali, sicché la congiuntura tra la conquista dell’egemonia da<br />

parte proletaria e la precipitazione di crisi organiche porta a momenti<br />

di “guerra di movimento” che decidono di quale potere di classe. Il<br />

partito comunista deve essere perciò anche l’“intellettuale collettivo”<br />

del proletariato, cioè un corpo organizzato che gli dà, raccogliendone<br />

l’elemento più combattivo, consapevolezza e strumenti intellettuali, parimenti<br />

un corpo produttore dentro alla società di cultura e, con essa,<br />

di egemonia, e questo come <strong>su</strong>a attività specifica. Essere “intellettuale<br />

collettivo” e produrre egemonia significa, ancora, costruzione dell’alleanza<br />

delle classi <strong>su</strong>balterne, quindi capacità di rapportarsi alle masse<br />

contadine, di saper parlare loro, di fare proprie le loro richieste. Ege-<br />

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