Seminario su Gramsci - ART
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munque godere almeno del consenso dei militari stessi, delle loro famiglie,<br />
etc.<br />
Non si vuol dire con queste sommarie, e provocatorie, note che il potere<br />
della narrazione (chiamamolo così) esaurisca per intero l’egemonia,<br />
ma solo che essa ne rappresenta una parte assolutamente essenziale di<br />
cui occorre essere coscienti.<br />
5. (Le particolarità del berlusconismo)<br />
Allora possiamo riformulare la nostra domanda fondamentale da cui<br />
siamo partiti, non prima però di esserci doverosamente sorpresi per<br />
non essercela posta finora come la principale delle domande, di quelle<br />
che non dovrebbero lasciarci dormire la notte: il problema per noi non<br />
è capire perché Berlusconi e la borghesia italiana dominino e sfruttino<br />
il proletariato italiano ma capire perché mai milioni di proletari e proletarie<br />
in Italia accettino di farsi dominare da questo gruppo di malfattori,<br />
anzi da questa manica di freaks, da una banda di nani e di ballerine,<br />
per giunta largamente incapaci a fare il loro mestiere di governanti.<br />
Vorrei far notare che non si può rispondere a questa domanda dicendo<br />
che Berlusconi e i <strong>su</strong>oi dominano perché … possiedono i mezzi di produzione,<br />
insomma il capitale: intanto perché questi padroni non si limitano<br />
a possedere i mezzi di produzione e a trarne profitto ma si presentano<br />
anche in prima persona alle elezioni, e (sebbene con i vari trucchi<br />
del maggioritario e dei premi di maggioranza) le vincono pure; e<br />
poi perché qui non è in questione la proprietà dei padroni ma per l’appunto<br />
il consenso, almeno passivo, dei proletari, ciò che consente a ben<br />
vedere anche la proprietà.<br />
Insomma il nostro problema è l’egemonia (chiamamola per ora così) che<br />
Berlusconi esercita.<br />
Occorre aprire qui una breve parentesi: io credo che, a rigori, il termine<br />
e il concetto gramsciano di egemonia sia inapplicabile a Berlusconi,<br />
come è inapplicabile a qualsiasi altro potere borghese nel periodo aperto<br />
dall’Ottobre sovietico, nell’epoca insomma in cui per <strong>Gramsci</strong> è la<br />
rivoluzione proletaria l’unica soluzione reale, cioè veramente egemonica,<br />
per la crisi organica dell’umanità associata; in questa fase storica<br />
dunque ogni sopravvivenza di potere borghese si configura come nonegemonico,<br />
come una forma di dominio, anzi come un dominio tendenzialmente<br />
catastrofico. Non bisogna dunque confondere l’egemonia<br />
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