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Seminario su Gramsci - ART

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letteratura, etc.) che <strong>Gramsci</strong> aveva invece di fatto sottoposto alla <strong>su</strong>a<br />

critica e che non sono affatto scontate né prive di conseguenze dal<br />

punto di vista ideologico. Andò perduto soprattutto l’Anti-Croce, invocato<br />

(ed anzi realizzato) da <strong>Gramsci</strong>, cioè lo sforzo grandioso di fare i<br />

conti con il massimo filosofo della borghesia italiana svelando la radice<br />

sociale classista del <strong>su</strong>o pensiero e contrastando, punto per punto, la<br />

<strong>su</strong>a articolata egemonia. Accadde anzi, per paradosso, che la proposta<br />

gramsciana dell’Anti-Croce fosse rovesciata nel <strong>su</strong>o contrario, cioè che<br />

lo stesso <strong>Gramsci</strong> fosse piuttosto letto come un altro Croce, e messo in<br />

linea di continuità con il pensiero crociano (si pensi solo alla rivendicata<br />

linea De Sanctis-Croce-<strong>Gramsci</strong>!), insomma utilizzato come un ponte<br />

per una riedizione aggiornata dell’egemonia dello storicismo idealistico<br />

<strong>su</strong>lla nostra cultura, anche <strong>su</strong> quella di sinistra. Con tutto ciò che<br />

di arretrato e provinciale (culturalmente provinciale e politicamente arretrato)<br />

quell’egemonia crociana ormai comportava: si pensi solo al rifiuto<br />

della scienza, alla condanna delle avanguardie artistiche, alla diffidenza<br />

verso la sociologia, la psicoanalisi, la linguistica, etc.<br />

Qui il nostro discorso si farebbe però troppo complesso ed e<strong>su</strong>lerebbe<br />

dai nostri limiti; mi permetto dunque di rinviare, per questo nesso di<br />

problemi, al mio lavoro <strong>su</strong>i Quaderni del carcere, in Letteratura italiana. Le<br />

Opere, diretta da A. Asor Rosa, vol. IV, Il Novecento, torno 2, La ricerca<br />

letteraria, Torino, Einaudi, 1996, pp. 553-629 (ed in particolare alle<br />

pp.618-622: <strong>Gramsci</strong> (e il “gramsciamo”) fra Croce e Togliatti).<br />

Ma il rinvio d’obbligo è ai lavori di Arcangelo Leone de Castris, lo studioso<br />

comunista (e gramsciano) che più e meglio di ogni altro ha ricostruito<br />

questo punto cruciale e politicamente decisivo della necessità<br />

dell’“Arti-Croce”.<br />

Comunque, giunti a questo punto del nostro discorso, il vero passo da<br />

fare è uno solo: leggere direttamente <strong>Gramsci</strong>. A favorire tale lettura,<br />

anche dal punto di vista tecnico e informativo, sono dedicate le pagine<br />

che seguono (ma anche, a ben vedere, tutte quelle che precedono).<br />

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