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Seminario su Gramsci - ART

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to correggere le masse, magari con mezzi repressivi o brutali.<br />

<strong>Gramsci</strong> pone dunque questo problema: il marxismo, il Partito comunista,<br />

«può essere in opposizione» con i movimenti delle masse?<br />

E la risposta che <strong>Gramsci</strong> si dà è no, che non può esserci opposizione<br />

fra il Partito e il movimento delle masse: «Non può essere in opposizione:<br />

tra di essi c’è una differenza “quantitativa”, di grado, non<br />

di qualità; deve essere sempre possibile una “riduzione”, per così<br />

dire, reciproca, un passaggio dagli uni agli altri e viceversa».<br />

In altre parole: deve essere sempre possibile passare dalla spontaneità<br />

delle masse all’elemento di coscienza del Partito e dall’elemento di coscienza<br />

del Partito passare ad incontrare lo stato d’animo delle masse.<br />

A me sembra davvero molto importante questo passo di <strong>Gramsci</strong>; e<br />

ancora più importante è la conclusione, che è di un uomo che ha vis<strong>su</strong>to<br />

la sconfitta del fascismo e adesso capisce da cosa essa dipende e formula<br />

un j’accuse molto preciso: dice <strong>Gramsci</strong> (e ciascuno di noi può attualizzare<br />

in cuor <strong>su</strong>o questo passaggio):<br />

«Trascurare e peggio disprezzare i movimenti così detti “spontanei”, cioè rinunziare<br />

a dar loro una direzione consapevole, ad elevarli ad un piano <strong>su</strong>periore inserendoli<br />

nella politica, può avere spesso conseguenze molto serie e gravi. Avviene<br />

quasi sempre che ad un movimento “spontaneo” delle classi <strong>su</strong>balterne si accompagna<br />

un movimento reazionario della destra della classe dominante, per motivi<br />

concomitanti: una crisi economica, per esempio, determina malcontento nelle<br />

classi <strong>su</strong>balterne e movimenti spontanei di massa da una parte, e dall’altra determina<br />

complotti dei gruppi reazionari che approfittano dell’indebolimento obbiettivo<br />

del governo per tentare dei colpi di Stato. Tra le cause efficienti di questi colpi<br />

di Stato è da porre la rinunzia dei gruppi responsabili a dare una direzione consapevole<br />

ai moti spontanei e a farli diventare quindi un fattore politico positivo.» 11<br />

Fra le cause della vittoria del fascismo c’è dunque la rinuncia e l’incapacità<br />

della direzione del movimento operaio di entrare in rapporto con i<br />

moti spontanei del 1919 fino al 1921, e noi potremmo anche pensare<br />

(attualizzando con una forzatura di cui ci as<strong>su</strong>miamo la responsabilità)<br />

ai grandi movimenti della fine degli anni ’70 a cui si rinunciò di dare<br />

“direzione consapevole” e che invece furono condannati (furono trascurati<br />

e peggio disprezzati, per dirla con le parole di <strong>Gramsci</strong>). Per<br />

questo motivo quei movimenti ebbero come risposta, se non un vero e<br />

proprio golpe, certo il terrorismo e poi il contraccolpo degli anni ’80,<br />

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