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Seminario su Gramsci - ART

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insegnato, cioè condusse una straordinaria lotta per l’egemonia. In primo<br />

luogo Togliatti riafferma attraverso l’edizione di <strong>Gramsci</strong> la grande dignità,<br />

morale ed intellettuale, della posizione comunista, esercitando<br />

una grandissima influenza <strong>su</strong>i settori intellettuali più avanzati che si avvicinano<br />

proprio in quegli anni, per la prima volta, al movimento operaio<br />

ed al <strong>su</strong>o Partito; si verifica così (ripeto: per la prima volta nella<br />

storia nazionale) una frattura organica fra la direzione borghese e settori<br />

decisivi dell’intellettualità: molti degli intellettuali italiani più prestigiosi<br />

da Garin a Muscetta, da Guttuso a Manzù, da Visconti a Cantimori ad<br />

Argan (per non parlare dei più giovani maturati nel corso della lotta antifascista)<br />

guardano ora con simpatia al Pci o addirittura militano nelle<br />

<strong>su</strong>e fila. La pubblicistica (specie di destra) è adusa definire questi intellettuali<br />

firmatari di manifesti “intellettuali organici”, dando un connotato<br />

negativo a questa espressione gramsciana: in realtà in termini gramsciani<br />

si tratta invece (come abbiamo visto) di “intellettuali<br />

tradizionali”, ma, appunto, la loro conquista ed il loro spostamento a<br />

sinistra rappresenta per <strong>Gramsci</strong> uno dei compiti più importanti per il<br />

proletariato. “Una delle caratteristiche più rilevanti di ogni gruppo che<br />

si sviluppa verso il dominio è la <strong>su</strong>a lotta per l’assimilazione e la conquista<br />

ideologica degli intellettuali tradizionali, assimilazione e conquista<br />

che è tanto più rapida ed efficace quanto più il gruppo dato elabora<br />

simultaneamente i propri intellettuali organici”. 37<br />

Che tale “assimilazione e conquista” si verificasse, che una frattura duratura<br />

fra la parte migliore dell’intellettualità italiana ed il restaurato potere<br />

capitalistico-democristiano si manifestasse e poi si consolidasse,<br />

non erano affatto circostanze scontate, ce ne accorgiamo oggi nella nostra<br />

difficoltà ad organizzare “a sinistra” settori significativi di intellettuali;<br />

e, ad esempio, un tale processo non si verificò negli anni del dopoguerra<br />

in altri paesi europei in cui pure i comunisti avevano svolto<br />

un grande ruolo nella Resistenza (si pensi alla Francia).<br />

In secondo luogo Togliatti fornisce, con il pensiero di <strong>Gramsci</strong>, al rifondato<br />

Pci una base ideologica autonoma e nazionale, profondamente<br />

radicata anche nella storia culturale della nazione italiana; è questo, in<br />

quel momento, un fattore prezioso, sia nei confronti delle forze reazionarie,<br />

che tendevano a presentare il Pci come “Partito di Mosca” negando<br />

la legittimità della <strong>su</strong>a presenza nella democrazia italiana, sia nei<br />

confronti della stessa direzione sovietica, verso la quale si pongono le<br />

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